Avete presente A te, la canzone di Jovanotti? A un certo punto dice: “Ti ho visto piangere nella mia mano / fragile che potevo ucciderti / stringendoti un po’… / E poi ti ho visto con la forza di un aeroplano / prendere in mano la tua vita / e trascinarla in salvo”. Il brano, romanticissimo (vi invito a riascoltarlo), non è solo una dedica alla donna amata: è un ritratto delle donne dei nostri giorni, fragili e forti insieme. Appassionate, complesse, dalla personalità multiforme e sfaccettata. Ecco, credo che lo stesso concetto abbia ispirato i progettisti di Eberhard & Co. quando hanno ideato il Rêve.
Non lasciatevi condizionare dal nome poetico (“sogno”). Il Rêve è un orologio capace sì di interpretare gli aspetti più delicati ed emotivi della femminilità, ma al tempo stesso è in grado di esprimerne tutta le forza e il senso pratico. Classico ma non “già visto”, ricercato ma non stravagante, colpisce per il design simmetrico, dalle proporzioni armoniose e dalle linee morbide. Prezioso quanto basta per adattarsi ai look più formali, ma per nulla impegnativo, così da poter essere indossato tutti i giorni. Il Rêve è il tipico passepartout, che non può mancare nel proprio portagioie perché risolutivo in ogni situazione.
Si vede che è stato studiato da qualcuno che sa il fatto suo, che conosce le donne di oggi e le loro esigenze; non mi stupirei se nella progettazione stessa ci fosse lo zampino di una donna, talmente è centrato con il target di riferimento… Sì, perché non crediate che i creativi di Eberhard & Co. siano proiettati solo nei cronografi, che abbiano la testa e il cuore tutti nei motori. Chiunque conosca un minimo la storia secolare della Maison de l’Aigle, sa che vanta un signor passato anche al polso delle signore. Basta andare al Museo di La Chaux-de-Fonds per rendersene conto.
A cominciare dai carré e dai tonneau in oro giallo degli anni Dieci del Novecento. E più ancora dagli splendidi modelli di forma degli anni Venti: montres-bijoux ricchi di smalti colorati o di motivi floreali, sulla scia dell’Art Nouveau; oppure in platino e diamanti, con forme pure o con decori cesellati, tipicamente Art Déco. Segno di un’attenzione particolare per la moda. Più tardi, negli anni Sessanta, uscirono invece i piccoli, femminilissimi orologi-gioiello in oro bianco e brillanti, con i bracciali à rivière, in maglia milanese o polonais. E nei Settanta gli esemplari più fantasiosi, con le anse ad anello o con la cassa dalle singolari geometrie (collezione Grazia).
Per passare, in tempi più recenti, al Gingi dei primi anni Duemila, creato da un nonno orgoglioso (Palmiro Monti) per l’amata nipotina. E via via fino al Gilda, dalla cassa curva, il quadrante ellittico e il vetro zaffiro bombato nei due sensi (brevettato); un unicum nel suo genere, tuttora un bestseller, declinato in innumerevoli versioni. Perché se ogni epoca ha visto i propri modelli da signora, le quote rosa del catalogo si sono ampliate da quando le redini di Eberhard & Co. sono in mano a una donna, Barbara Monti. E siamo a ieri. Per tornare all’oggi, è un po’ come se tutto il sapere, tutta la sensibilità e le attenzioni della Casa per il mondo femminile si fossero distillati nel Rêve.
Realizzato interamente in acciaio, il Rêve ha la cassa di 30 mm di diametro, una misura squisitamente femminile, non troppo grande né troppo piccina, che sta bene ai polsi di tutte. Il quadrante è in madreperla, bianca o rosa. Otto le versioni disponibili, sempre con movimento al quarzo, che si differenziano per la presenza (o l’assenza) dei diamanti incastonati sulla lunetta e agli indici. Ed è proprio la lunetta a conferire carattere all’orologio: formata da due elementi che somigliano a parentesi tonde, abbracciano il quadrante per terminare nelle lunghe anse; e lasciano aperto lo spazio in corrispondenza del bracciale, assicurato alla carrure da una maglia centrale.
Del resto, il bracciale stesso è un segno distintivo: a cinque file, ricorda quello che i maestri catenisti francesi chiamano Tessuto di vimini (Tissu Vannerie), ma più rado; è composto da maglie à coquille (letteralmente “a guscio”: bombate, rettangolari ma dai bordi smussati), dalla costruzione alternata come in un muro di mattoni, che creano un “nastro” flessibile ed estremamente confortevole al polso. Al tatto il Rêve trasmette sensazioni piacevoli, quasi “morbide”, grazie alla prevalenza di curve e all’assenza di spigoli vivi. Tutte le superfici hanno una finitura lucida, che rende l’orologio chic come un gioiello. Un bel modo per celebrare le donne di oggi.
Nota di servizio: il prezzo, che parte dai 1.030 euro.