Dallo skidiving all’arrampicata. Dal kite alla Bmx. Sport ad alto tasso di adrenalina per il nuovo Sector Team, da sempre impegnato nelle sfide (fisiche e mentali) e appassionato di emozioni forti. Composto da cinque atleti, anche giovanissimi
«Noi, ragazzi di oggi, noi / Con tutto il mondo davanti a noi / Viviamo nel sogno di poi / Noi, siamo diversi ma tutti uguali / Abbiam bisogno di un paio d’ali / E stimoli eccezionali». Erano gli anni Ottanta, precisamente il 1985 quando Luis Miguel cantò questi versi… Erano gli anni di E.T. l’extraterrestre, i primi tre episodi della saga di Indiana Jones e “Ai Confini della realtà”… A ripensarci – in questa epoca di quarantena, di paura per il futuro e per il presente – si crea un effetto nostalgia. Il perché lo spiega Steven Spielberg, regista cult di quegli anni: «Credo che rimpiangiamo gli anni Ottanta perché era una decade in cui non esisteva lo stress. Tutto era semplice, innocuo, lo stile e la musica di quei tempi – i Duran Duran, Eddie Van Halen – era tutto fantastico!».
Fiducia nel futuro e ottimismo: tutto era No Limits. Pochi anni dopo, infatti, si affermano i Sector Heroes che sfidavano aria, acqua e terra. Sorvolavano i cieli, solcavano gli oceani, esploravano gli abissi marini, scalavano le montagne e infrangevano record in apparenza irraggiungibili, con le loro sfide al limite dell’impossibile. Nella memoria restano le imprese di Patrick de Gayardon, pioniere dello skydiving; Gérard d’Aboville, intrepido navigatore in solitario; Pipin, l’uomo degli abissi; e Manolo, il Mago delle Dolomiti. Le loro azioni hanno emozionato e ispirato un’intera generazione. Il termine con cui Sector identificò questi ambassador era Unbreakable: indistruttibili. Perché dotati di una tenacia vittoriosa in lotta contro i limiti della natura.
Leggende del passato e atleti del presente ora si passano virtualmente il testimone. In questo 2020 nasce un nuovo Sector Team, composto da Sean MacCormac, skydiver born in the Usa; Ludovico Fossali, promessa del freeclimbling che rappresenterà l’Italia ai Giochi Olimpici di Tokyo; Valentin Garat, stella francese del kiteboard; Valentin Anouilh, funambolico biker francese; e Carla Herrera Oria, affermata kitesurfer spagnola.
Ieri e oggi al polso di questi atleti fuori dal comune, e forse anche un po’ fuori di testa, la stessa marca di orologi (e, almeno in un caso, lo stesso modello d’epoca rivisitato in chiave moderna). Ieri come oggi «No Limits significa che l’unico limite è la mia immaginazione», spiega Sean MacCormac. «Con ogni probabilità le frasi che mi sono sentito dire più spesso, sono: “Non è possibile”, “È da pazzi”, “Non farlo”. Costruire una carriera all’insegna dell’avventura sfidando l’eco di tutti quei “È impossibile”, è stata una sorta di missione».
E il quarantacinquenne è una vera leggenda come lo fu de Gayardon: «In 20.000 lanci, ho avuto la fortuna di buttarmi da elicotteri, aerei, mongolfiere, dirupi, da auto, con la tuta alare, con la tavola… Il momento in cui il portellone si apre, subito prima di lanciarsi, per me è sempre stato l’attimo in cui l’impossibile diventa reale». Reali sono anche le sue medaglie, i titoli nazionali, i record mondiali. E il suo orologio, un Sector 950, erede di quello indossato proprio da de Gayardon.
Ma sicuramente un posto speciale nel cuore degli italiani lo troverà anche un altro membro del Sector Team: il trentino Ludovico Fossali. Ventitré anni, dicono che abbia imparato ad arrampicare prima ancora di camminare. Quel che è certo è che è il primo italiano nella storia dell’arrampicata a qualificarsi alle Olimpiadi (nel 2019 l’arrampicata sportiva è diventata disciplina olimpica). Qualche curiosità su di lui? Diciamo che sono veramente pochi gli sport che non ha praticato: ha fatto atletica, pallacanestro, sci, snowboard, perfino ginnastica artistica. Appassionato di basket, non si perde una partita dell’NBA e segue in particolare i Boston Celtics. Ama anche i motori e fa il tifo per Valentino e Leclerc. Al polso porta un Sector Expander.
Altro player del Sector Team è il francese Valentin Garat, che ha scoperto il kiteboarding all’età di 10 anni ereditando la passione del padre. Le sue evoluzioni con la tavola e la vela a cavallo delle onde non possono che affascinare anche chi non è esperto di questo sport. Il Coronavirus ha bloccato l’atleta a Los Roques, un arcipelago venezuelano, dove si era recato per preparare la stagione agonistica con altri due kiter, Louka Pitot e Arthr Guillbert. In un video racconta questa “prigionia” in uno dei paradisi incontaminati del mondo (da vedere su YouTube). Il suo orologio? Un subacqueo della collezione Sector 450.
Per rimanere nell’ambito degli sport acquatici, nel Sector team non poteva mancare una figura femminile: Carla Herrera Oria, ventisettenne specialista di kite-surf. Dominicana di origine, spagnola di adozione, è da anni in testa alla classifiche mondiali di questo “rodeo delle onde”. Chi la volesse incontrare di persona può partecipare a uno dei suoi corsi di kite a Tarifa, nel sud della Spagna. Durante i quali conoscerà tutto il suo entusiasmo e la sua energia; e potrà anche verificare se indossa sempre il suo Sector 960 Lady.
Dalla tavola alle due ruote con il francese Valentin Anouilh. Amante della natura estrema e della montagna, riprende le proprie peripezie sui sentieri più impervi con la GoPro. Ma ha trovato nel Sector 450 un compagno inseparabile per qualsiasi prova di freestyle. Anche per lui la passione sportiva è stata estremamente precoce: a 8 anni scorrazzava già con la sua mountain bike e iniziava ad allenarsi in spericolate acrobazie in bicicletta. La più memorabile forse è quella compiuta il 15 luglio 2019, quando ha letteralmente volato sopra le teste dei corridori in gara al Tour de France. In pieno stile No Limits.