Forme simboliche o naturalistiche, diamanti a profusione e pietre rutilanti. Svelati durante la settimana dell’Haute Couture parigina, gli orologi delle collezioni di alta gioielleria. Per vestire di sogni i polsi femminili
Si è chiusa la settimana dell’Haute Couture parigina, e a corollario delle sfilate sono andate in scena le collezioni di alta gioielleria. Straordinarie creazioni in cui convergono i tratti di un design immaginifico, la ricerca delle pietre più rare, le tecniche dei migliori artigiani. Talvolta, confusi fra i lussuosi bracciali, si possono incontrare anche gli orologi: perlopiù pezzi unici (al limite piccole serie millesimate), destinati a poche, pochissime fortunate. Sogni inaccessibili per le comuni mortali. Che però possono almeno “lustrarsi gli occhi” con questa selezione di esemplari-gioiello: esposti proprio ieri a Parigi, qui sono presentati rigorosamente in ordine alfabetico.
Boucheron prende di nuovo ispirazione da uno dei suoi motivi ricorrenti, la flora, per dar vita alla ricca collezione Nature Triomphante. In cui, tra anelli iper-realistici e scenografici collier a forma di fiore, trovano posto due orologi ornati da una piuma di pavone e da un ramo di fucsia, e un terzo più surrealista, con un pavé a scacchiera. Tutti hanno il quadrante aperto sul dispositivo tourbillon e sono animati da un calibro realizzato negli atelier ginevrini di MHC (Manufacture Hautes Complications SA), con cui la maison ha iniziato a collaborare nel 2015. Vale la pena sottolinearlo, perché di solito negli esemplari “da gran sera” si privilegiano i movimenti al quarzo rispetto a quelli di alta orologeria (che li renderebbero ancora più costosi).
Mentre Cartier nella collezione Coloratura compie “un’esplorazione sensoriale” dei colori attraverso un ideale itinerario, che si snoda in tutti i continenti e tocca diverse epoche e culture. Basta guardare la parure Orienphonie, di cui fa parte anche uno splendido orologio-bracciale dal quadrante microscopico: un bangle scandito da sfere di corallo in dégradé, con profili di diamanti e onice, in cui è possibile rintracciare un mix di influenze cinesi e indiane con geometrie Art Déco.
Invece Chanel fa riferimento ai paraventi Coromandel: quegli oggetti d’antiquariato provenienti dalla Cina e tanto cari a Mademoiselle Coco, che li collezionava per arredare i propri spazi privati – dall’appartamento in rue Cambon alla suite al Ritz. Preziosi manufatti in legno e lacca con intarsi in pietra dura, decorati da paesaggi, piante, animali e scene di vita quotidiana, qui diventano spunto per un’omonima collezione di gioielli esclusivi, dal soggetto astratto o più naturalistico: come l’orologio Vol Sospendu, un uccellino in 3D completamente tempestato di diamanti.
Intanto Chaumet conclude il vagabondare attorno al mondo con i Trésors d’Afrique, ultima tappa di un periplo che quest’anno ha già toccato la Russia e il Giappone. Tra monili “etnici” (sfavillanti di contrasti come quelli dei Masai) e animali selvaggi (ritratti con delicatezza e ironia dall’artista kenyota Evans Mbugua), spiccano alcuni orologi dalle “complicazioni creative”, tipiche della Maison. Estremamente suggestive le ore saltanti, illustrate da un paesaggio notturno con giraffe e baobab, su dischi rotanti: l’indicazione delle ore è data da una stella, mentre quella dei minuti è riportata dalle ali di un uccello, a capo dello stormo in volo davanti a una maestosa luna.
Partner del Festival di Cannes da più di vent’anni, Chopard come di consueto ha dedicato all’evento la linea Red Carpet: un insieme eclettico, in cui confluiscono suggestioni diverse – dai viaggi alla natura, dalle architetture fino (ovviamente) al cinema -, fonti inesauribili per la creatività di Caroline Scheufele, che disegna la collezione dal 2007. Lo dimostra anche lo spettacolare orologio “a segreto” (presentato in anteprima a Baselworld), dalle influenze orientaleggianti: caratterizzato da un maestoso opale nero (72 carati) che si apre su un quadrante in calcedonio e madreperla rosa, circondato da un motivo policromo di giada e turchese, e da un bracciale di micro-boule di tanzaniti. Da notare che la struttura è realizzata in titanio, un metallo apparso nell’alta gioielleria solo negli ultimi anni: difficile da plasmare, però estremamente leggero, risulta utile in casi come questo perché evita di aggiungere un carico ulteriore nella montatura delle (già pesanti) pietre.
Da Piaget, invece, protagonista della collezione Sunlight Escape è la luce: quella più calda e abbagliante del sole, catturata da contrasti di colori intensi; ma anche quella dei cieli del Nord, che si riflette sulle distese di ghiaccio e sulle acque del mare; o ancora quella più soffusa della notte, degli astri e delle aurore boreali, evocata da toni più freddi e atmosfere fluide. Ne sono due esempi l’orologio Mirror of Lights, un’impressionante successione di enormi diamanti taglio rosa e ovale (per un totale di oltre 25 carati), e il Colour Symphony Watch, dal quadrante in pietra iridescente, attorniato da grandi zaffiri a cuscino con “foglie” di smeraldi marquise. Semplicemente favolosi.