È in arrivo nei negozi la nuova versione in oro rosa del Calendario Annuale Regolatore di Patek Philippe. Equipaggiato con il calibro 31-260 REG QA, dalla tecnologia innovativa. Presentato nel 2011 e nel frattempo opportunamente aggiornato
E arriviamo al Calendario Annuale Regolatore 5235 con cassa in oro rosa presentato quest’anno, a Basilea, da Patek Philippe. Però ancora una volta dobbiamo fare un salto indietro nel tempo. A quel 2011 che sembra davvero importante, per il marchio ginevrino. In quell’anno, dicevamo, spirale, bilanciere, àncora e ruota di scappamento in silicio sono montati in una versione Advanced Research del calibro 240. Precisamente nel Calendario Perpetuo 5550P, prodotto in 300 esemplari.
Ma contemporaneamente Patek presenta anche il Calendario Annuale Regolatore 5235G, con cassa in oro bianco e uno “stravagante” movimento sperimentale. Si tratta del calibro 31-260 REG QA, in qualche modo imparentato con il calibro 240 (basta osservare le foto per rendersene conto), ma dotato di caratteristiche molto avanzate. Lo spessore si riduce (o meglio si ridurrebbe in un eventuale calibro 31-260 “nudo”), il diametro aumenta, aumenta anche l’autonomia complessiva. E aumenta la frequenza del bilanciere, la “stravagante”, appunto, frequenza di 23.040 alternanze/ora. Apparentemente il bilanciere è il “solito” Giromax, ma qui è accoppiato a spirale, àncora e ruota di scappamento in silicio. Ah, dimenticavo di sottolineare che quando si parla di silicio ci si riferisce, in realtà, ad un derivato composito del silicio, il Silinvar.
Il bello è che questo movimento non viene prodotto in serie limitata. Come sempre, per Patek, la produzione pur libera comporta numeri molto ridotti, ma non si tratta di una serie limitata e numerata. Pian piano la Referenza 5235G sembra scomparire dai radar: ne resta qualche traccia nei cataloghi, in rare pubblicazioni, ma dal 2011 ad oggi diciamo che non è più sotto i riflettori.
Le malelingue tecniche, fra i concorrenti, sottolineano la criticità innanzitutto del nuovo bilanciere Giromax in silicio e oro (secondo loro avrebbe problemi di planarità se sottoposto ad urti verticali), ma anche della coppia àncora/ruota di scappamento, che da allora fa soltanto fugaci apparizioni. Talvolta come coppia, più spesso come sola ruota di scappamento. La presunta responsabile di quest’altra criticità è attribuita al ridotto spessore dei componenti e quindi alla necessità di un montaggio mostruosamente preciso in senso verticale. Per lavorare come si deve le estremità (corni) dell’àncora devono giacere sullo stesso identico piano della ruota di scappamento, praticamente senza giochi. Alcuni lo ritenevano pressoché impossibile.
Ricordo che alla prima occasione ne parlai con un tecnico di Patek. Il quale ammise che la forma del bilanciere in silicio andava forse rivista, se si voleva usarla in maniera più disinvolta. Mentre per quanto riguarda lo scappamento abbiamo fatto un confronto fra lo spessore dei componenti presentati nel 2005 e quelli del 2011. Lo spessore era aumentato in maniera considerevole (probabilmente merito della collaborazione con le istituzioni tecnologiche) e comunque sufficiente per lavorare bene con le tolleranze al decimo di micron nel frattempo entrate a far parte del bagaglio tecnico di alcune marche d’alta orologeria.
Semmai, mi disse, c’era un interesse a verificare la resistenza nel tempo dell’àncora e dei denti della ruota di scappamento che, in un certo senso, hanno un contatto “violento” ad ogni alternanza. Sembra quindi che le verifiche siano finite e il calibro 31-260 REG QA torna con la versione in oro rosa del Calendario Annuale Regolatore 5235. Avviso ai collezionisti: dalle comunicazioni rilasciate da Patek si direbbe che la versione con cassa in oro bianco non sarà più prodotta. Ma quest’ultimo dato lo verificherei con un concessionario di fiducia.
Sul piano estetico cambia ben poco. Il quadrante grigio dalla potente satinatura (che ha anche un effetto antiriflesso) appare molto moderno, più ancora di quello, argentato, in dotazione al modello in oro bianco. Resta l’ottima leggibilità delle indicazioni relative al calendario annuale che, ricordiamolo, è la (moderata) complicazione in cui si deve intervenire manualmente per sincronizzare le indicazioni solo una volta l’anno, a fine febbraio, dal momento che riconosce senza problemi i mesi di 30 o 31 giorni. La apparente semplicità della cassa – e dell’orologio in generale – merita un esame “faccia a faccia” presso un concessionario. Se non altro per capire perché Patek Philippe continua imperterrita a dominare i vertici dell’orologeria svizzera.
Vi invitiamo ad andarlo a vedere presso i Concessionari autorizzati Patek Philippe.