Storica dell’arte, giornalista, docente universitaria, curatrice di mostre, autrice di riferimento nel mondo della gioielleria… Mara Cappelletti torna in libreria con I Maestri del Tempo. 300 orologi iconici (24 Ore Cultura), un volume che sembra destinato a diventare un punto di riferimento per collezionisti e appassionati. Un’opera da non perdere – da tenere in considerazione anche come strenna per il prossimo Natale – adatta ai collezionisti, agli appassionati e ai curiosi dell’industria delle lancette. Cappelletti collabora da anni con alcune delle principali maison svizzere e ha firmato numerosi volumi dedicati all’arte della misura del tempo, molti dei quali tradotti anche all’estero. I lettori più affezionati de Il Giornale degli Orologi la conoscono anche per aver letto su queste pagine la recensione di pubblicazioni da lei curate, come Lo stile del tempo.
300 orologi iconici in sintesi
Ne I Maestri del Tempo. 300 orologi iconici Mara Cappelletti firma un’opera curata nei minimi dettagli, che celebra tre secoli di eccellenza orologiera attraverso una selezione di pezzi leggendari. «Non è solo una raccolta di modelli, ma un omaggio all’ingegno, alla tecnica e al design che attraversano i secoli», mi ha raccontato durante l’intervista realizzata in esclusiva. Perché noi del Giornale degli Orologi volevamo saperne di più su questo libro, che è un vero e proprio viaggio tra creazioni leggendarie e marche che hanno fatto la storia.
Nelle 400 pagine riccamente illustrate, si incontrano infatti tantissimi esemplari celebri, sia capolavori del passato sia pezzi contemporanei. I Maestri del Tempo. 300 orologi iconici è una rassegna in cui ogni orologio diventa simbolo del perfetto equilibrio tra estetica, innovazione tecnica e maestria artigianale. Ogni capitolo è dedicato a una maison e ne ripercorre le origini, le evoluzioni tecnologiche, le influenze culturali e artistiche, soffermandosi sulle produzioni più affascinanti. In particolare sulle complicazioni: tourbillon, calendari perpetui, ripetizioni minuti, cronografi rattrappanti, fasi lunari.
Come fa notare la presentazione del volume (67 euro), in un’epoca in cui l’orario è ovunque e sempre più digitale, 300 orologi iconici ci invita dunque a riscoprirlo nella sua forma più tangibile e poetica: l’orologio meccanico. Si attraversano così le storie, le visioni e i modelli più emblematici di dodici maison storiche: da Audemars Piguet a Patek Philippe, da Blancpain a Breguet, passando per Rolex, Omega, Jaeger-LeCoultre, Longines, Bulgari, Eberhard & Co., IWC Schaffhausen, fino a Vacheron Constantin.
Quattro chiacchiere con l’autrice
Come nasce l’idea di scrivere questo viaggio “tra meccanica, arte e design”, che si snoda fra le grandi case di orologeria e i loro esemplari più noti?
«L’idea di questo viaggio nasce anni fa, attorno al 2012, quando avevo prodotto per 24 Ore Cultura la collana I Maestri del Tempo. Si trattava di una serie di monografie dedicate alle maison d’alta orologeria, pubblicate come allegato al Sole 24 Ore. Oggi, quasi tredici anni dopo la pubblicazione di quella collana, abbiamo pensato di riunire i marchi trattati singolarmente facendone una selezione. All’epoca ci eravamo occupati di venticinque maison, mentre oggi sono dodici, scelte fra le più importanti. Ci sembrava mancasse una pubblicazione del genere, cioè un’antologia con la storia delle varie case e con alcuni dei loro modelli più importanti».
Da Patek Philippe a Eberhard & Co., con quali criteri avete operato la scelta delle dodici marche, tra le più prestigiose al mondo?
«Nel libro si trovano alcuni nomi storici, da Patek Philippe a Vacheron Constantin a Rolex, che mai possono mancare. Sugli altri nomi presenti all’interno del volume, abbiamo fatta una scelta curatoriale, includendo comunque tutte le case principali».
Durante la preparazione e la stesura del volume, c’è qualcosa che l’ha colpita in particolare?
«È stato interessante soprattutto vedere come è cambiato l’approccio delle maison in questi ultimi anni. Analizzare come siano state razionalizzate per esempio la produzione e l’offerta di orologi… Ciascun marchio è andato a fare una ricerca molto approfondita sul proprio heritage. Quindi in tanti hanno messo a disposizione materiali d’archivio che dodici anni fa non erano neppure disponibili. E questo è un grande valore aggiunto a favore del lettore, in quanto a scrittura e narrazione. Ed è anche servito a rimaneggiare il lavoro che era stato fatto».
Quali sono state le fonti documentarie per 300 orologi iconici? Oltre al sapere personale, che deve aver inciso molto, si è basata su una bibliografia o ha contattato direttamente le case, una per una?
«Tutto insieme, senz’altro. Visto che ormai da diversi anni mi occupo di questo tema, nel tempo ho raccolto tantissimo materiale. Inoltre mi sono confrontata direttamente con le maison, e – come dicevo prima – in diverse situazioni ho avuto a disposizione documenti che finora non erano mai stati selezionati».
Viviamo in un’epoca sempre più digitale, anche rispetto al tempo. Quale futuro per un oggetto datato, se non addirittura anacronistico come l’orologio meccanico?
«Ci sono oggetti che mantengono il proprio fascino eterno, anche in tempi moderni, digitali, proprio perché rientrano in un ambito di altissimo artigianato che in molti casi diventa arte. Credo sia proprio questo il grande fascino degli orologi. Forse ancora più dei capi d’alta moda (altra forma di “artigianato d’arte”, ndr), perché l’orologeria ha una fruizione meno veloce. Chi acquista un esemplare simile sa che esso ha un valore che cresce nel tempo. Si tratta di solito di pezzi conservati con cura nel tempo, che passano di generazione in generazione, ancora di più se si ha la passione del collezionismo. E poi trasmettono il fascino della meccanica. Per esempio, ci sono modelli che riescono a dare informazioni di tipo astronomico: sembra quasi una magia».
Può definire la sua personale idea di tempo, attraverso l’orologeria d’eccellenza?
«Il tempo è un concetto già di per sé affascinante, in quanto si percepisce diversamente in momenti diversi. È qualcosa che ci accompagna costantemente, sta un po’ a noi come viverlo. Se penso a tutti questi esemplari che hanno fatto la storia dell’orologeria, penso proprio al tempo come a un continuum. Qualcosa che va avanti da secoli e che andrà ancora avanti in futuro».
