Il kauri è una conifera (Agathis Australis) che cresce solo in Nuova Zelanda. Un albero enorme, che può superare i 50 metri di altezza e i 10 di diametro. Vive in foreste millenarie, in gran parte distrutte in passato dai colonizzatori inglesi, ma oggi tutelate dal governo, che ne vieta l’abbattimento. Nell’industria si lavora però il legno fossile, derivato da piante vecchie anche 50mila anni ma perfettamente conservate nel fango, da cui furono sommerse al termine dell’ultima glaciazione. Nel terreno si trovano infatti vere e proprie “miniere di legno”, in cui l’assenza di ossigeno ha impedito la decomposizione o la pietrificazione. Utilizzato soprattutto nell’arredamento come essenza preziosa, il kauri antico ha dato nome e ispirazione anche a Kauri Watches. A proposito, si scrive con la “u” ma si legge con la “o”: si pronuncia kaori.
Sia chiaro, niente a che vedere con la moda diffusa degli “orologini” di legno, irrimediabilmente cheap. Quelli, per intenderci, di produzione orientale, che cavalcano la tendenza della sostenibilità e hanno invaso il mercato negli ultimi anni. Qui siamo su un altro pianeta. I Kauri Watches sono infatti esemplari Swiss made, realizzati con tutti i sacri crismi dell’orologeria di tradizione, movimenti meccanici ed elevata qualità. L’idea è di un giovane creatore indipendente di Ginevra, Samuel Gillioz, che racconta di averla avuta in mente fin dai tempi della scuola di orologeria, anche se poi ha dovuto accantonarla. Quindi si è fatto le ossa da Vacheron Constantin, e solo dopo essersi licenziato ha ripreso in mano il progetto, realizzato finalmente nel giugno 2019 con la prima serie di 50 esemplari.
In pratica si tratta di orologi artigianali con la cassa scolpita nel legno massiccio, o meglio in vari tipi di legno. Oltre al kauri, appunto, la radica di erica, il palissandro viola, l’ebano svizzero e l’ebano macassar. Legni rari, pregiati e costosi, lavorati “in casa”, nell’atelier di Plans-les-Ouates (alle porte di Ginevra), con metodi che seguono più le tradizioni dell’ebanisteria che quelli della normale falegnameria. Operazioni che prevedono numerosi passaggi e massima cura, e richiedono competenza e savoir-faire. Perché il legno è un materiale “vivo”, che deve essere opportunamente stagionato (così da perdere l’umidità), e tagliato nel modo giusto (i tagli “di quarto” sono preferibili a quelli tangenziali), per aumentarne la stabilità e ridurre la naturale predisposizione alle deformazioni. Non a caso la ricerca di Samuel si è concentrata su queste essenze particolarmente dure, difficili da scalfire e resistenti al decorso del tempo.
Nervature, densità, nodi, resa finale… Non solo il legno deve essere analizzato in ogni dettaglio, ma deve essere ben integrato nel complesso dell’orologio. In fase di progettazione, cioè, Samuel ha studiato il modo migliore per inserire i componenti in acciaio necessari a incassare il movimento e ad agganciare il cinturino. Ecco quindi una “capsula” in acciaio 316L che racchiude la meccanica (e la protegge dall’umidità: l’orologio è impermeabile fino alle consuete 3 atmosfere); e comprende la lunetta e il réhaut dalle finiture lucido-opache, realizzate a mano. In particolare, si tratta di un movimento a carica automatica, scheletrato: un Soprod calibro M100, sottoposto allo squelettage dallo stesso produttore, ma personalizzato direttamente dal giovane orologiaio (il rotore è decorato dal logo di Kauri Watches).
“In futuro, ovviamente se avrò le risorse, mi piacerebbe personalizzarlo ancora di più”, commenta Samuel. “Del resto disegnare movimenti era il mio lavoro, prima di lanciare Kauri Watches…”. In effetti il concetto di personalizzazione è insito all’interno di ogni orologio. Un po’ perché ogni singola cassa è diversa dalle altre, anche se proviene dallo stesso blocco di legno; la struttura, il disegno delle venature, le sfumature cromatiche sono sempre differenti e rendono di fatto ogni esemplare un unicum. E poi perché Samuel ha ideato un vero e proprio servizio di “su misura”: oltre a scegliere il tipo di essenza, il cliente può decidere per esempio il colore degli indici o del cinturino. Così da ottenere un pezzo unico, irripetibile. Da far gola ai collezionisti.