Attualità

Tissot PRX 40 205. Figlio degli anni Settanta

{"autoplay":"false","autoplay_speed":"3000","speed":"300","arrows":"true","dots":"true","loop":"true","nav_slide_column":5}
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image

Lo scrittore Tommaso Labranca ha definito gli anni ’70 come «l’ultimo grande momento di creatività originale, di colore, di sogni, di speranze, di aneliti, di rapporti umani e sociali». Anche se tramortita dal boom del quarzo, durante quella decade l’orologeria diede più volte prova di “creatività originale”, come dimostrò Tissot con il PRX.

Tissot PRX: Settanta mi dà tanto…

Nato nel 1978, era un orologio che faceva del design minimalista la propria cifra caratteristica: cassa piatta di forma tonneau, indici sottili e ben leggibili, bracciale integrato (un must dell’epoca). Un concentrato di semplice eleganza, che rivive oggi nel Tissot PRX 40 205, dove 40 sta per i millimetri della cassa e 205 è un omaggio alla referenza del ’78.

Una scelta di prodotto intelligente perché, a mio avviso, Tissot ha ben chiaro il fatto che gli orologi in acciaio con il bracciale integrato sono tornati a essere molto popolari. Un interesse partito dalla fascia alta (con marchi come Audemars Piguet o Patek Philippe), e che poi si è progressivamente spostato verso pezzi di fasce prezzo ben più accessibili. Quelle in cui Tissot si posiziona per scelta strategica del gruppo Swatch, cui appartiene.

L’appassionato che cerca un orologio con bracciale integrato senza dover vendere un rene per acquistarlo, guarda a esempi come il Tissot PRX 40 205. È un appassionato che gode (sì, si gode anche per questo…) nell’osservare i giochi di luce tra le superfici lucide e satinate, tra le anse spigolose e la lunetta sinuosa, tra la finitura del quadrante e gli indici.

Dettagli di qualità

Parto proprio dai dettagli della cassa e del bracciale che, a colpo d’occhio, danno all’orologio un valore percepito ben più alto di quello che è il suo reale prezzo. Intanto, traspaiono dalle immagini (inutile sottolineare che l’infame Covid ancora ci impedisce di toccare con mano gli orologi…) una decisa fluidità e morbidezza del bracciale, che ne aiutano la vestibilità. “Come un serpente intorno a un ramo”, dicono da Tissot.

Sono molti i bracciali integrati più cicciotti di quanto dovrebbero essere: un plauso alla scelta di contenere lo spessore di questo, per creare anche una continuità estetica con la cassa sottile (10,4 mm). Inoltre, il bracciale del Tissot PRX 40 205 ha la parte esterna satinata e quella interna lucida, spia di una cura del dettaglio notevole. Bravi.

Un gioco di lucidatura e satinatura che si ritrova anche sulla carrure, con finiture spazzolate verticali addolcite da sfaccettature lucide; e sull’intera cassa, che ha una linea leggermente tonneau coronata da una lunetta liscia, sottile e rotonda.

Cassa robusta, ottima leggibilità

La cassa in acciaio ha una distanza da ansa a ansa (in verticale) di circa 44 mm che la rende molto indossabile. Tissot ne ha aggiornato le dimensioni rispetto a quelle del modello della fine degli anni ’70, per rendere il PRX 40 205 più moderno.

Rimane, di quell’orologio, l’impermeabilità a 10 bar (X, originariamente, stava per “dieci” atmosfere in numeri romani, mentre PR stava per “preciso” e “robusto”). Il vetro è invece un moderno zaffiro, che però non pare trattato con rivestimento antiriflesso, forse volutamente per evitare di farne lievitare troppo il prezzo.

I quadranti del Tissot PRX 40 205 sono semplici, metropolitani, con un focus indiscutibile sulla leggibilità e con proporzioni nel complesso molto buone. Sono classici, con le versioni in blu e in nero lavorate soleil e con indici e lancette nichelate. La versione argento satinato verticale è abbinata a indici e lancette in oro rosa.

Uno sguardo al movimento

Figlio, come me, degli anni ’70, l’orologio non può che essere animato da un movimento al quarzo, che aiuta a contenere lo spessore della cassa. Si tratta di un calibro ETA F06.115, che fornisce le indicazioni dell’ora e della data e ha una durata della batteria di oltre cinque anni.

Il movimento ha un indicatore cosiddetto di fine vita della pila, o EOL, end-of-life. Ossia? Semplicemente, la lancetta dei secondi comincia a fare un salto ogni quattro secondi quando la batteria si sta per scaricare, ma l’orologio continua a indicare l’ora esatta finché quella non si esaurisce completamente. Di norma, si consiglia di cambiarla entro un paio di settimane dalle prime avvisaglie di morte. Nulla di avveniristico (possiedo un Sector di quasi vent’anni fa che integra questo sistema), ma senz’altro un dettaglio in più che arricchisce il valore dell’orologio.

Tra giugno e settembre, il Tissot PRX 40 205 arriverà anche in una versione con movimento automatico – il collaudato Powermatic 80 -, caratterizzata anch’essa da quadranti blu, nero o argenté, lavorati però con un motivo goffrato con rilievo “a quadretto di cioccolato”, che fa un po’ Royal Oak ma ha il pregio di aumentare i giochi di luce goderecci.

La scelta del Tissot PRX automatico

Confesso che, alla lettura della cartella stampa, ho pensato che l’idea di creare una versione con calibro automatico avesse l’obiettivo di far aumentare l’appeal di questo orologio verso i “sofisticoni”. Quelli che guardano al quarzo come al demonio, ai tanti che “ah, ma vuoi mettere la poesia di un bariletto e di uno scappamento?”.

Potevo dunque farmi scappare l’occasione di chiedere i motivi della scelta direttamente al Ceo di Tissot, Sylvain Dolla, durante la presentazione alla stampa delle novità del brand? Certo che no, e il sempre disponibile Sylvain non ha esitato nel confessare che il motivo è stato duplice.

Da un lato, Tissot ha ricevuto moltissime richieste da parte di potenziali clienti per realizzarla. Customer is king, direbbero gli americani. Dall’altro, l’automatico punta a sfondare sul mercato orientale, principalmente cinese, che considera sì il quarzo come il demonio, o quasi.

Quarzo tutta la vita (almeno qui…)

Quando ho definito il Tissot PRX 40 205 figlio degli anni ’70 intendevo che, come tale, deve essere un quarzo. È noto quanto Tissot tenga a stare nel proprio segmento di prezzo e di mercato. Infatti, la strategia industriale e le economie di scala che stanno dietro allo sviluppo e alla produzione del movimento Powermatic 80 fanno sì che gli orologi che lo montano, di qualunque marchio di Swatch Group siano, non abbiano prezzi fuori da ogni logica, tutt’altro. E infatti l’automatico del PRX è dato tra i 600 e i 650 euro.

È anche legittimo ampliare la desiderabilità del Tissot PRX 40 205 a fasce di consumatori e a mercati differenti, specialmente in un periodo come questo. Ma, per il poco che può valere il mio punto di vista, penso che l’orologio stia bene così com’è: un quarzo di ottima fattura tecnologica ed estetica, con un valore percepito ben al di sopra del suo prezzo al pubblico di 355 euro. Perfetto nel price range di Tissot e destinato a dar fastidio a molti competitor. What else?