Trasferta nella capitale del Regno Unito per la principale fiera di arte moderna/contemporanea, di cui il marchio è partner. E dove ha esposto componenti e orologi intesi come micro-sculture
Le cronache di PDV – Percorsi di viaggio XV
Immersione, sia pur nel breve giro delle 48 ore, nella Londra che sempre esplora le avanguardie in ogni campo della creatività, ma senza mai abbandonare la via maestra della tradizione; un difficile equilibrio orgogliosamente perseguito dai sudditi di sua Maestà e che rende così unico quanto accade nel Regno Unito – dall’antiquariato alle arti figurative, passando per la musica e il costume. Questo grazie a Richard Mille, che ha invitato un ristretto gruppo di giornalisti provenienti da vari paesi a respirare l’atmosfera di Frieze (dal 3 al 6 ottobre scorsi). Ovvero la piattaforma leader mondiale nell’arte moderna che comprende riviste e fiere internazionali specializzate.
Un evento molto significativo per il brand, sia pur nel mezzo di molte altre ed eterogenee sponsorizzazioni. A Londra Richard Mille ha il suo quartier generale e il motivo della trasferta è stato poter toccare con mano questa collaborazione sui generis. Non un evento sportivo, commerciale o genericamente culturale, ma la punta di diamante di un settore oltremodo complesso come quello dell’arte contemporanea. Un settore fatto d’intuizioni ed eccessi, che muove affari milionari, oltre ad appassionati e collezionisti di ogni estrazione.
Abbiamo visto John Malkovich, ad esempio, chiacchierare tranquillamente con un gallerista, certo che quel British aplomb attorno a lui avrebbe protetto la sua privacy più di qualsiasi bodyguard. Frieze è un ambiente in cui Richard Mille trova perfette similitudini con parte della propria produzione e dei propri clienti; comprese certe atmosfere tipicamente londinesi in cui cultura pop e aristocrazia, trasgressione e conformismo convivono, rispettandosi e contaminandosi a vicenda.
Allestimento essenziale degli stand, inseriti peraltro in un contesto esclusivo come Regent’s Park; pubblico multietnico e delle più disparate provenienze culturali e social (ad immagine e somiglianza di Londra); volo British Airways, pernottamento presso l’Athenaeum Hotel & Residences, a due passi da Buckingham Palace, nel quartiere di Mayfair, attualmente il più cool della città. Dove si è anche tenuta la cena di benvenuto, presso Arros QD, ristorante dello chef a tre stelle e imprenditore di successo d’origine spagnola Quique Dacosta. Il primo del progetto d’aprire in tutto il mondo locali che mettano in scena la propria rivisitazione della tradizionale “arroceria” – con cottura a vista e tutte le variazioni possibili e immaginabili del riso “en paella”.
Ancora una volta avanguardia e spettacolo, si potrebbe commentare, come nel suo insieme lo è la Frieze Week; ma anche la produzione Richard Mille, esposta in uno stand all’interno dell’evento londinese con estrema sobrietà. Focus sugli esclusivi componenti degli orologi, visti come micro-sculture in cui la tecnologia d’avanguardia convive con il lavoro artigiano. Un ritorno al classico si poteva poi gustare nella sezione Master con i molti capolavori portati da galleristi di tutto il mondo. Espressioni più tradizionali come antichità, codici miniati o pittura, che sembravano però convivere perfettamente con la modernità.
Tra i corridoi di Frieze ho avuto infine il piacere d’incontrare Carlo Orsi, conosciuto ai tempi in cui mi occupavo d’antiquariato e collezionismo. Che ha confermato d’essere, con la sua galleria londinese Trinity Fine Arts, il proprietario dell’opera più ammirata dell’evento. Cioè il ritratto dell’umanista Michele Marullo eseguito dal Botticelli, l’ultimo oggi rimasto in mani private e dal valore stimato in circa 30 milioni di dollari. Tutte cose straordinarie che possono succedere, come fossero normali, solo a Londra.