Approfondimenti

RM 30-01, il Richard Mille con il rotore disinseribile

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Nell’universo dei produttori di alta gamma, Richard Mille ha saputo imporsi per l’originalità delle inconfondibili creazioni, in cui il design avveniristico, la ricerca di nuove soluzioni meccaniche e l’uso di materiali ad alte performance sono diventati le componenti fondamentali. Lo dimostra anche il nuovo RM 30-01.

Tuttavia, volendo presentare questo ultimo modello in ordine di tempo, è difficile scegliere da dove iniziare a descriverlo. Perché sono tante le caratteristiche che lo rendono affascinante, a partire dall’estetica. Eppure la vera novità sta nella meccanica: o meglio nelle particolarità costruttive che contraddistinguono il movimento. A cominciare dal rotore disinseribile: un elemento, come vedremo, dalle motivazioni tecniche ben precise, ma dall’utilizzo facile e immediato. Procediamo con ordine.

Una meccanica specifica

Il Richard Mille RM 30-01 non nasce per caso: rappresenta l’evoluzione di un movimento iniziata con l’RM 30, secondo la tradizione di un produttore che continua a raffinare soluzioni consolidate integrandole via via con ulteriori innovazioni, dando vita a un Brand dalla spiccata originalità.

Il calibro qui adottato è l’RMAR2, dalla peculiare struttura a forma di diamante.

Interamente scheletrato, con platina e ponti in titanio grado 5 – materiale nella cui lavorazione il Produttore ha acquisito grande esperienza –, risulta ammaliante fin dal primo sguardo, per il gioco raffinato di piani paralleli su cui operano i ruotismi. Le consuete curve della tradizione sono state qui sostituite da geometrie rigorose, con linee quadrate, diagonali, perpendicolari. Un movimento “di forma” che sul mercato non trova equivalenti.

Lo squelettage, per sua natura, permette di ammirare il movimento in tutte le componenti: la scelta della finitura superficiale dei singoli elementi contribuisce non poco a conferire fascino a questo pezzo. Davvero difficile distogliere lo sguardo!

Il rotore disaccoppiabile

Ma la caratteristica unica di questo calibro, a carica automatica, è il rotore disinseribile, o meglio disaccoppiabile, in inglese declutchable rotor: si tratta di una soluzione su cui è doveroso un approfondimento.

Una molla a spirale ideale, caricata mediante avvolgimento intorno al proprio asse, dovrebbe garantire sempre la stessa coppia per tutta la durata della sua funzione, cioè fino al totale svolgimento. Fin dal XVII secolo, quando si iniziarono a studiare i comportamenti delle molle del bariletto, ci si accorse che, in realtà, questo non accadeva: la molla a piena carica si comportava per un breve tratto del suo funzionamento in modo uniforme, dal punto di vista della coppia trasmessa, per poi ridurre la propria azione quando era verso l’ultima parte dello svolgimento.

L’idea di Richard Mille è stata geniale: il rotore, cioè il dispositivo che carica la molla contenuta nel bariletto, si “sgancia” dal movimento quando la molla è al 100% della carica, cioè è in zona di linearità, restando disaccoppiato fino a quando la riserva di carica scende a circa 40 ore. Quando raggiunge questo valore, il rotore si mette nuovamente in azione. L’orologio, quindi, fondamentalmente lavorerà in condizioni ottimali, utilizzando la molla nelle sue condizioni di forza costante: cioè in quell’intervallo centrale, tra le 55 e le 40 ore di carica residua, in cui le prestazioni sono pressoché ideali. Il che va a vantaggio delle migliori prestazioni cronometriche possibili.

L’indicatore dell’autonomia residua, ben visibile, sottolinea con colori diversi in quale fase del funzionamento del rotore ci si trovi. La riserva di carica complessiva è di 55 ore, ed è garantita da un doppio bariletto.

Ulteriori dettagli

Le altre caratteristiche del calibro RMAR2 sono quelle cui Richard Mille ci ha ormai abituati.
Il bilanciere in Glucydur, con 28,800 alternanze/ora, è a inerzia variabile: non ha racchetta, ma è regolabile attraverso quattro piccoli pesi calibrabili. La molla è in Elinvar e monta un dispositivo antiurto Incabloc 908.22.211.100.

Un pulsante selettore, posto ad ore 2, definisce la modalità di uso della corona. Il dispositivo, introdotto da Richard Mille già nel 2001 con il modello RM 002-V1, offre il vantaggio di ridurre al minimo lo stress meccanico sulla corona. Permette tre diverse azioni, opzionabili in altrettante posizioni: W, D o H. In posizione W, corrispondente a winding, cioè carica, è possibile caricare manualmente il movimento. In posizione D, quindi date, si può settare il datario. Nella terza posizione, H, che sta per hands, quindi lancette, la corona permetterà di regolare correttamente l’indicazione oraria delle lancette. La selezione prescelta è mostrata da un indicatore a lancetta sul quadrante, in corrispondenza delle ore 3.

L’unica complicazione presente il grande datario, a scatto semi-istantaneo, che spicca alle ore 4.

L’habillage dell’RM 30-01

Come di consueto per Richard Mille, la cassa dell’RM 30-01 è di forma tonneau, di raffinatissima esecuzione e perfetta ergonomia, ma qui sembra assumere una connotazione ancora più scultorea, forse grazie all’architettura del movimento. Declinata in due versioni – in oro rosa e in titanio grado 5 -, è fissata con viti spline in titanio, materiale dalle eccellenti caratteristiche anticorrosione. Le viti spline, usate anche nel movimento, permettono la calibrazione della coppia applicata per il loro serraggio.

Quadrante e fondello sono in vetro zaffiro. L’uso di sapienti tocchi cromatici agli indici e sulla scala dell’autonomia, che contrastano con i toni di grigio della meccanica sottostante, vivacizzano la composizione del lay-out. Le lancette luminescenti ed il calendario ad alta visibilità colpiscono l’osservatore. Perfino la corona è il risultato di una progettazione che da sempre fa dell’attenzione al dettaglio una propria firma distintiva.

Con l’RM30-01 Richard Mille si riconferma come uno dei più interessanti e validi produttori di alta gamma.