Qualche giorno fa Venezianico ha presentato il Nereide Bronzo. Che non è solo il primo esemplare del Brand a essere realizzato nel materiale marino per eccellenza, ma è anche un’ennesima dimostrazione del grande amore di Alberto e Alessandro Morelli per la propria città. Con un’intelligente strategia di marketing, il bronzo ha acquisito infatti nuovi significati che donano all’orologio un valore aggiunto. E lo dico senza piaggeria: chi mi conosce sa quanto io sia allergica alla stragrande maggioranza delle operazioni di marketing. Ma riconosco le eccezioni più efficaci, come in questo caso.
CuSn8
L’industria delle lancette, negli ultimi anni, ha riscoperto il bronzo, che andava già di moda negli anni ’80 del Novecento ma è stato poi accantonato. Il Giornale degli Orologi lo ha raccontato in almeno un paio di vetrine, nel 2021 e prima ancora nel 2018, senza contare le varie recensioni di specifici modelli realizzati con questa lega. Che è composta, come tutti sanno, principalmente di rame e stagno: CuSn8, per chi ama la chimica.
E quanto avevamo scritto allora resta valido, anche in riferimento al nuovo esemplare di Venezianico. Dalle doti di resistenza alla fatica e alla corrosione, alla predisposizione per l’ambito nautico, fino alla patina di superficie che rende ogni esemplare unico, il Nereide Bronzo è un bel subacqueo che rispetta proprietà e caratteristiche dell’antico materiale.
In più, però, il bronzo del Nereide fa riferimento a uno dei simboli di Venezia: i Cavalli di San Marco. Quelle maestose sculture, per intenderci, che si trovano sulla terrazza della Basilica bizantina nell’omonima piazza, cuore della Serenissima. Tanto care ai veneziani, apprezzatissime dagli esperti di storia dell’arte, ma poco note al grande pubblico. Sulle quali quindi credo sia opportuno spendere qualche parola.
La solenne quadriga
Si tratta infatti di quattro statue in lega di bronzo che componevano una quadriga in trionfo, esposte anticamente nell’ippodromo di Costantinopoli, vicino alla Moschea Blu. Furono portate a Venezia nel 1204, dopo l’assedio e il saccheggio della capitale bizantina durante la IV Crociata, per volontà del Doge Enrico Dandolo e come emblema della supremazia della Serenissima.
Gli studiosi sono incerti sulla loro datazione. Secondo alcuni sarebbero opera di Lisippo, uno dei più grandi maestri della scultura greca classica, e risalirebbero al IV secolo a.C. Per altri invece sarebbero di epoca romana, del II/III secolo d.C. Di certo si sa che sono fatti con una lega ad altissimo tenore di rame (più del 96%), cosa che contribuiva al loro splendido colore dorato originario.
Davvero imponenti, i Cavalli di San Marco sono altri più di 2 metri (238 cm l’altezza massima, 131 al garrese) e pesano circa 9 quintali l’uno. Negli ultimi ottocento anni e passa sono sempre rimasti lì, sulla stessa terrazza della Basilica di San Marco, tranne durante le campagne napoleoniche in Italia. Nel 1797 Bonaparte li portò come bottino a Parigi e li utilizzò come modello per l’Arco di Trionfo del Carrousel. Ma con la Restaurazione tornarono al loro posto, nel 1815.
Le caratteristiche essenziali del Nereide Bronzo
Il riferimento ai Cavalli di San Marco, tuttavia, non nobilita soltanto il Nereide Bronzo. Lo collega anche alla tradizione artigianale veneziana. La lavorazione del bronzo e dell’ottone all’interno delle fonderie artistiche è sempre stata infatti un’attività tipica della Città lagunare. E il procedimento di fusione “a staffa”, con il metallo liquido incandescente colato negli stampi, fa parte di un patrimonio culturale tuttora vivo – anche se in pericolo di estinzione.
Ma arrivo finalmente a una veloce descrizione del Nereide Bronzo. La cassa misura 42 mm di diametro ed è impermeabile fino a 30 atmosfere. Il dato sulla tenuta stagna allude all’uso professionale permesso da questo orologio, che ne condiziona ovviamente l’estetica in tutti i dettagli. Dalla ghiera girevole unidirezionale da 120 scatti alle indicazioni rivestite di materiale luminescente a emissione azzurro-blu, l’architettura e la costruzione sono studiate per le immersioni estreme. Riporto ulteriori dettagli nelle didascalie.
Qui preferisco invece soffermarmi sul movimento. Il Nereide Bronzo monta un Sellita SW200-1. Per i pochi che non lo conoscessero, ne riassumo le informazioni tecniche. A carica automatica, è una valida e stra-rodata alternativa al 2824-2. Stessa autonomia di 38 ore (pochine, ma retaggio di una concezione che risale agli anni Settanta, quando l’Eta sviluppò il suo calibro), stessa frequenza di funzionamento (28.800 A/h). A Venezianico il plauso per averlo preferito a un movimento orientale, sicuramente meno costoso.
Un cinturino speciale
A proposito di prezzo: il Nereide Bronzo costa 876 euro ed è attualmente in pre-ordine. Le spedizioni, come è chiaramente espresso sul sito di Venezianico, inizieranno il 16 febbraio. Per 961 euro però lo si può avere con un particolare cinturino in pelle (mentre di base ha un cinturino in gomma), la cui decorazione rimanda ancora alle preziose opere d’arte di Venezia.
Realizzato a mano da un artigiano, il cinturino è inciso a caldo infatti con delle scritte in latino: Collocat hunc dignis plebs laudibus et colit hymnis ut venetos semper servet ab hoste suos. Una citazione dell’epigrafe che circonda il più antico mosaico dela Basilica di San Marco, e che traduco letteralmente come: “Il popolo colloca questo con degne lodi e adora con inni, affinché difenda per sempre i suoi veneziani dai nemici”.
Mi spiego meglio. Questa scritta si trova attorno all’unico mosaico originale del XIII secolo, conservato sulla facciata della Basilica, a sinistra (portale di Sant’Alipio). Fu realizzato in occasione del trasferimento delle spoglie del Santo da Palazzo Ducale in Basilica, e rappresenta il giuramento del Doge Lorenzo Tiepolo per il suo insediamento. Popolato di personaggi famosi dell’epoca, raffigura proprio la Basilica di San Marco così com’era in quel lontano 1268. E testimonia che all’epoca i quattro Cavalli erano già al loro posto.