Compie 90 anni il Serti Mystérieux di Van Cleef & Arpels. Speciale tecnica di incastonatura invisibile, vede le pietre preziose allineate in file regolari e compatte, senza soluzione di continuità, a creare una superficie continua del tutto priva di elementi metallici. Ecco perché quell’aggettivo: la montatura completamente nascosta non permette di capire com’è fatta. E come sia possibile che le gemme restino in posizione rimane un inspiegabile mistero.
Un’invenzione brevettata
Il Serti Mystérieux è il risultato di un lungo processo di studi, avviato fin dall’inizio del Novecento. Tuttavia il primo brevetto, depositato da Van Cleef & Arples alla Direction de la Propriété Industrielle di Parigi, risale al 2 dicembre 1933. La descrizione ufficiale dichiara esplicitamente la volontà della Maison di mettere a punto una nuova tecnica di incastonatura, mirata a valorizzare il più possibile le pietre preziose. Una montatura, cioè, che fosse in grado di far risaltare le gemme senza celarle, per permettere alla luce di raggiungerne la tavola superiore e inferiore.
In poche parole – e mi scuso con i tecnici per la semplificazione – il segreto sta nella costruzione di diversi binari, caratterizzati all’interno da un’architettura a T. Per poter essere posizionata tra i binari, ciascuna pietra viene tagliata sui lati con un breve solco orizzontale, in corrispondenza del braccio sporgente della struttura, così da poter essere incastrata una accanto all’altra, in successione. La composizione modulare consente inoltre di assemblare il numero di pietre desiderato.
Il taglio, che in ciascuna pietra doveva essere identico, precisissimo e regolare, comporta ovviamente delle difficoltà. Per questo, almeno all’inizio, si utilizzarono pietre di una certa durezza: il corindone (che ha valore 9, nella scala di Mohs), nei diversi colori: rosso e blu. Ovvero rubini e zaffiri. Solo successivamente, in epoca più recente, si riuscì ad applicare il Serti Mystérieux anche al diamante (estremamente duro: 10 nella scala di Mohs) e allo smeraldo (chimicamente un silicato, il berillo, con durezza 7 e mezzo, facilmente sfaldabile e oltretutto ricco di inclusioni). E a utilizzare tagli diversi rispetto all’originaria baguette.
La rivoluzione del Serti Mystérieux
Sì, perché nel corso del tempo Van Cleef & Arpels ha continuato a studiare soluzioni sempre nuove per perfezionare il Serti Mystérieux. Il 30 ottobre del 1935 depositò un altro brevetto che riguardava le singole pietre di qualsiasi forma e dimensione, oggi noto come Serti Mystérieux Individuel. Nel 1936 fu poi la volta di altri tre brevetti complementari: gli artigiani della Maison a quel punto erano riusciti non solo a incastonare tagli tondi, ovali, a goccia, perfino esagonali, ma anche a rivestire superfici bombate, poi diventate sempre più complesse e voluminose. A chiudere ogni fila di gemme, inoltre, si applicò una sorta di “paratia”, di piastra fissata da due viti, così da permettere lo smontaggio per un eventuale intervento di restauro.
Ma la ricerca è continuata anche in anni più vicini a noi. È del 2006, per intenderci, la creazione del Serti Mystérieux Navette, in cui la tecnica di incastonatura è adattata appunto alle pietre preziose taglio navette (o marquise). Qui la difficoltà è aumentata dalle punte alle due estremità della pietre, che però si rivelano anche vantaggiose ai fini della creatività. Una volta risolto il problema dei castoni invisibili, infatti, le cuspidi permettono un’insolita sovrapposizione delle gemme stesse, a tutto vantaggio dei volumi e dei rilievi.
In seguito, nel 2013, la Maison deposita il brevetto del Serti Mystérieux Vitrail, in cui le pietre sono trattenute da una cornice chiusa, completamente
Al di là delle variazioni sul tema, comunque, resta il fatto che il Serti Mystérieux ha rappresentato un’autentica rivoluzione estetica, che ha segnato la gioielleria del XX secolo in modo indelebile. Ed è diventato un simbolo inequivocabile della Maison stessa.
Il Serti Mystérieux negli orologi: il Ludo Secret
Va da sé che la speciale tecnica del Serti Mystérieux è sempre stata utilizzata soltanto nelle creazioni più esclusive, indipendentemente dalla tipologia di ornamento. Se restano memorabili alcune spille d’antan e certi collier di epoca più recente, per ovvie ragioni io mi soffermo soprattutto sugli orologi-gioiello. Fin dalle origini e via via nei decenni successivi, infatti, il Serti Mystérieux ha impreziosito diversi esemplari da polso. Ricordo personalmente, per esempio, alcuni montre-à-secret dei primi anni Duemila, chiamati Fleur du Temps: in cui la cassa, dalle linee a corolla, era completamente tempestata di rubini baguette. Roba da perderci la testa…
Ma tra i pezzi più emblematici c’è sicuramente il Ludo Secret, notevole per il senso di continuità con il passato. La collezione, nata nel 1934, prendeva nome dal nickname di Louis Arpels e s’ispirava alla fibbia di una cintura (accessorio prediletto dalle sofisticate signore dell’epoca). Declinata in vari modelli arricchiti dal Serti Mystérieux già negli anni ‘40, è tornata in produzione anche ai nostri giorni. In particolare nel 2020, in un paio di referenze con la cover tempestata dal preziosissimo “pavé” di rubini o zaffiri blu. E poi proprio quest’anno, quando è riapparsa in una versione con smeraldi.
Ispirati al Ludo Exagon Macaron del 1941, gli esemplari di oggi sono realizzati nei tre colori dell’oro – abbinati alle diverse cromie delle gemme. Hanno la lunga cassa rettangolare dagli angoli smussati, leggermente incurvata, circondata da due volute incastonate di diamanti taglio brillante. Il quadrante in madreperla incisa a esagoni, e lo stesso motivo geometrico sul bracciale, incastonato di gemme di colore. Ma ben poco altro si sa al riguardo. Ed è inutile cercarli sul sito della Maison: si trattava di pezzi unici, subito accaparrati da qualche facoltosa (e beata) cliente. Perché a distanza di cent’anni, il Serti Mystérieux risulta ancora attualissimo. E resistere al trascorrere del tempo, surclassare le mode, è tipico solo dei capolavori del design.