I graffiti di Joaquín Arroyo, noto con il nome d’arte Derom, classe 1990, hanno iniziato a colorare le strade di Madrid quando lo street artist madrileno aveva 12 anni appena. Allora, ricorda, non sapeva ancora cosa fosse un Rolex. Ma il suo talento non passò inosservato. Tanto che grandi compagnie quali Movistar, Bbva Bank, Novotel Hotels, McDonalds lo incaricarono di decorare gli spazi interni e le facciate dei loro edifici.
Oggi è un artista di fama internazionale, e i suoi murales decorano città come Miami e Bangkok. Anche perché nel frattempo Joaquín ha perfezionato la propria tecnica: prima con gli studi di Industrial design allo Ied di Madrid, poi con il master in Illustrazione creativa e advertising all’Eina (University Center of Design and Art of Barcelona). Comincia qui per lui la professione di muralist, e di manager di se stesso, anche attraverso la vetrina del sito che ha fondato, www.masmural.com.
Poi è arrivata la passione per gli orologi. «Una passione nata tardi, veramente, e in modo progressivo», spiega Derom. «Ricordo che mio padre aveva come hobby quello di aggiustare orologi. Devo quindi a lui la mia conoscenza per questo mondo. Ma è stato solo più tardi che il mio interesse per l’orologeria ha preso piede. Una volta che ti immergi in questo universo, la passione e l’ossessione per certi modelli è inevitabile. E con il tempo è cresciuta sempre di più», confessa.
«Ho così dipinto il mio primo quadro, un Rolex Submariner. Non avevo intenzione di andare avanti. Però mi è piaciuto così tanto che ho voluto farne un altro, poi un altro e un altro ancora. Quando ho realizzato diversi dipinti ho pensato di creare una vasta collezione di modelli, principalmente quelli che mi piacciono di più. È nata così la Derom Collection», racconta. L’artista spagnolo ha deciso quindi di mettere la sua tecnica al servizio dell’orologeria. E ha cominciato a fare illustrazioni che sono vere e proprie opere d’arte.
Quali sono gli strumenti che utilizza per i suoi disegni? «Oggi uso carta al 100 per cento di cotone ad alta grammatura, mentre all’inizio disegnavo su fogli di carta cellulosa o mista. La mia tecnica in realtà è un mix di tecniche diverse: utilizzo dalla matita allo spray, passando per i Rotring (la marca di penne tecniche per eccellenza, come il Rapidograph, ndr), dei pennarelli speciali, la foglia d’oro eccetera», confida Derom.
Gli artisti non amano essere catalogati sotto qualche etichetta, è comprensibile. Ma per chi non la conosce, come definirebbe il suo stile? «Ho uno stile molto personale, che mischia diverse sfaccettature di me», risponde Derom. «Da un lato c’è la precisione e l’assoluta pulizia degli orologi, la ricerca della perfezione di linee e finiture. È qualcosa che ho fatto con i miei disegni molti anni fa e che ho sempre cercato di fare nell’arte di strada. Dall’altra parte, c’è il colore dello sfondo, realizzato con gli spray: qui abbiamo la mia essenza dei murales e dell’urban art, una linea più artistica, più macchia e più colore. Penso che anche il colore dia molta personalità ai miei lavori. La Spagna è il mio paese e mi piace molto ma direi che non ha un’influenza diretta sulla mia arte».
Cosa l’affascina di più degli orologi? «Parecchie cose. Riguardo al design, in un oggetto così piccolo che puoi indossare al polso appare un intero mondo di forme complesse, dettagliate, pulite e perfette. D’altronde la meccanica è qualcosa che mi colpisce nel profondo: i movimenti automatici, il tourbillon, le grandi complicazioni… Penso meraviglie della tecnica e dell’ingegneria».
All’interno della Derom Collection, quali sono i suoi lavori preferiti? «In generale li amo tutti. Ma i miei preferiti per ora sono il Panda Race, ovvero il ritratto del Rolex Daytona con quadrante “panda”; lo Steel and Gold, un altro Rolex Daytona nei due metalli, appunto; The Moon King, ovviamente l’Omega Speedmaster, e il Grandmaster Chime di Patek Philippe. Ma potrei continuare». Del resto per un artista non deve essere facile “dissociarsi” dalle proprie creazioni. Un po’ come se un genitore fosse costretto a scegliere solo uno dei propri figli.
Al di là della Derom Collection, Joaquín è veramente un collezionista di orologi? «Al momento non ho una grande collezione, ma spero che negli anni lo diventi. Intanto le posso citare due modelli che ho nella mia raccolta, gli unici che hanno davvero valore per me. Il primo è un Rolex Datejust 39 mm “classico”, il secondo un altro Rolex, un Submariner Date 41 mm. Oltre a Rolex, i miei marchi preferiti sono Patek Philippe e Audemars Piguet, tra gli altri».
Quali sono gli esemplari che trova più interessante disegnare? «Modelli sportivi come Hulk, Puffo, Batman, Pepsi…», elenca Derom usando i nomiglioli diffusi fra i collezionisti. Solo Rolex? «No, ci sono anche il Nautilus di Patek Philippe e il Royal Oak di Audemars Piguet. E altri ancora… In generale sono gli orologi che vorrei avere nella mia collezione. Anche se il modello che mi è costato di più in termini di fatica e difficoltà, che è stato un’autentica sfida, è il Patek Philippe Grandmaster Chime 5175. È ricchissimo di dettagli in ogni componente».
In questo periodo invece a cosa sta lavorando? «Voglio dipingere il Rolex Daytona Paul Newman. È un orologio che mi piace molto: ce l’ho in testa da molto tempo e penso che potrebbe piacere molto anche alle persone che seguono il mio lavoro». A proposito, un’informazione per il pubblico dei collezionisti e degli appassionati di orologeria: come e dove è possibile vedere i suoi disegni? E magari anche comprarli… «Su instagram @derom_collection e nella mia pagina web. Dove oltretutto si possono anche acquistare le riproduzioni delle mie opere. Sono stampate in carta di cotone da 350 grammi in qualità museale. Firmate, numerate e con certificato di autenticità».