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Il nostro RallyLegend, con Eberhard & Co.

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San Marino, 5 ottobre 2025. Non è un semplice rally: è un carnevale di motori, polvere, applausi e nostalgia. È il momento in cui la piccola Repubblica del Titano diventa, anno dopo anno, una delle capitali mondiali del rombo. È RallyLegend, e noi del Giornale degli Orologi quest’anno lo abbiamo vissuto da una prospettiva privilegiata. In prima persona, come ospiti di Eberhard & Co., official timekeeper dell’evento.

Appena arrivato al village, mi rendo subito conto che RallyLegend non è una semplice “corsa”: è una piccola invasione pacifica. Le strade sono popolate di auto storiche, equipaggi che salutano i passanti, fan e famiglie con indosso T-shirt e felpe con i loghi dei loro idoli e dei loro brand, fotografi già pronti a immortalare ogni vite cromata.

Il Lancia HF: un simbolo al polso

Nel cuore del villaggio, tra stand e hospitality, il colpo d’occhio è tutto per Eberhard & Co. Orologi che brillano come fari sotto i riflettori: nelle teche sono esposte le novità dell’anno, come il Contodat Chronographe o il Contodat Automatic. E un pubblico che già si accalca per sbirciare il nuovo Lancia HF, un esemplare nato dalla collaborazione con la Casa torinese.

Guardarlo da vicino è come rivedere un vecchio amico che torna a casa: quadrante deciso, logo HF che evoca i fasti della Lancia nei rally, e l’Elefantino rosso che, da solo, riesce a riaccendere i ricordi di un’epoca in cui la Delta Integrale faceva tremare i cordoli di mezzo mondo. Eberhard ha costruito un ponte tra passato e presente: un orologio fedele allo spirito originario, ma pronto a sedurre anche chi il rally lo conosce solo attraverso i racconti.

Miki Biasion e la 037: a RallyLegend il tempo si ferma

Ma la vera attrazione è umana. Miki Biasion, circondato da una folla affettuosa che non smette di crescere, accoglie tutti con quella naturalezza che solo i veri campioni sanno avere. Niente barriere, niente fretta: ogni foto, ogni autografo su cappellini, maglie, felpe, ogni stretta di mano sono un piccolo regalo per chi, quei rally, li ha vissuti da ragazzino incollato alla tv. L’affetto è palpabile, reciproco. E in quel momento capisci perché Biasion non è solo un nome nell’albo d’oro: è una persona che ha saputo restare vicina alla sua gente.

La sera precedente all’inizio del rally, ho avuto il piacere di conoscerlo nel corso di una cena con i responsabili di Eberhard & Co. e altri colleghi giornalisti. Tra un calice di vino e racconti di corse che sembrano tratti da un romanzo, quello che mi ha colpito è la sua semplicità. Niente pose da campione, solo la passione genuina di chi ha vissuto un’epoca irripetibile e continua ad amarla ogni giorno.

Un giro che vale una vita

Ma RallyLegend è soprattutto emozione dal vivo, e l’ingresso in scena di Biasion torna a dimostrarlo. Vederlo salire sulla Lancia 037 Totip 1983 personalizzata Eberhard & Co., la stessa macchina che lo consacrò negli anni ’80, è come vivere un flashback collettivo.

Il rombo del motore fa vibrare le valli sammarinesi, e per un attimo tutti abbiamo la sensazione che il tempo si sia fermato. È lì che capisci il senso della partnership: chi meglio di un marchio che misura i secondi può raccontare un momento sospeso tra passato e presente?

E poi… tocca a me. Sedile passeggero, cinture strette, casco allacciato. Miki al volante con un sorriso che, nonostante le ripetute rassicurazioni, promette guai. Due giri di pista che durano un battito di cuore e un’eternità insieme. Accelerate che ti schiacciano contro lo schienale, drifting in cui perdi ogni riferimento spaziale, salti in cui lo stomaco resta sospeso a mezz’aria, ogni curva un equilibrio perfetto tra potenza e grazia. E poi il gran finale: parcheggio in retromarcia con testacoda. Un numero da maestro, perfetto, millimetrico, come se fosse la cosa più normale del mondo, tra applausi e grida.

È il genere di esperienza che ti ricorda perché i rally sono così magnetici. Ma la certezza è una sola: Miki Biasion ha ancora “un piede” eccezionale. E a 67 anni fa quello che altri non hanno mai saputo fare nemmeno a 20.
Scendo con le gambe che tremano e un sorriso impossibile da contenere. Il cuore batte al ritmo di un motore quattro cilindri. Sembra il culmine di una giornata perfetta.

…anzi due!

Mi sbaglio. Dieci minuti dopo sono su un elicottero. Il rombo del motore lascia spazio al sibilo delle pale. San Marino vista dal basso è già uno spettacolo, vista dall’alto diventa pura poesia. Sorvoliamo il circuito del RallyLegend: le curve diventano linee geometriche, le auto sembrano matchbox. Poi il pilota vira per la prima volta e costeggiamo i Tre Castelli della Repubblica, quelli delle cartoline, delle foto, dei ricordi scolastici.

Ma vederli così, con l’elicottero che piega, che danza nell’aria con manovre che sfidano l’equilibrio del tuo stomaco, è tutt’altra cosa. Un consiglio spassionato, da giornalista a lettore: se lo fate, fatelo a pancia vuota. Perché, quando l’elicottero piega di lato e tu vedi il mondo inclinato di 90 gradi, capisci che la gravità sarà sì solo una convenzione sociale, ma il tuo sistema digerente potrebbe non essere d’accordo.

Atterriamo con la testa che gira ancora, ma con una consapevolezza nuova: RallyLegend non è uno spettacolo a cui semplicemente si assiste. È un’esperienza che ti attraversa. Prima a terra, a 200 all’ora. Poi in cielo, sospeso tra nausea ed emozione.

La premiazione di Eberhard & Co. a RallyLegend

E come ogni leggenda che si rispetti, anche questa ha i suoi eroi. Uno di loro è Simone Faggioli, l’uomo che ha conquistato la Race to the Clouds, la mitica Pikes Peak International Hill Climb. Per chi non mastica di cronoscalate: 156 curve, 1.440 metri di dislivello, aria rarefatta fino ai 4.302 metri della vetta. Una prova estrema, che richiede coraggio, controllo e – ancora una volta – perfetto dominio del tempo.

Sul palco del Rally Village, Eberhard & Co. lo premia con un orologio speciale, fuori catalogo: un tributo a chi ha spinto sé stesso e la propria macchina oltre i limiti. Mentre all’equipaggio vincitore della categoria Classic – Simon Jean-Joseph e Patrick Pivato – andranno poi due esemplari della collezione Tazio Nuvolari.

L’applauso del pubblico è sincero. E in quell’istante mi rendo conto che il filo conduttore dell’intero weekend è proprio questo: la capacità di sfidare il tempo, misurarlo, superarlo e poi celebrarlo. Sulla terra, al volante. O tra le nuvole, sospesi nel cielo.

Il mio bilancio

Sono partito pensando di assistere a un rally. Sono tornato con la certezza di aver vissuto qualcosa di più grande: un’esperienza che unisce meccanica, emozione e tempo.
Tra una stretta di mano, calici alzati, racconti di corse, aneddoti d’orologeria e una risata, mi sono accorto che RallyLegend ed Eberhard & Co. condividono lo stesso Dna: il culto per la precisione, la capacità di emozionare, la voglia di rendere immortali momenti che meritano di restare.