Il brand di Sciaffusa ha celebrato a Milano i suoi nuovi Pilot’s Watch. Con un evento in stile British dedicato a un velivolo icona. Una serata in compagnia di amici, tra cocktail, musica e atmosfere anni ’40
Un club, nell’accezione britannica del termine, è un circolo chiuso. Per soci, tutt’al più aperto su invito. Dunque riservato, e naturalmente di conseguenza esclusivo. Nella sua forma più estrema, non ha neppure insegne. Massima discrezione. Se sai che è lì (e se nella lista) bussi e ci vai, altrimenti passi oltre, senza accorgerti di nulla. Dietro il portone, anonimo, si apre un mondo inaspettato che neanche ai tempi della Chicago anni ’20, quando c’era il proibizionismo. Una formula tornata in voga. Parzialmente ri-arrangiata da IWC che sul finire di maggio ha aperto le porte del suo Spitfire Club.
Un nome rivelatorio, almeno per i più attenti conoscitori della marca. Per tutti gli altri, pochi per la verità, ecco un ulteriore valido indizio veicolato tramite indicazione di massima relativa al dress code della serata: “ready to fly”. Pezzi del puzzle di una serata evento organizzata dalla marca di Sciaffusa in quel di Milano per dare il benvenuto ufficiale nelle boutique della nuova linea di Pilot’s Watch, tema portante di questo 2019. Ma anche per scaldare letteralmente i motori in vista dell’evento clou dell’anno, che vedrà uno Spitfire del 1943, originale e restaurato, intraprendere tra poco meno di due mesi un giro intorno al mondo.
Dell’impresa abbiamo già avuto modo di parlarne diffusamente in occasione della presentazione ufficiale lo scorso dicembre a Goodwood, e ancora non mancheremo di farlo quando lo storico velivolo farà tappa in Italia sul finire del suo viaggio. Intanto però è doveroso riportare l’impegno con il quale IWC, sostenitore principale del progetto “Silver Spitfire – The Longest Flight”, continua incessantemente a supportare l’iniziativa. Avvicinamento a tappe nel quale rientra appunto lo Spitfire Club, aperto per una notte negli spazi delle Officine del Volo, un tempo (non a caso) sede delle officine aeronautiche Caproni.
Qui IWC ha ricreato le atmosfere di un autentico club inglese anni ’40, con tanto di tavolo da biliardo, bersaglio per freccette, colonna sonora a tema (Radio Spitfire con Dj Albertino) e bancone bar circolare da cui veicolare cocktail a base gin, creati per l’occasione dalla Downtown Distillery. Ma soprattutto qui ha chiamato a raccolta un selezionato numero di ospiti e amici, amici sinceri. Dallo chef Andrea Berton a Rudy Zerbi finanche a Pierfrancesco Favino, fresco di passerella a Cannes con il suo “Il Traditore” diretto da Marco Bellocchio. Che ha intrattenuto i presenti “declamando” con il suo stile riconosciuto lo spessore di un’impresa, ancora tutta da compiere.