Attualità

Pontos Chronograph 43mm: torna il Maurice Lacroix muscolare

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Negli ultimi mesi Maurice Lacroix è tornato a far parlare di sé, dopo qualche anno di silenzio. Non equivocatemi: non ha mai interrotto la produzione né ha smesso di essere distribuito in Italia, dove è presente fin dal 1978 (il nostro mercato è stato uno dei primi aperti dalla Casa svizzera, fondata poco prima, nel ’75). Era semplicemente sparito dai radar della stampa, specializzata e non. Ora che invece ha ricominciato a curare la comunicazione, si fa subito notare per l’appeal di certi prodotti. Come l’Aikon Master Grande Date Black, con il bilanciere in bella mostra sul quadrante. O il nuovo Pontos Chronograph 43mm, presentato un paio di giorni fa, che riaggiorna la storica collezione.

Storie di calibri

Lanciata nel 2004, la serie di cronografi si distingue fin dall’inizio per lo stile sport-chic, improntato alla chiarezza e alla leggibilità. Caratteristiche comuni, per inciso, all’intera collezione. Nel tempo poi è stata ritoccata più volte con lievi restyling (ricordo almeno quelli del 2011 e del 2016, ma non ne escludo altri). E nel frattempo anche arricchita di nuove varianti cromatiche (per esempio il Panda dello scorso agosto). Ma ha sempre conservato la tipica affissione a tre contatori, a ore 6/9/12, imposta dalla meccanica. Perché il Pontos Chronograph 43mm è equipaggiato da sempre dal calibro ML112, uno sviluppo del Valjoux 7750. Anche se queste recenti versioni hanno perso la funzione day-date (ormai riservata ai Pontos S Chronograph) e mantenuto solo il datario al 6.

A onor di cronaca, va detto che il celebre “trattore” della Eta è servito anche come base per il calibro ML67 utilizzato in alcuni esemplari della collezione Masterpiece: il Chroneo del 1996 e il Masterchrono del 2007. La linea Masterpiece, inventata nel ’94 dal capo della produzione René Bauman con il nome Les Méchaniques, è quella che racchiude l’alto di gamma della Marca, i pezzi notevoli e i movimenti di manifattura, avviati con il calibro ML106 nel 2006. Bauman, oltretutto, nel 1983/’84 era riuscito a procacciare all’Azienda scorte di intere serie di vecchi calibri, come il Venus 188 o il Valjoux 23. I quali, rimessi in funzione secondo gli standard moderni e montati all’interno di edizioni limitate, contribuirono non poco alla fama della Marca.

Devo aggiungere però che la collezione Masterpiece, tuttora in catalogo, non rappresenta che una fetta ridotta della produzione, la dimostrazione di ciò che la Manifattura di Saignelégier sa fare. Però il grosso degli affari – e dell’attenzione – è da tempo focalizzato su un’altra “famiglia”, Aikon. Creata nel 2016 come sviluppo dello storico Calypso e dedicata ai giovani, è in gran parte animata da movimenti al quarzo. E via via ha acquisito contenuti ad hoc per i Millennials (per esempio la sostenibilità). Mi ha fatto quindi piacere vedere che la collezione Pontos, rivolta a un pubblico più maturo, in grado di apprezzare la meccanica, non viene trascurata. Anzi…

Le caratteristiche del Pontos Chronograph 43mm

Chiudo questa premessa un po’ lunga, ma necessaria per chi non conosce Maurice Lacroix, e torno quindi alla novità del momento, il Pontos Chronograph 43mm. Che ora è declinato in quattro referenze, diverse per il colore del quadrante soleil, nero o antracite, e per la presenza del bracciale o cinturino. Com’è evidente dal nome, si tratta di un cronografo virile e “muscolare”. Un cronografo per uomini dal polso forte: la cassa in acciaio, dalle lunghe anse, misura appunto 43 mm di diametro. Ha conservato cioè le stesse dimensioni dei suoi predecessori, a riprova che il design è tuttora dettato dall’estetica originaria. Del resto, come scrivevo sopra, la leggibilità è la caratteristica principale di questo orologio. E difatti è il quadrante a catturare tutta l’attenzione, reso ancora più “aperto” dalla lunetta sottile.

Caratteristica principale delle nuove versioni è l’indicazione delle ore con i grandi numeri arabi, che sono andati a sostituire gli indici a bastone degli immediati precedenti. Immutati invece restano i grandi contatori delle ore e dei minuti crono, sottolineati da profili a contrasto (silver oppure oro rosa, abbinati alle cifre), così come le lancette semi-scheletrate, sottolineate da un trattamento Super-LumiNova. Tipici della collezione sono poi il bel bracciale a tre file, in acciaio satinato con bordi lucidi, oppure il cinturino in pelle nera con il consueto logo applicato. Entrambi sono comunque dotati del sistema di intercambiabilità della Casa, l’Easy Strap Exchange System, per personalizzare l’orologio.

Concludo come di consueto con il prezzo al pubblico: 3.100 euro (con cinturino) o 3.150 (con bracciale), in linea con quel principio di “value for money” che da sempre appartiene alla Marca. Tanto per capirci… Quando ho perso di vista Maurice Lacroix, nel 2017, il posizionamento medio andava dai 1.000 ai 3.000 euro – con punte attorno ai 7/8 mila per i complicati di manifattura e, all’opposto, di 7/8 cento per i solo tempo al quarzo. Per me è stata una vera sorpresa ritrovare praticamente gli stessi prezzi, cinque anni dopo…