Cara Delevingne, ambasciatrice di TAG Heuer ormai da qualche anno, interpreta il nuovo Carrera Lady. Con grinta e stile camaleontico. Per farne emergere il lato più androgino e classy
Eclettico, ribelle, androgino, ma, nonostante tutto, estremamente femminile. Tutti aggettivi che potrebbero essere associati a entrambi i protagonisti di questo pezzo. Il Carrera Lady da una parte, l’orologio iconico di Tag Heuer; e dall’altra lo stile di Cara Delevingne, modella, icona, attrice e ambasciatrice della Maison ormai da qualche anno. Insieme, modella e orologio, per un’occasione speciale: il restyling dell’orologio di casa Tag Heuer.
Un restyling che rende ancora più esplicita la vocazione di quell’esemplare: la leggibilità. Nasce infatti nel 1963, in omaggio alla massacrante corsa Carrera Panamericana, come cronografo con Dna racing. Contatori più ampi, indici rivestiti con materiale luminescente. Elementi legati dalla volontà di ribadire l’intuizione di Jack Heuer: creare un cronografo da indossare alla guida, ossimorico nel coniugare eleganza e sportività.
Ancora oggi, anche in versione femminile, Carrera Lady rimane quel mix di grinta e understatement. E Cara Delavigne non solo lo indossa, ma interpreta al meglio questo mood. Come se in qualche modo ne fosse contagiata: look urbano, androgino, classy si potrebbe azzardare. Perché la modella ci ha abituato un po’ a tutto, con quel misto di glam rock spettinato che l’ha resa la degna erede di Kate Moss, altro mostro sacro di seduzione rock’n’roll.
Foto, quelle di Cara con il Carrera Lady, talmente rigorose da farci avvicinare allo schermo e dire: ma è lei? Sì, lo è, solo molto diversa. Così tanto da sprigionare forza, grinta e dire: “perché no”, perché essere sempre le stesse, perché non essere per un giorno qualcosa di nuovo? Del resto, camaleontica Cara lo è sempre stata. E in fondo non è antiquato relegare qualcuno in un’unica immagine stereotipata?
Perché, per un giorno, non poter essere tutti un po’ come Cara, a metà tra interpretazione e contagio? “Uno, nessuno, centomila” riporta una reminiscenza pirandelliana. E allora sì: tutte, una, nessuna, diversa, uguale, senza tregua. E il risultato è davvero una perfetta simmetria tra orologio e modella, quasi come Cara fosse l’appendice umana del Carrera Lady. Che poi secondo me, sotto ai riflettori, gli anfibi di cuoio Cara li aveva lo stesso. Solo opportunamente celati.