La collezione Marine si rinnova, con tre nuovi esemplari rivisitati nell’estetica e nella tecnica. Che mantengono comunque l’ispirazione nautica, in omaggio a storici precedenti. E al prestigioso passato di Abraham-Louis Breguet
La collezione Breguet Marine, in arrivo in questo periodo nei negozi, ha svolto un ruolo di primo piano tra le novità esposte all’ultimo salone di Baselworld. Nasce come sviluppo del Marine Équation Marchante presentato lo scorso anno, un super-complicato che comprende appunto un’inedita equazione del tempo “marciante”, un calendario perpetuo e un dispositivo tourbillon. E in pratica consta di tre modelli del tutto nuovi, in cui i canoni stilistici della Maison sono rivisitati in chiave contemporanea. Per esempio, rispetto al passato sono stati ridisegnati l’attacco del cinturino, il decoro della corona (su cui è ora impressa una B in corsivo), le scanalature della carrure, il motivo guilloché a onde sul quadrante.
Più nel dettaglio, si incontrano il Breguet Marine 5517, un essenziale “solo tempo” con datario. Il Breguet Marine Chronographe 5527, un cronografo a tre contatori con secondi continui (e data). E il Breguet Marine Alarme Musicale 5547, un doppio fuso orario dotato anche di allarme/sveglia (con relativa indicazione dell’autonomia). Per caratteristiche tecniche ed estetiche, ognuno meriterebbe un opportuno approfondimento. Per ora basti almeno ricordare che i tre modelli sono declinati in titanio, oro bianco o rosa, ovvero in metalli resistenti al sale e alla corrosione, quindi adatti all’ambiente marino. E montano calibri di manifattura, a carica automatica, con scappamento ad ancora a linea invertita e corni in silicio (nel 5527 e 5547 anche la spirale è in silicio).
Va ricordato, tuttavia, che la linea Breguet Marine è stata lanciata per la prima volta nel 1990 e da allora è stata più volte sottoposta a restyling. Ma ha sempre rappresentato il côté sport-chic della Casa: i diversi esemplari in collezione, cioè, hanno comunque mantenuto nel tempo una costruzione robusta e un’elevata impermeabilità. D’altronde l’ispirazione nautica implicita nel nome non è certo improvvisata. Invece rende omaggio a un passato ricco di fama e di prestigio, a una lunga tradizione nel segmento dei cosiddetti orologi da navigazione. Che ebbe inizio con “il solito”, acutissimo Abraham-Louis Breguet, nominato “Horloger-mécanicien de la Marine” dal Re di Francia, Luigi XVIII, nel 1815.
Anche se, a dire il vero, il geniale fondatore della Maison aveva costruito i primi cronometri da marina già nei primi anni Ottanta del ‘700. Lo attesta lui stesso in documento del 1796, in cui dichiara che quei pezzi lo avevano fatto conoscere in Spagna. Poi, certo, avvia la produzione regolare “di serie” di questo tipo di orologi soprattutto dopo la nomina di fornitore ufficiale della Marina, tant’è che consegna i primi lavori nel 1820. Ma intanto vende anche alla marina mercantile e ai privati – ufficiali, navigatori, scienziati – così come all’Ufficio delle longitudini di Londra. E scrive perfino un libretto a tema, “Istruzioni sull’uso degli orologi marini realizzati da Monsieur Breguet”, pubblicato a Brest nel 1817.
Del resto, com’era sua abitudine, Breguet fabbrica cronometri da marina dotati di diversi tipi di scappamento e continua a perfezionarli nel tempo. Mentre le forniture alla marina militare e mercantile proseguono per parecchi decenni anche dopo lui, portate avanti prima dal figlio e poi dal nipote. E ancora nel corso del Novecento, la Maison continua a produrre per la Marina francese vari strumenti di precisione, almeno fino agli anni Sessanta: dagli orologi di bordo agli esemplari da tasca con quadrante 24 ore, fino ai cronografi Type XX, ordinati dai servizi ufficiali per i piloti dell’Aeronautica navale. Ma questa è un’altra storia.