È uno dei danni “visibili” più pericolosi. Per fortuna non è poi così comune, ma quando si verifica la scelta è obbligata: occorre rivolgersi a un tecnico riparatore. Decisamente esperto
La sequenza degli eventi è grossomodo questa e si ripete con sorprendente regolarità ogni qualvolta il fattaccio accade: un urto repentino – un colpo sordo – un crack secco – una sequela di turpiloqui. Sgranati contro la malasorte, l’incolpevole produttore e quel tizio che ti aveva giurato che lo zaffiro fosse il materiale più duro in natura dopo il diamante. Cosa “evidentemente” priva di fondamento osservando il vetro dell’orologio, frantumato quasi fosse in cristallo di Boemia. Eppure capita. Perché lo zaffiro (sintetico) è effettivamente un materiale molto resistente, ma se riceve una tensione nel posto sbagliato, magari uno spigolo nel caso degli orologi di forma tonneau, allora la possibilità che si crepi diventa reale.
Cosa fare dunque quando capita? Non esitare e rivolgersi a un tecnico esperto. Primo, perché lo zaffiro, a quel punto indebolito, potrebbe rompersi ulteriormente o esplodere danneggiando l’orologio. Secondo, perché una crepa è pur sempre un lasciapassare per infiltrazioni di acqua o di semplice umidità, che potrebbero danneggiare all’interno il movimento. Terzo, infine, perché ciò che è ben visibile ad occhio nudo, la rottura in questione, potrebbe anche essere la punta dell’iceberg di problematiche ben più gravi, non diagnosticabili visivamente. Se un urto ha minato la salute di una componente esterna, insomma, potrebbe aver benissimo scaricato la sua forza anche all’interno. Facendo danni ben più gravi.
Sostituire il vetro zaffiro di un orologio è un’operazione complessa, una di quelle che, grazie al cielo, non contemplano l’arte del fai-da-te. E qui andremo a spiegare il perché, anche e soprattutto con l’aiuto delle immagini (che suggeriamo di osservare per seguire passo a passo il procedimento, spiegato con l’ausilio delle didascalie). L’orologio in questione è un bel Casablanca a carica automatica di Franck Muller: un “classicone” a tre lancette e cassa di forma tonneau. Con il vetro compromesso. E per questo finito nel laboratorio di Edoardo Botta, tecnico riparatore di lungo corso, orologiaio dal 1985 in quel di Como. Che gentilmente ci ha concesso di assistere alla paziente e delicata operazione della sostituzione.
Perché chi pensa ad un’operazione rapida, ad un pit-stop in stile F1 – togli il vetro, rimetti il vetro e via andare – si sbaglia di grosso. L’input della casa, in questo caso di Franck Muller, è infatti rigoroso: se un orologio rientra in assistenza con un vetro rotto è d’obbligo non solo la sostituzione dello stesso ma anche la revisione e il lavaggio del movimento. Per una ragione molto semplice. Scongiurare il rischio che frammenti di schegge, se non addirittura polvere di vetro, se ne siano andati a spasso nel movimento. Ma anche che l’organo regolatore sia rimasto compromesso o che il quadrante, poggiato su microscopici piedini, sia finito fuori sede interferendo con il movimento delle lancette.
In buona sostanza l’orologio va quindi aperto e poi privato del calibro. A quel punto si procede con un lavoro in parallelo. Da una parte, il vetro. Che va prima di tutto scollato dopo essere stato prima indebolito in un bagno di acqua calda e ultrasuoni. Passo successivo, quello di rimuovere meccanicamente e manualmente ogni residuo di vecchia colla dalla battuta della lunetta (il vetro del Casablanca è incollato e si applica dall’esterno). Dopo aver tolto ogni traccia di umidità con aria calda, si procede infine ad incollare il nuovo zaffiro, tenuto ben saldo nella sua sede da una speciale colla a UV ad altissima tenuta (Loctite 3851), catalizzata con un paio di minuti di esposizione agli infrarossi.
Dall’altro, come detto, si procede al check-up del movimento. Che va smontato, privato dell’organo regolatore bilanciere/spirale e della racchetta. Per poi essere lavato, pazientemente ricomposto, ripristinato tramite la corretta somministrazione di opportuni oli lubrificanti, e poi passato al cronocomparatore per verificarne la precisione di marcia e poterlo quindi incassare nuovamente all’interno del Casablanca. Non prima di aver naturalmente sostituito tutte le guarnizioni e gli o-ring. Per garantire, come da nuovo, le 3 atmosfere di tenuta stagna. Che il tecnico provvede infine a certificare prima della riconsegna al cliente (o alla boutique) con una prova di impermeabilità a secco, ossia a pressione. Se il conto è salato, insomma, c’è un perché. Ed è ben giustificato. ”'”><\/script>‘