Hamilton celebra il 2019 come “l’anno del cinema”. E realizza finalmente l’orologio protagonista del blockbuster di Christopher Nolan, arricchito di un dettaglio (invisibile). Anche in tiratura limitata
Finalmente è in vendita l’Hamilton Murph, l’orologio di “Interstellar”. Non un semplice oggetto di scena, ma un vero e proprio elemento-chiave nella trama del film diretto da Christopher Nolan. Simbolo del legame indissolubile tra padre e figlia – un rapporto d’amore che trascende il tempo e lo spazio -, è una sorta di deus ex machina (o meglio una “macchina della Provvidenza”) che risolve l’intera situazione.
Troppo complessa la storia per essere riassunta. Qui basti ricordare il dramma dell’ingegnere/pilota/ contadino Joe Cooper (Matthew McConaughey), costretto ad abbandonare i figli Tom (Thimothée Chalamet) e Murph (Mackenzie Foy) per salvare l’umanità. E che proprio l’orologio è il mezzo con cui Cooper riesce a trasmettere dati vitali a Murph (Jessica Chastain), diventata nel frattempo una brillante scienziata.
Attesissimo dai fan della marca sin dall’uscita del film nelle sale, nel 2014, l’Hamilton Murph finora non esisteva in commercio. Era infatti un pezzo unico, creato appositamente per il personaggio su richiesta della produzione, e concentrava una serie di caratteristiche tipiche dello stile della casa. Sullo stesso set era poi presente anche un altro Hamilton, il Khaki Pilot Day-Date. Apparso in numerose scene al polso di Cooper, era però un modello realmente esistente, parte della collezione “standard” e tuttora disponibile sul mercato.
Va sottolineato ancora che l’Hamilton Murph non è il frutto della solita operazione di product placement. Al contrario, è stato realizzato solo ora per offrire al pubblico la possibilità di indossare l’esemplare protagonista del film. Tant’è che è identico all’originale, da cui si differenzia solo per un dettaglio invisibile a occhio nudo. Ma il senso di continuità con “Interstellar” riguarda anche il packaging. L’orologio è racchiuso in una speciale confezione progettata con lo scenografo del film, Nathan Crowley, e ispirata al tesseratto. Cioè l’ipercubo quadridimensionale all’interno del buco nero, costruito dai nostri pro-pro-pronipoti.
Del resto, al di là dell’Hamilton Murph, “Interstellar” è tanto piaciuto agli appassionati di orologeria proprio per le sue implicazioni con l’idea di tempo. Ricchissimo di nozioni scientifiche, il film fa riferimento a concetti cari alla meccanica quantistica e alla teoria della relatività, parla di warmhole e di paradossi ontologici, di anomalie gravitazionali e slittamenti temporali. Tutta roba interessantissima, anche se non facile da digerire (potrebbe essere l’occasione per andarsela a rivedere). E poco importa di quanto siano dimostrabili le teorie snocciolate sul grande schermo. Siamo a Hollywood, no? ”'”><\/script>‘