Un grande volume racconta un centinaio di orologi per la vela, la navigazione e le immersioni. Scritto da due specialisti del settore, per gli appassionati del genere. E per chiunque voglia saperne di più
Ci sono gli orologi di James Bond e quelli di Jacques Cousteau. I subacquei più iconici – dal Fifty Fathoms di Blancpain al Devil Diver di Bulova – e la parabola dei Doxa. I grandi cronometri da marina del passato e i modelli di oggi adatti a un party in piscina (o a uno yacht club). Sono solo alcuni dei temi che potrete trovare nel libro “Sea Time: Watches Inspired by Sailing, Yachting and Diving” di Aaron Sigmond e Mark Bernardo (Rizzoli International). Dedicato cioè agli esemplari per la vela, la navigazione e le immersioni – come recita appunto il titolo.
Di grande formato e ricco di fotografie, “Sea Time” è stato realizzato da due scrittori americani, esperti del settore. E fa parte di un’ideale trilogia che riguarda gli orologi dei diversi elementi: terra, acqua e aria. Il prequel, “Drive Time: Watches Inspired by Automobiles, Motorcycles and Racing”, sul mondo dei motori e delle corse, è uscito l’anno scorso; è già esaurito, ma se lo cercate sul mercato dell’usato avete buone probabilità di reperirne una copia. Il sequel, “Air Time”, verrà invece pubblicato in futuro. Il loro merito, come si può già vedere, è la capacità di presentare la materia in modo approfondito e obiettivo. Non solo perché i tre volumi sono il risultato di lunghi studi e ricerche, ma anche per il metodo di esposizione.
Le 240 pagine di carta patinata di “Sea Time” sono infatti organizzate per argomenti: “The Icons”, “Sailing and Regatta”, “Boating Watches”, “Dive Watches”, “By the Pool & at the Seashore”. E in ognuno di questi capitoli gli orologi sono suddivisi per marchio, in ordine alfabetico, con un sistema di classificazione abbastanza logico e intuitivo. Il che comporta due vantaggi. Da un lato risulta facile per il lettore districarsi tra le diverse sezioni per ritrovare un determinato modello; dall’altro tutti gli esemplari hanno lo stesso spazio e sono trattati con uguale attenzione, senza favoritismi.
E il fatto che gli autori abbiano preso in considerazione le varie fasce di mercato, a livello trasversale, crea, in certi casi, insoliti abbinamenti fra marche profondamente diverse. Ad esempio Breguet accanto a Bremont, Fortis vicino a Franck Muller, Tempest a Tissot… Ma oltre alle caratteristiche tecniche, alla rarità, al valore economico di ogni pezzo, di ciascuno si mettono in evidenza origini, vicende, curiosità. Il bello del libro è proprio questo: la propensione a raccontare storie, così da dimostrarsi più che interessante, quasi avvincente, per gli appassionati di orologi.
E lo stile colloquiale degli autori – ricco di modi di dire, di frasi fatte, di espressioni da strada – rende la lettura ancora più piacevole. Ma allo stesso tempo più ostica. Scritto solo in inglese, “Sea Time” in certi passaggi potrebbe risultare un po’ difficile per chi non conosce bene la lingua. Speriamo che qualcuno si prenda la briga di tradurlo al più presto anche in italiano. Merita. A.A.A. Editore cercasi…