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La precisione è ben altro. Parte IV

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Magnetismo e lubrificazione: i principali problemi “tecnici” dei movimenti meccanici. Qui presi in esame per concludere il discorso sulla precisione. Per ora

Sempre a proposito dei problemi che riguardano la precisione, ci sono poi quelli di cui sono “colpevoli” i dati tecnici: lubrificazione e magnetismo, innanzitutto. In entrambi i casi i ricercatori, negli ultimi anni, sono riusciti in una specie di miracolo. Il magnetismo, ad esempio, è totalmente sconfitto, anche se per ora soltanto da alcune marche di orologi. Il problema nasce dal fatto che le parti ferrose dell’orologio (soprattutto la spirale, la molla nel bariletto, i perni e alcune leve) se immerse in un campo magnetico si “contagiano” magnetizzandosi permanentemente.

Il problema degli effetti negativi del magnetismo sugli orologi è ben conosciuto da secoli. Ad esempio, è per questa ragione che ponti e platina sono realizzati in ottone rodiato: il ferro e i suoi derivati creerebbero una massa di materiale magnetizzabile e quindi magnetizzato. In alternativa qualcuno usa alpacca (A. Lange & Söhne in primis), titanio (ad esempio Richard Mille), alluminio o persino oro (come François-Paul Journe). L’importante è che non si magnetizzi.

Per alcune parti, come il bilanciere, sono state inventate leghe come il glucydur e soprattutto l’invar e l’elinvar, che hanno persino procurato il Nobel al suo inventore: il fisico svizzero Charles Edouard Guillaume, nato guarda caso a Fleurier (dove lavorano ancor oggi marchi come Parmigiani, Chopard e Bovet). Ma solo di recente Omega è riuscita a trovare una combinazione di materiali tale da garantire l’assoluta indifferenza a campi magnetici fino ai limiti delle attuali possibilità di misurazione. Ribadite, recentemente, da un altro materiale: il Nivaflex sviluppato in collaborazione fra Audemars Piguet e Swatch Group.

Per gli altri orologi i tecnici procedono ad una smagnetizzazione in occasione d’ogni intervento di manutenzione. Ma quanti di noi rispettano le cadenze consigliate per questi interventi? In alternativa un buon palliativo sono gli apparecchi “casalinghi” per la smagnetizzazione: costano poco, non hanno effetti radicali, ma comunque migliorano la situazione. Ricordo che dagli altoparlanti d’ogni tipo ai motori elettrici non ben schermati i campi magnetici sono in agguato dappertutto. Persino nelle calamite da frigo e in quelle per la chiusura delle borse.

Qualche parola, sempre parlando di materiali, sul silicio, totalmente antimagnetico, che sembrava essere la soluzione per alcune parti dell’organo regolatore. Si è scoperto recentemente che può essere soggetto a microfratture da invecchiamento e per questa ragione proprio al Politecnico di Milano si sta studiando il silicio 2.0, esente o meno sensibile a problemi di invecchiamento. Il problema è che gli orologi vengono realizzati nella speranza di farli durare in eterno, con un po’ di manutenzione e sostituendo le componenti usurate.

Probabilmente le tecnologie per creare leghe metalliche continueranno ad essere utilizzate nel futuro (e comunque sono sostanzialmente così semplici da poter essere usate anche in modo artigianale). Non è detto invece che la tecnologia per produrre oggetti in silicio non sia destinata a cadere nell’oblio, visto che quella dei nanotubi di carbonio sembra essere molto promettente ai fini dell’elettronica, principale utilizzatore di questi materiali.

Per quanto riguarda la lubrificazione, infine, abbiamo già pubblicato un paio di articoli sull’argomento. Anche qui, comunque, ricordo che sono stati fatti passi da giganti passando dai 12 mesi di una volta ai 6, anche 7 anni di oggi fra un cambio d’olio e l’altro. È vero, superando i limiti l’orologio non “grippa” perché l’energia in ballo è poca rispetto alla qualità dei materiali (a alla presenza di materiali come i rubini sintetici usati per i perni più veloci), ma certamente rallenta e come non bastasse causa il deterioramento delle parti maggiormente sottoposte a frizione. Comunque, la precisione va a farsi benedire.

Mi sembra che per ora possiamo chiuderla qui, tenendo presente che questo è solo un lungo riassunto di temi che affronteremo meglio, uno per uno, con interviste a tecnici specializzati: non dimentichiamo che io sono soltanto un divulgatore di scienza altrui e come tale ho un compito limitato.