Li chiamano microbrand, anche se a volte hanno produzione e fatturato di tutto rispetto. Sono nuove realtà orologiere, nate dalla passione e dall’entusiasmo di un ristretto gruppo di persone che utilizzano i social network come elemento di marketing (e non solo). E rappresentano un fenomeno ampiamente diffuso a livello internazionale, negli ultimi anni, anche se creano un panorama tutt’altro che uniforme; anzi, caratterizzato da differenti scuole di pensiero, soluzioni tecnico-stilistiche variegate e identità uniche e personali. Abbiamo selezionato cinque microbrand dall’anima italiana, senza considerare fatturati e numeri, ma basandoci esclusivamente sulla qualità esecutiva espressa, con approcci sempre originali e distintivi. Per ulteriori approfondimenti vi rimandiamo al sito ufficiale di ogni singolo marchio.
Allemano Time
Un’azienda fondata da Giuseppe Allemano nel 1856, specializzata nella produzione di strumenti di precisione con applicazioni nell’automotive, nell’industria aeronautica e nelle esplorazioni subacquee. Ma nel 2019 la Allemano ha messo a punto una riuscita estensione merceologica. Misuratori del Tempo segna infatti il debutto nell’orologeria di Allemano Time, con meccaniche di fabbricazione svizzera e fasi di assemblaggio e controllo finale eseguite in Italia, nei laboratori di Grugliasco (in provincia di Torino).
Il design si richiama fedelmente all’antico manometro, posizionato sul finire degli anni ’20 sul cruscotto della Fiat 501. La Collezione 1919 è quindi un voluto omaggio a quel particolare dispositivo dal fascino rétro ancora attuale, e conta tre modelli con differenti soluzioni funzionali. Il Man ha un quadrante dalla grafica tecnica, con lancetta centrale delle ore, minuti retrogradi al 12 e contatore dei piccoli secondi al 6; il Gmt offre l’indicazione di un secondo fuso orario; il Day ha il datario a ore 3.
Brera Milano
Presentata nel 2008, la prima collezione di Brera Orologi diventa protagonista delle vetrine di Neiman Marcus, celebre catena di department stores negli Stati Uniti; in seguito, è esposta anche da Barney’s New York, Saks 5th Avenue e da Bloomingdales. Un successo per il fondatore Maurizio Pasi che, oltre ad espandersi negli altri Paesi del continente americano, ha poi esplorato il Giappone e l’Europa con il contributo del fratello Andrea.
Il recente cambio di nome in Brera Milano è da considerare l’evoluzione del concetto orologiero del microbrand, con un’ergonomia ottimizzata e la ricerca su materiali e meccaniche, senza mai dimenticare lo spirito originario del marchio. Gli orologi, ingegnerizzati e assemblati in Italia, vedono l’impiego di vetri in zaffiro, gomma naturale per i cinturini, casse e fibbie déployante in acciaio. Il diametro di 45 mm è il comune denominatore dei tre modelli proposti: il Supersportivo Evo Automatic, con calibro Seiko NH70; e i cronografi Supersportivo Evo e Granturismo GT2, azionati da movimenti al quarzo Miyota.
echo/neutra
Il desiderio di immaginare una propria via all’orologeria è il principio ispiratore del designer Nicola Callegaro e di Cristiano Quaglia, ingegnere aerospaziale. Che nel 2018 hanno dato vita al brand echo/neutra, con origini venete (la sede è a Piove di Sacco, in provincia di Padova) e una ricerca estetica che si esalta nei rumorosi silenzi delle Dolomiti. La prima tappa, datata un anno più tardi, è rappresentata dall’Averau 42, venduto sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter; i cui risultati hanno spinto i due fondatori ad approfondire l’approccio con l’industria delle lancette di produzione Swiss Made.
Il catalogo attuale è costituito dalle collezioni Averau, contraddistinta da differenti misure di cassa e piccole complicazioni; e Cortina 1956, dalla connotazione vintage, dedicata alle prime Olimpiadi italiane del Dopoguerra. Segni particolari: la lunetta con la montagna stilizzata riprodotta al 12 dei “solotempo” (i cronografi presentano invece la scala telemetrica); e la lancetta dei secondi con la punta rossa-bianca-rossa: un’alternanza cromatica che richiama la segnaletica del Cai, Club Alpino Italiano.
HTD Watches
Acronimo di Horological Tools Department, a discapito del nome in inglese è un microbrand nato a Firenze, come piacevole conseguenza dell’incontro di Federico Dal Guerra e Federico Zulian. L’impostazione creativa ha una forte ispirazione automobilistica dal carattere vintage, con una predilezione per le linee tipiche del trentennio compreso tra gli anni ’50 e ‘70.
Due le collezioni proposte. La Hesagraph, dai dettagli netti e decisi, con un cronografo a carica manuale, con cassa in acciaio e disposizione delle indicazioni a due contatori. E l’Aquatìc, che ha invece una vocazione subacquea, con la cassa d’acciaio impermeabile fino a 20 bar e il calibro a carica automatica. Ogni elemento è curato con la massima attenzione: la ghiera graduata per i tempi di immersione è contrassegnata da un particolare disegno del profilo; le lancette dalla foggia originale spiccano sui quadranti per scelta estetica privi di indicazione del datario.
Unimatic
Giovanni Moro e Simone Nunziato, designer del prodotto industriale laureati al Politecnico di Milano, fondano Unimatic nel 2015. L’essenzialità e lo stile funzionale sono i principi fondamentali del marchio, con il primo esemplare denominato Modello Uno e il più recente Modello Quattro. Le linee derivano dai modelli subacquei del passato, interpretati però secondo stilemi contemporanei cui il microbrand milanese ha iniettato una corposa dose di fantasia e dedicato rifiniture ricercate.
Un progetto made in Italy per identità creativa, assemblaggio e test di controllo finale, con meccaniche giapponesi ora affiancate da calibri di provenienza svizzera. Tutti gli orologi appartengono a limited edition studiate con la massima attenzione, per consolidare la coerenza creativa del brand: dal Modello Uno referenza U1-C, sviluppato nel 2016 per il concept store parigino Colette, fino alle recenti collaborazioni con Hodinkee, Grimoldi e con l’Esercito Italiano.