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Reverso Tribute Geographic, le ore universali di Jaeger-LeCoultre

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Nel 1884, un manipolo di diplomatici e cartografi si riunì a Washington per assegnare al mondo un nuovo ordine. Un meridiano per tutti: Greenwich, zero gradi di longitudine, divenne il midollo spinale del tempo. Era un balletto burocratico in nome della razionalità e della coordinazione, un tentativo cosmico di ingabbiare il sole. Eppure il tempo – eterno, elastico, indifferente – continuava a scorrere. Ora, nel 2025, Jaeger-LeCoultre offre la propria interpretazione della geografia del tempo con il Reverso Tribute Geographic: un’ode a doppia faccia al viaggio e all’illusoria immobilità dell’ora.

Un orologio mutevole

Il Reverso è iconico non per nostalgia, ma per il deliberato rifiuto di rimanere fisso al proprio posto. Progettato nel 1931 per resistere ai colpi delle partite di polo nell’India coloniale – un gioiello per il British Raj -, da tempo si è svincolato dal mero utilizzo sportivo con mazze e cavalli. Ciò che sopravvive comunque è la cerniera: quel clic, quel salto all’indietro, quella metamorfosi silenziosa del suo duplice volto. A differenza di altre icone, il Reverso non è sacro perché è immutabile. È sacro perché è mutevole.

Jaeger-LeCoultre è stato a lungo l’equivalente orologiero di una biblioteca: densa, precisa, custode di conoscenze arcaiche. Dal 1833, ha costruito oltre 1.262 calibri, ha registrato più di 430 brevetti e si è posizionata come “l’orologiaio degli orologiai”, un titolo guadagnato come fornitore di componenti e movimenti per tante marche. Con il Reverso, nato tra pretese ludiche e sfarzo Art Déco, La Grande Maison ha trovato non solo una cassa ribaltabile su se stessa, ma anche un caso di studio su come il design possa attraversare le diverse epoche senza cedere alle mode.

Prima orologio sportivo, poi tela per smalti e incisioni, infine vetrina per le complicazioni, il Reverso ha danzato per quasi un secolo tra funzionalità e fantasia, interpretando un successo duraturo e continuamente rinnovato. Si tratta di un orologio resistente e durevole non perché è stato creato per giocare a polo, ma perché non è mai rimasto sul campo.

L’estetica del Reverso Tribute Geographic

Nel 2025, il Reverso si capovolge di nuovo. Il nuovo Reverso Tribute Geographic è disponibile in acciaio o in oro rosa. Le dimensioni rimangono fedeli alla tradizione: 49,4 x 29,9 x 11,14 mm. Ma l’essenza più autentica sta nelle due facce: un elegante quadrante soleil da un lato, dall’altro una mappa geografica. Il lato frontale non lascia presagire ciò che mostra il retro, si presenta invece con colori sobri: blu navy per l’acciaio, marrone cioccolato per l’oro. Offre un’ampia finestrella per la data e un contatore per i piccoli secondi, incorniciati da linee nitide e senza fronzoli come l’etica del design di Jaeger-LeCoultre.

Ruotandolo, invece, si trova l’indicazione dell’ora universale. I nomi delle città, incisi direttamente nel metallo all’interno di un anello, circondano una rappresentazione grafica del globo incisa al laser e laccata a mano, che brilla con la stessa tranquilla sicurezza del mappamondo di un maestro cartografo. I continenti si sollevano leggermente dal quadrante, mentre gli oceani, riempiti di lacca colorata con siringhe e pazienza, catturano la luce in un tenue luccichio.

La meccanica del Reverso Tribute Geographic

Il Reverso Tribute Geographic è meticolosa poesia, non fa spettacolo. Il movimento, il nuovo Calibro 834 a carica manuale, è stato come sempre progettato e sviluppato in-house. Ed è costruito con la funzione delle ore del mondo completamente integrata, senza moduli aggiuntivi (Jaeger-LeCoultre non ammette escamotage di questo tipo). In questo caso, il disco della città rimane statico mentre l’anello delle 24 ore ruota. Una piccola inversione con grandi conseguenze: una migliore leggibilità, una funzionalità più fluida, un senso di chiarezza in una complicazione che spesso diventa ingombrante. Per regolarla, un pulsante nascosto tra le anse superiori fa avanzare l’anello con scatti precisi e a intervalli di un’ora.

Una seconda complicazione, la Grande Date, si serve invece di un’insolita disposizione complanare dei componenti. Due dischi affiancati sullo stesso piano, che consentono di visualizzare entrambe le cifre con ininterrotta simmetria e perfetto equilibrio. La costruzione permette di contenere lo spessore e rispettare le proporzioni della cassa. Il meccanismo a gancio, brevettato nel 2021, si attiva solo quando è necessario. Molti non se ne accorgeranno. È questo, ovviamente, il punto.

Dettagli, prezzi, considerazioni finali

Il Reverso Tribute Geographic in acciaio si indossa al polso con un cinturino ibrido in tela e pelle di vitello e un altro interamente in pelle di vitello blu, entrambi di Casa Fagliano. L’edizione in oro rosa con un cinturino in pelle di vitello color oro e uno in pelle di alligatore nero. Uno per il tempo libero, uno per la formalità. La referenza in oro è limitata a 150 esemplari: anche la scarsità numerica è una complicazione, ma non è gestita dal movimento, bensì dal marketing.

Il Reverso Tribute Geographic dimostra come un design quasi secolare possa rimanere vivo non facendo leva sulla nostalgia, ma sull’integrità strutturale e sulla disciplina progettuale. Il nuovo movimento, la logica spaziale dell’affissione, l’interazione pulita tra forma e funzione: tutto ciò rafforza l’idea che il patrimonio è utile solo quando viene coltivato. E in questo caso non si tratta affatto di una riedizione storica – Jaeger-LeCoultre aveva già inserito le ore univerali nel Reverso Géographique del 1998, ma la soluzione tecnica era completamente diversa -, piuttosto di una ri-articolazione. Il Tribute Geographic non reinventa il Reverso: lo reinterpreta, come una poesia riscritta in una chiave diversa. Il Marchio non si sta adagiando sugli allori: sta potando l’albero.

Quanto ai prezzi, il Reverso Tribute Geographic si attesta sui 23.200 euro per la versione in acciaio e sui 38.500 euro per quella in oro rosa, destinata ad ampliare la raccolta personale dei più colti connoisseur. A proposito, c’è qualcosa che rivela il tipo di collezionista attratto da questo orologio. Qualcuno che non è alla ricerca né del massimalismo né del minimalismo, ma che piuttosto si aspetta profondità tecnica e chiarezza visiva. Esige un’innovazione che non interrompe la tradizione, ma si nasconde al suo interno, ticchettando silenziosamente sotto il quadrante laccato. Il Reverso Tribute Geographic soddisfa questa aspettativa non con le fanfare, ma con la discrezione.