Il weekend scorso, al Superstudio Più di Milano, si è tenuta come previsto la sesta edizione di Watches of Italy. Anche noi del Giornale degli Orologi ci siamo stati, per due giorni interi. Ecco quindi cosa abbiamo visto, cosa c’era di nuovo, cosa ci è piaciuto. In questo reportage dal WOI 6 – diviso in due puntate, per non farvi fare indigestione… – pubblicheremo quindi una foto per ogni espositore. Si tratta di immagini scattate “al volo”, non professionali, piene di riflessi e imperfezioni. Perdonateci: le abbiamo volutamente lasciate così come sono, per non perdere l’immediatezza e la spontaneità della situazione.
Del resto questo reportage dal WOI 6 sarà solo un assaggio del nostro lavoro. Nelle prossime settimane parleremo in modo approfondito degli orologi che secondo noi meritano maggior attenzione, quelli che ci hanno conquistato di più, per originalità savoir-faire. Perché una cosa dobbiamo confessarvi, prima di tutto. Al di là dei singoli esemplari, al di là delle novità di prodotto, ciò che ci ha colpito – e che questo reportage dal WOI 6 non riuscirà mai a trasmettervi – è stata l’atmosfera, ricca di un entusiasmo e una passione quasi tangibili. Sì, da parte del pubblico, che è accorso numeroso. I dati definitivi parlano chiaro: più di 6300 ingressi, il record nei sei anni di manifestazione.
Ma entusiasmo e passione, dicevamo, si sentivano anche e specialmente da parte degli espositori, che sono arrivati da tutt’Italia – qualcuno anche dall’estero, certo: non vogliamo sminuire il carattere internazionale della manifestazione. Ma, com’è ovvio, dietro le tante postazioni (una cinquantina) si sentiva parlare soprattutto italiano. Con diversi accenti e inflessioni: veneto in gran parte, ma anche piemontese, lombardo, emiliano, umbro, sardo… A testimoniare quanto il business delle lancette sia diffuso lungo l’intera Penisola. Siamo sinceri: ci è molto piaciuta questa (più o meno) giovane generazione di imprenditori, progettisti e artigiani, convinti e determinati nel raggiungere i loro obiettivi. Insieme, componevano un bell’affresco dell’orologeria indipendente made in Italy. Che, a guardar loro, non è mai stata così viva, e vivace. Una scommessa sul futuro.

