Domani, seconda tappa del circuito di regate più grande d’Italia. Una festa (aperta a tutti) in acqua e sulle banchine. Ma anche un’occasione per ricordare lo storico legame del marchio con il mare
È il più grande circuito di regate in Italia, ma non solo: la TAG Heuer Vela Cup è soprattutto una grande festa, in mare e in porto. Che quest’anno prevede la partecipazione di 32mila appassionati e 800 imbarcazioni – un numero andato sempre in crescendo, nei sei anni di vita della manifestazione. Sì, perché la TAG Heuer Vela Cup piace, piace parecchio. Forse per i 300 premi messi in palio, o forse perché coinvolge 7 club nautici in tutta la penisola. Ma soprattutto perché è aperta a tutti.
Per partecipare, infatti, non c’è bisogno di essere degli skipper professionisti, né di possedere un iper-scafo hi-tech, vele speciali, capitali da investire. Non serve neppure il certificato di stazza. Basta avere una barca dai 5 ai 30 metri e tanta voglia di tirar bordi lungo-costa. Perfino l’iscrizione è irrisoria. Poi si può partecipare nella classe crociera (vele bianche, cioè solo randa e fiocco/genoa) o nella classe regata (spi, gennaker, code 0 eccetera), tra le barche vintage (d’epoca/classiche) o tra quelle moderne, nei diversi raggruppamenti sulla base della lunghezza fuoritutto.
Lo si è visto all’inizio di maggio a Santa Margherita, per il TAG Heuer VelaFestival, primo raduno in cartellone. Che a dirla tutta assomiglia sempre più a una cittadella della vela, con tanto di salone nautico organizzato all’interno. In quell’occasione il golfo del Tigullio è stato invaso da più di 200 barche – un evento secondo solo alla Barcolana per equipaggi in acqua. Ma il circo della TAG Heuer Vela Cup è già atteso per la prossima tappa, a Venezia, domani sabato 15. Con l’ormeggio previsto sull’Isola di San Giorgio, proprio di fronte a San Marco, grazie alla collaborazione con la Compagnia della Vela. E un percorso di regata suggestivo come pochi, attraverso la Laguna, passando per il Lido.
Quindi la TAG Heuer Vela Cup farà scalo a Marina di Pisa (il 30 giugno); a Caprera, nell’arcipelago della Maddalena (il 16 agosto); di nuovo in Liguria, a Lerici (il 14 settembre); a Capo d’Orlando, in Sicilia, di fronte alle Eolie (il 5 ottobre); per poi concludersi a Marina di Loano (il 19 ottobre). In ogni tappa, fra tutti i partecipanti, viene estratto un TAG Heuer Aquaracer. E, dopo la premiazione, i villaggi allestiti ad hoc sulle banchine si animano di musica, cibo e divertimenti fino a tarda sera.
Già di per sé, l’Aquaracer la dice lunga del legame di TAG Heuer con il mare: per caratteristiche, prestazioni, affidabilità, la collezione nata nel 2003 è un po’ un simbolo del rapporto con il mondo della vela. Ma per quanti non conoscono la storia del marchio, potrebbe essere interessante ricordare qualche data. 1895, dai laboratori Heuer esce una delle prime casse impermeabili, brevettata, per gli orologi da tasca. Anni Venti del ‘900, la casa fa già da cronometrista ufficiale per le regate sul lago di Lemano. 1930, esce la prima cassa impermeabile per gli orologi da polso – seguita, lo stesso anno, dal cronometro Yacht Timer.
1939, è la volta del primo cronografo da polso impermeabile. 1949, lancio del Solunar, con indicazione delle maree. 1950, lancio del Maréographe, con indicatore di marea e funzione di conto alla rovescia – più noto forse con il nome americano, Seafarer. 1955, lancio del Navia, strumento di bordo per i cruscotti delle navi. 1965, lancio dell’Aquastar Regatta. 1967. Prima partecipazione all’America’s Cup, nel pozzetto dell’Intrepid di Emile Mosbacher (vincitore della competizione). 1972, esce il cronografo Skipper… Può bastare?