Oggi parliamo di una complicazione ormai inusuale, ma più frequente in passato: le indicazioni di marea. Sviluppata secoli orsono per strumenti di indubbia utilità, conobbe una certa diffusione negli esemplari da torre come in quelli domestici. Fino a diventare la rarità meccanica dell’alta orologeria di oggi
Da sempre, chi vive sulla costa conosce quel fenomeno affascinante che è l’alternanza dell’alta e della bassa marea. L’umanità e gli antichi scienziati si sono spesso interrogati, cercando – come è naturale – di capirne le cause e di carpire il segreto della sua periodicità.
La letteratura
Pochi forse sanno che il tema fu ripreso dallo stesso Newton, il quale fu il primo, forte della propria impostazione scientifica e della Teoria della Gravitazione, a darne un’interpretazione che potremmo definire “moderna”. L’alzarsi e abbassarsi dell’acqua del mare dipende dalle posizioni reciproche di Sole, Luna e Terra ed è dovuto a un effetto di attrazione gravitazionale.
Eppure, anche il buon Newton non trovò questa soluzione partendo dal nulla: all’origine della sua teoria delle maree c’era uno scritto del XIII secolo, De Fluxu et Refluxu Maris, composto da Jacopo Dondi dall’Orologio, l’autore del bell’orologio astronomico di piazza dei Signori a Padova e padre di Giovanni, il genio che progettò e realizzò il celebre Astrario.
In questo suo poco noto scritto, Jacopo già anticipava il metodo sperimentale: pur dichiarandosi apertamente rispettoso della tradizione e dei sapienti antichi, di fatto non ricorse ad alcuna delle soluzioni “causali” fornite da Aristotele e compagni filosofi, non parlò di “attrazione per similitudine” né di luoghi naturali, ma ridusse le maree a fenomeni pienamente spiegabili con la pura geometria, prendendo in considerazione le posizioni reciproche di Terra, Luna e Sole. Per di più, aggiunse che per essere ben sicuro di quel che affermava, era stato a verificare di persona l’andamento del livello delle acque in funzione del calendario… Più metodo sperimentale di questo!
Per chi fosse curioso di conoscere qualcosa della incredibile storia di questa scoperta, che vide il buon Dondi protagonista di tanti plagi e scippi nella storia della scienza, non posso che raccomandare un breve ma interessantissimo testo: Flussi e Riflussi del bravissimo Lucio Russo.
Le maree a London Bridge
Il problema della marea si ripercuoteva anche nelle foci ad estuario dei fiumi importanti. Ne è una prova l’inventario dei beni dell’abbazia di St. Albans, nei pressi di Londra, che fu redatto nel XVI secolo, quando Enrico VIII dichiarò lo scisma anglicano e si impossessò di tutti i beni di proprietà ecclesiastica. Allora, l’abbazia ospitava l’antico orologio astronomico costruito da Richard di Wallingford nella prima metà del Trecento, che mostrava le indicazioni di marea a London Bridge, fornendo così un’informazione fondamentale per chi dovesse attraccare o salpare dal porto londinese.
Richard era l’abate di St. Albans ed era un vero genio: matematico e astronomo, progettista e costruttore di orologi e strumenti scientifici, secondo alcuni fu addirittura colui che portò la trigonometria in Inghilterra.
Da Richard in poi molti orologiai si cimentarono con gli esemplari da torre, domestici e addirittura da tasca che mostravano le indicazioni di marea. Naturalmente, poiché le maree mutano da un luogo all’altro, si rendeva necessario (allora come oggi, a meno che non si disponga di un geolocalizzatore tipo Gps) tarare l’orologio in funzione del luogo e del fenomeno.
Il dispositivo delle indicazioni di marea
La periodicità delle maree non è un multiplo del giorno terrestre: essendo legate alla posizione della luna, i loro cicli sono funzione del calendario lunare.
Riguardo al funzionamento meccanico del sistema che governa le indicazioni di marea, fondamentalmente la lancetta (salvo altro tipo di rappresentazione del fenomeno) è orientata sulle ore 12 quando è alta marea e sulle ore 6 quando è bassa marea. L’intervallo tra due alte maree è di 12 ore e 24 minuti circa, ma per via di quel “circa” bisogna periodicamente provvedere al recupero dell’errore, che va cumulandosi.
Se siamo interessati solo all’orario dell’evento (alta marea/bassa marea – marea crescente/marea calante) la soluzione meccanica si limita all’inserimento di una riduzione collegata alla ruota oraria, che fa sì che la lancetta delle maree percorra il quadrantino in 12 h e 24’ anziché in 12 h. Se l’orologio ci dà anche un’indicazione sull’entità della marea (i livelli raggiunti dalle acque sono funzione della fase lunare), allora è necessario anche derivare tale informazione disponendo della fase lunare corrente.
Dalla torre al polso
Le indicazioni di marea erano importanti per la navigazione, per cui è chiaro che furono oggetto di attenzioni soprattutto da parte di quelle culture che del mare avevano fatto la propria fortuna. In Olanda e in Inghilterra troviamo addirittura orologi pubblici con quadranti dedicati, come il celebre orologio di King’s Lynn Minster posto sulla chiesa di Santa Margherita a King’s Lynn nel Norfolk.
Nei secoli scorsi alcune manifatture dalla spiccata vocazione marinara hanno prodotto qualche esemplare da tasca a tema, spesso su commissione. E ai nostri giorni càpita trovarli, sebbene non di frequente, in specifiche battute d’aste, in cui raggiungono quotazioni di rilievo. In tempi più recenti, com’è logico, le indicazioni di marea sono poi state trasferite al polso, dove hanno avuto particolare successo soprattutto negli ultimi decenni del Novecento: memorabili restano i Mareoscope di Eberhard & Co., i Solunar e i Maréograph di TAG Heuer, gli Admiral’s Tide di Corum…
Mentre oggi si tratta piuttosto di autentiche rarità, presenti in genere negli orologi ultracomplicati: realizzati in pezzi unici o in edizioni limitatissime – con poche eccezioni -, sono destinati ai più facoltosi fra i collezionisti e gli appassionati di “bella orologeria”. Del resto, ormai, le indicazioni di marea sono diventate quasi esclusivo appannaggio dei modelli al quarzo o ancor più degli smartwatch collegati al Gps, che offrono non solo una notevole precisione delle informazioni, ma anche prezzi abbordabili per tutte le tasche. Certo non hanno il fascino delle meccaniche d’antan, ma sono figli dell’evoluzione tecnologica della nostra epoca. Buona navigazione!