Ho visto sui social che molti considerano gli orologi di Richard Mille come certi culturisti: una bella costruzione di muscoli, ma nessuna vera abilità che non sia fare scena. Vorrei fosse così. Ma purtroppo è esattamente il contrario. Sono – tranne rare eccezioni culturalmente sofisticate – attrezzi da lavoro, attrezzi specializzati ed efficienti. E quando si vestono di colori lo fanno secondo un codice professionale che li aiuta nel loro servizio. È per questo che la maggior parte dei Richard Mille sono per me un sogno quasi ossessionante, come gli orologi di Journe, quelli di Max Busser e pochissimi altri. Amo il loro spirito tecnico: cultura distillata per Journe e fascino dell’utensile definitivo per Richard Mille. Prendiamo ad esempio l’orologio creato per la manifestazione velistica Les Voiles de Saint Barth. Si chiama RM 60-01 e l’unica resistenza che puoi opporgli sono i 207mila euro necessari per averlo al polso, accidenti a lui! Ma ne parliamo fra poco.
Richard Mille e le vele nascoste
Saint-Barthélemy (o Collectivité de Saint-Barthélemy), spesso abbreviata in St. Barts, è un’isola delle Antille e dal 22 febbraio 2007 una Collettività d’oltremare della Francia, di 9.131 abitanti. Precedentemente e provvisoriamente fino al 15 luglio 2007 era un comune francese che faceva parte del Dipartimento e Regione d’oltremare della Guadalupa. I suoi abitanti si chiamano Saint-Barths. 25 chilometri quadrati. 3 volte e mezza il Parco di Monza, poco più del Consorzio di Costa Smeralda, che è di 18 chilometri quadrati. Esclusivo anche perché difficile da raggiungere, ma – a differenza della Costa Smeralda, che oltretutto è più vicina alle grandi capitali europee – vittima di terribili uragani tipici di quella zona che, fra isole e arcipelaghi, unisce in un arco naturale le coste del Venezuela a Cuba.
Si chiama così perché il primo europeo a metterci piede fu Cristoforo Colombo nel 1492. Il quale le dette il nome del fratello Bartolomeo. Fu territorio francese, poi svedese (la capitale, Gustavia, prende il nome da Gustavo III di Svezia), fin quando i francesi nel 1877 la ricomprarono. Così come la Costa Smeralda deve la sua fama agli investimenti di un consorzio capitanato dall’Aga Khan, così Saint-Barthélemy nasce dall’interesse di Rockefeller, il quale la trasformò nel paradiso del turismo d’élite che ancor oggi la popola. Questo avveniva proprio in quegli anni Sessanta che vedevano nascere anche il Consorzio della Costa Smeralda.
La manifestazione velistica Les Voiles de Saint Barth venne creata nel 2010 e Richard Mille ne fu subito uno dei principali sponsor, fino a diventare nel 2019 title sponsor. Oggi il nome è infatti Les Voiles de Saint Barth Richard Mille. La regata consiste nel periplo dell’isola, reso però difficile e pericoloso per i tanti ammassi di rocce più o meno affioranti che si trovano sul percorso; e anche per via degli accumuli galleggianti d’alghe secche, creati dalle correnti, che hanno lo stesso colore delle rocce. Roba per marinai esperti insomma.
Premio e beneficenza
Per ogni edizione della regata, fin dal 2010, Richard Mille ha creato una edizione speciale, limitata a pochissimi pezzi, di “discendenti” del mitico RM 28 (121mila euro con cassa in titanio: ho perso ogni speranza!), l’orologio subacqueo caratterizzato da una lunetta girevole insolitamente profonda e da un diametro di quasi 47 millimetri. Questione di leggibilità in ogni condizione, mi dirai tu. Sì, ti rispondo, ma non solo. La mia personale impressione, conoscendo Richard Mille da molti anni, è che fin dall’inizio del progetto ci fosse in mente l’idea di usare la lunetta anche per altre attività. Nel caso di questo cronografo, ad esempio, è possibile usarla come bussola solare di notevole precisione.
Ah, dimenticavo di dire che la pandemia, lo scorso anno, ha portato gli organizzatori a cancellare la regata. Si pensava le cose potessero cambiare quest’anno, ma la prudenza ha (ben) consigliato di rimandare al 2022 la prossima edizione di Les Voiles de Saint Barth Richard Mille. Ma è stata emessa comunque una serie limitata del cronografo automatico flyback RM 60-01. Il ricavato della vendita di uno degli 80 esemplari andrà interamente alla comunità di Saint-Barthélemy, per iniziative benefiche locali. Del resto era tradizione che uno degli esemplari finisse al polso del vincitore: quest’anno vince la beneficenza. Gli altri 79 finiranno al polso di collezionisti, ricchi e fortunati. Sì: un quarto d’ora di invidia è consentito.
L’RM 60-01, la bussola solare…
Roba da skipper insaziabili. Nulla che un computerino da 1.000 euro non sappia fare, come al solito, ma noi preferiamo la meccanica, quella qualitativamente migliore.
L’RM 60-01 Les Voiles de Saint Barth, in buona sostanza, è un cronografo flyback con calendario annuale e dispositivo per il conto alla rovescia. Il movimento, stipato in una cassa in titanio e fibra di carbonio stratificata, è parzialmente “vedo nudo”, come molti Richard Mille, ma reso ben leggibile grazie ad una serie di codici colore che facilitano la gestione delle moltissime informazioni offerte.
Come ho fatto altre volte prendo la descrizione tecnica della cartella stampa e tento di sintetizzarla.
Il Calibro RMAC2 è un movimento (ovviamente di manifattura) a carica automatica con ore, minuti, piccoli secondi, grande data, mese, cronografo flyback con contatore dei secondi al centro, dei minuti e del conto alla rovescia a ore 9, delle 24 ore al 6. Indicazione UTC (tramite una specifica lancetta), rotore di carica a geometria regolabile per variarne l’efficienza. Che deve essere quella massima nel caso di persone non troppo dinamiche. Ricarica unidirezionale, doppio bariletto, autonomia complessiva di circa 55 ore – ovviamente variabile in relazione all’uso delle funzioni crono. Platina e ponti in titanio grado 5. Bilanciere ad inerzia variabile.
L’RM 60-01 ha una lancetta UTC (Tempo Coordinato Universale) che può essere utilizzata come indicatore di un secondo fuso orario oppure come bussola solare, per entrambi gli emisferi. Premesso che tutti gli orologi possono essere usati come bussola solare approssimativa (la lettura dipende anche dalla stagione e dall’ora in cui viene effettuato il rilevamento), la lancetta UTC viene puntata verso il sole; dopodiché la lunetta girevole bidirezionale, in Carbon TPT®, deve essere impostata in modo che la lancetta UTC indichi l’ora locale visualizzata sulla lunetta. Le indicazioni della bussola Nord, Sud, Est e Ovest si allineano quindi con la posizione effettiva sulla superficie terrestre. È più semplice da fare che da raccontare. La regolazione della lancetta UTC viene gestita dal pulsante a ore 8.
… e tanta sostanza
Datario di grandi dimensioni in una finestrella con cornice gialla, sotto al 12. Scatto semi-istantaneo come per l’indicazione del mese, posta in una finestrella fra il 4 e il 5. Le indicazioni devono essere fatte avanzare solo una volta l’anno, alla fine di febbraio. Per motivi di spazio in questo calendario annuale è stato omesso il giorno della settimana.
Di grande interesse la corona, che comprende un esclusivo sistema di blocco. Ruotando una ghiera coassiale alla corona stessa si possono bloccare (freccia rossa) o sbloccare (freccia verde) corona e pulsanti crono. Micromeccanica d’eccellenza anche in questo caso.
La cassa, in titanio e fibra di carbonio, ha un diametro di 50 millimetri, uno spessore di 16,33 ed è impermeabile fino alla pressione di 10 bar. Un ottimo dato, tenendo presenti i pulsanti crono e quello UTC. All’interno, sul quadrante, è presente anche la scala tachimetrica.
E poi molto altro ancora. Molto altro. Un po’ mi rode, ma temo che quest’orologio valga ogni centesimo del suo prezzo. Una visita in una boutique Richard Mille può serenamente confermarlo. Togliendovi dalla mente l’idea che si tratti di un giocattolo per ricchi scemi, come il sogno infranto (dal prezzo) potrebbe spingervi a ritenere.