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Lee Yuen-Rapati, viaggi intergalattici in meno di un’ora

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La rivoluzione digitale e l’ascesa di piattaforme social come Instagram e YouTube hanno consentito a molti creativi di affermarsi nel mondo dell’arte legata all’orologeria, senza dover passare attraverso i consueti canali di gallerie e musei. È il caso di Lee Yuen-Rapati. L’illustratore e designer canadese – originario di Halifax, Nuova Scozia – è diventato popolare proprio grazie alla Rete con il progetto One Hour Watch da lui lanciato nel 2014. Progetto che prevede la creazione di un orologio disegnato da Lee Yuen-Rapati, ogni giorno, nell’arco di un’ora o meno. Ciascun disegno è unico e può riprodurre quotidianamente soggetti diversi: da un pezzo iconico al singolo dettaglio, dal mondo fantasioso fino a un’immagine più astratta. Con tecniche che vanno dall’acquerello alla matita, alla penna.

Con una laurea in design interdisciplinare al Nova Scotia College of Art and Design e un master nel design di caratteri tipografici all’Università di Reading, Lee in poco tempo ha conquistato l’attenzione di diversi marchi, indipendenti soprattutto: come Ming, Habring, J.N. Shapiro, MB&F o Roger Smith. È inoltre membro dell’Accademia del Grand Prix d’Horlogerie de Genève, nata con l’obiettivo di promuovere l’orologeria nel mondo. Catturati dal suo talento, abbiamo rivolto qualche domanda a Lee Yuen-Rapati e cercato così di conoscere meglio il suo lavoro. 

Come si è appassionato al mondo degli orologi?
«È iniziato tutto mentre studiavo design all’università. Ho sempre amato disegnare, quindi quando mi sono appassionato agli orologi ho iniziato a disegnarli nel tempo libero. All’università ho seguito un corso di disegno tecnico che mi ha insegnato tecniche più formali: fortunatamente per me uno dei progetti era disegnare un orologio! Il mio progetto One Hour Watch è iniziato mentre stavo finendo la mia tesi di laurea, sia per continuare a esercitarmi nel disegno, sia per conoscere gli orologi disegnandoli».

Quale tecnica usa?
«Per disegnare uso un mix di penne a punta fine e pennarelli a base di alcol. Il che consente un lavoro rapido e preciso, che ben si adatta anche alle piccole dimensioni del disegno (generalmente intorno ai 10×12 cm) su cui preferisco lavorare. In genere uso una carta fatta a mano che viene dal Canada, dalla trama adorabile e di colore bianco sporco – cosa che aggiunge molto carattere ai disegni».

Com’è avvenuto il suo primo incontro con gli orologi?
«In realtà è stata mia madre a farmi entrare in contatto con il mondo degli orologi. Un giorno le capitò infatti di imbattersi nella pubblicità di un modello Urwerk pubblicata su una rivista e mi suggerii di osservarla. Sono un grande fan della fantascienza, quindi ho trovato l’estetica dell’Urwerk immediatamente accattivante. Da quel giorno ho iniziato a navigare in Rete e a cercare notizie sui blog, guardare video e frequentare le comunità online sui social media».

È un collezionista?
«Ho una piccola collezione con un mix di orologi vintage e moderni. Mi definirei più un appassionato che un collezionista, in quanto non ho regole rigide sulla raccolta di determinati riferimenti o tipi di orologi».

Quali sono i suoi marchi di riferimento?
«Sono un grande sostenitore degli orologiai indipendenti. Penso infatti che attualmente stiano creando i pezzi più interessanti. Sono stato molto fortunato a entrare in contatto e iniziare a collaborare con alcuni di questi “eroi dell’orologeria”. Sono particolarmente orgoglioso di fornire lavori tipografici per Habring2 e lavori di illustrazione per MING e MB&F (come quelli dell’HM10 Panda Only Watch, ndr). Il Kudoke 2 Zodiac che ho contribuito a progettare ha rappresentato una meravigliosa opportunità per me di mescolare illustrazione e tipografia. Sono poi molto entusiasta di lavorare come designer per Fears Watch Company».