Maillon significa “maglia”, quell’elemento di congiunzione che in genere sta alla base delle catene in metallo. Così come, più semplicemente, il punto a maglia sta alla base del lavoro a tricot: nel gergo del design si chiamerebbe “modulo”. Da sola la maglia non ha senso né funzione, ma legata a tante altre identiche costruisce intere strutture. Alcune aziende sviluppano il loro business tutt’intorno a maglie e catene, come gli orafi del distretto bassanese. Altre invece, soprattutto quelle con una forte identità di brand, sviluppano una maglia propria. Un tassello del proprio codice di stile su cui articolare, di tanto in tanto, nuovi lessici di eleganza.
A Cartier non poteva mancare una maglia signature. E infatti il Maillon de Cartier esiste da diversi anni: sta alla base di molte collezioni di anelli o fedi, e in sostanza esprime la “versione Cartier” della gourmette. Ma la maison finora non aveva spiccato il volo creativo e strutturale che ci si aspetta da una marca così nota per le sue qualità, diciamo così, “architettoniche”; per restare in metafora, non aveva ancora costruito nuovi “discorsi” stilistici a partire dal Maillon. Puntuale, ci è arrivata adesso con il nuovo orologio Maillon de Cartier, che avrebbe dovuto debuttare a Watches & Wonders Geneva; (ricordiamo che si chiama così il nuovo concept del SIHH, la manifestazione dedicata all’Alta orologeria prevista a fine aprile e poi annullata per l’emergenza Covid-19).
Tutto sviluppato attorno al concetto dell’intreccio di maglie, l’orologio Maillon de Cartier si caratterizza per un originale moto a spirale, una sorta di vortice dinamico che coinvolge anche la cassa. Questa infatti assume una forma esagonale inedita per assecondare l’andamento diagonale delle maglie. Non c’è discontinuità tra cassa e bracciale come tradizionalmente avviene, perché il quadrante si inserisce nella fluidità delle maglie e ne compatta la struttura. La misura (16 x 17 mm) della cassa è stata studiata in modo tale da creare il giusto equilibrio tra la larghezza del bracciale e la leggibilità del quadrante.
Ciononostante, il quadrante del Maillon de Cartier è più piccolo del solito proprio per concentrare l’attenzione sugli attributi “bijou” del bracciale. Il singolare effetto di torsione mantiene così un ritmo che non ha simili in orologeria – così estranea, in genere, a dinamismi barocchi che non siano in linea con la pulizia geometrica degli assi perpendicolari. I volumi pieni e accuratamente smussati addolciscono gli angoli delle maglie e ne assecondano l’incastro; mentre le superfici lisce delle versioni più semplici si alternano a quelle incastonate con diamanti e pietre preziose (sulla lunetta o su tutto il bracciale) delle versioni luxury.
L’assenza di viti visibili non limita la possibilità di regolare il bracciale, che infatti si può adattare agevolmente come tutti gli altri modelli Cartier; a partire dalla cassa, però, e non dalla chiusura. In oro bianco, giallo o rosa, il Maillon de Cartier esprime tutta la propria “natura Cartier” soprattutto nella variante de luxe; in oro giallo e diamanti, presenta dettagli grafici, come i profili di lacca nera sui lati esterni delle maglie, che accentuano la peculiarità del design. Tuttavia il pezzo più prezioso è in oro bianco, punteggiato su tutta la superficie di diamanti e granati tsavorite, con tocchi di lacca colorata.