In futuro, quando gli appassionati di moda guarderanno alla storia di Gucci, probabilmente la suddivideranno tra un prima e un dopo Alessandro Michele. Il riservato designer romano, nominato Direttore creativo della maison nel gennaio del 2015, ha trasformato quella che era una solida realtà del lusso in un fenomeno epocale. Una bomba socio-culturale in cui, più ancora dell’abito proposto in passerella, conta il messaggio da comunicare.
Che tu sia uomo o donna, vestiti come ti pare, contravvieni alle regole se quelle regole ti stanno strette, coltiva la tua estetica personale. Questo è il mantra che fin dall’esordio lo stilista ha ripetuto durante gli show, così come nelle campagne pubblicitarie, nei progetti di contaminazione con la musica, lo spettacolo, l’arte. E non ha fatto eccezione il segmento orologeria.
La divisione Gucci Timepieces, che affonda le radici negli anni ‘70, con una gamma di prodotti sempre made in Switzerland, interpreta al meglio la filosofia di stile di Alessandro Michele. Celebrare la più completa libertà di espressione personale attraverso un orologio è la missione intrapresa, grazie a modelli in cui la fantasia a briglia sciolta sposa l’accuratezza manifatturiera. Come nel caso del Gucci Grip.
Presentato nella sua prima variante a Basilea nel 2019, ha saputo evolvere nel tempo, all’insegna di quegli spiriti liberi che ne incarnano i valori. Sono le tribù di skateboarders metropolitani ad avere ispirato un orologio in cui i richiami a certe silhouettes anni ‘70 incontrano un mood contemporaneo. E lo spirito del tempo, in caso dell’ultimo nato, sempre con movimento al quarzo, passa attraverso un sofisticato effetto titanio.
La cassa e il bracciale sono in acciaio Pvd grigio, inciso con il logo della doppia G, ma l’insieme racconta il fascino futuribile del titanium effect. Restano gli elementi caratteristici delle tre finestrelle in cui si affacciano le ore, i minuti e la data grazie a un sistema di dischi rotanti. Indicazioni bordate però da superfici lucidissime, lavorate a specchio, che rivelano una grande attenzione al dettaglio.
L’immaginario istrionico di Michele ha trovato negli skaters di Tokyo, New York, Roma, Parigi e Seoul il perfetto contraltare, ma il bello del progetto Gucci Grip sta nelle infinite possibilità di interpretazione. Accanto alle prime versioni ci sono già state del resto il Grip Mickey Mouse, il Grip Roulette, il Grip Cronografo… In una commistione di elementi pop che trascendono gli stili, le epoche e le categorie.
Oltretutto la fluidità di fruizione, tanto cara al designer, non riguarda solo il genere: Gucci Grip è pensato per attraversare i confini anagrafici e superare le rigidità dell’occasione d’uso. Lo vedi, ti piace, lo indossi, facendolo tuo.