Attualità

Richard Mille in gara ai Mondiali di atletica di Doha

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Al via dieci giorni di gare a Doha. Che terranno incollati davanti allo schermo gli appassionati di atletica. Con una nota “di costume”, per i più curiosi: seguire gli ambasciatori della maison svizzera e individuare gli orologi che avranno al polso

Ai blocchi di partenza. Più di 2000 atleti sono pronti a sfidarsi per dieci giorni di competizioni a Doha, in Qatar. Inizia oggi la 17esima edizione dei Campionati Mondiali di atletica leggera (fino a domenica 6 ottobre), la prima in Medio Oriente, che assegnerà 192 medaglie d’oro, d’argento e bronzo, tutte realizzate artigianalmente a Doha da un team al 100% femminile. Protagonisti delle medaglie lo skyline di Doha e le illustrazioni dello stadio internazionale Khalifa, ristrutturato nel 2005.

I veri protagonisti sono però ovviamente gli atleti. Tra cui 65 italiani (34 uomini e 31 donne): la seconda squadra azzurra più numerosa dopo il record di 66 atleti convocati per Atene 1997. Ed è una conferma annunciata per l’atletica italiana, che ha vissuto momenti esaltanti nelle più importanti gare internazionali del 2019… Dai Mondiali di staffette di Yokohama alle Universiadi di Napoli, dagli Europei Under 23 di Gavle agli Under 20 di Boras, fino agli Europei a squadre di Bydgoszcz.

Farà ancora caldo a Doha, significativa tappa di avvicinamento ai Giochi olimpici di Tokyo 2020. Occhio agli atleti, insomma, e non solo per giudicare le performance. Durante le gare, i 50mila spettatori a Doha e noi da casa potremo riempire i nostri occhi di muscoli, tendini, pelli tese fin quasi a sfidare la natura… E anche di qualche suggerimento di stile e prestazione tecnologica.

In questi Mondiali di atletica ci sono infatti anche cinque ambasciatori di Richard Mille. Che nella loro lotta contro il tempo indosseranno esemplari testati per affrontare le condizioni più estreme, e offrire il massimo di resistenza e comfort. Doha è dunque anche un’occasione per scoprire cinque appassionati di orologi che il tempo lo sfidano e lo accorciano, di record in record. Tre donne e due uomini. Eccoli:

Niente da invidiare a una modella

Classe, bellezza, eleganza da vendere. E che fisico! Nafi Thiam (all’anagrafe Nafissa, Bruxelles 1994) è un capolavoro nato dall’incontro di due razze (il padre è senegalese, la madre belga). E, a 25 anni appena compiuti, è già da un po’ leader nell’atletica leggera. Multiplista e altista, è una star dell’eptathlon, specialità che prevede sette gare di discipline diverse; che in questi Mondiali di atletica saranno spalmate su due giornate consecutive.

Nafi, campionessa olimpica ai Giochi di Rio 2016, oro ai Mondiali di Londra 2017, è entrata nella storia al 43° Hypo meeting di Götzis (Austria). Dove, con 7013 punti, ha superato il muro dei 7000 punti nell’eptathlon scavalcato soltanto da altre due donne nella storia: la 55enne statunitense Jackie Jyner-Kersee (per sei volte) e la 34enne svedese Carolina Klüft.

Atleta femminile dell’anno nel 2017, a fianco di un altro partner Richard Mille, Mutaz Essa Barshim, eletto atleta maschile dell’anno, Nafi è la prima atleta femminile entrata a far parte del team di Richard Mille. Speriamo quindi due volte che possa farci sognare: mercoledì 2 nelle gare di 100 metri a ostacoli, salto in alto, getto del peso, 200 metri; e giovedì 3 con salto in lungo, tiro del giavellotto e 800 metri piani.

Capace di prestazioni incredibili nel salto in alto (2.02 quest’anno al meeting IAAF di Talence, seconda alla sola Mariya Lasitskene), dichiarata fenomeno anche nel lungo, Nafi secondo i critici più cattivelli ha qualche problema con la velocità. Pare che debba migliorare la messa in moto, il raggiungimento e il mantenimento di un ritmo rapido. Speriamo le sia utile l’RM 37 di Richard Mille, leggero e resistente. Sicuramente la aiuterà la rinuncia della tedesca Carolin Schäfer, argento a Londra 2017, che si è auto-esclusa per un dolore a un ginocchio.

Il fenomeno è tornato per vincere in casa

I suoi avversari avevano probabilmente fatto i conti senza di lui. Chissà quanti altisti avevano sperato di non trovare a Doha il qatariota Mutaz Essa Barshim, atleta mondiale dell’anno 2017, costretto a una lunga assenza dalle gare. Invece il fenomeno globale del salto in alto è tornato. Ha ricominciato ad allenarsi ad aprile scorso per una prima uscita a sorpresa, a giugno scorso a Sopot, in Polonia, che ha avuto del miracoloso. Vittoria, con un’altezza di 2,27 metri, con cui è arrivato secondo, un mese dopo, nella Diamond League di Londra.

È un saliscendi di vittorie e infortuni la carriera di Barshim, detentore dei record asiatici nella specialità con salti alti 2,43 metri all’aperto (seconda miglior misura di sempre), e 2,41 metri al coperto. È stato campione mondiale a Londra 2017, campione mondiale indoor a Sopot 2014 e campione mondiale juniores nel 2010. Può inoltre vantare due medaglie olimpiche (bronzo a Londra 2012 e argento a Rio 2016), gli argenti mondiali conquistati a Mosca 2013 e Birmingham 2018 (indoor) e diversi titoli continentali.

Nel frattempo, tanti i momenti di pausa, gli infortuni e le stagioni transitorie per un maledetto mal di schiena che lo perseguita dal 2012. L’anno scorso in Ungheria, dopo aver gioito per la nuova vittoria conquistata a un’altezza di 2,40 metri, mentre tentava di superare il record mondiale di 2,46 centimetri, è stato messo fuori gioco da un infortunio ai legamenti della caviglia sinistra. E ha chiuso lì la stagione. L’estate scorsa è tornato in grande forma, fisica e mentale. Si prepara a vincere in casa, in questi Mondiali di atletica a Doha.

La regina ucraina cresciuta di 30 metri

Sportive e belle sembra una regola. La conferma Yuliya Levchenko, che ai Mondiali di Londra ha conquistato, oltre alla medaglia d’argento per il salto in alto, anche il “titolo” di atleta più bella del mondo. E, mentre migliorava il suo record perdonale di 4 centimetri, ha letteralmente conquistato i cuori dei tifosi. Per la verità a Londra, con un salto di 2,01 metri, Yuliya ha raggiunto anche un altro record: in soli quattro anni ha superato di 30 centimetri l’altezza dei suoi salti.

La più giovane ambasciatrice di Richard Mille – 20 anni e una bellezza seconda solo alla bravura – troverà sicuramente un posto accanto a Mutaz Essa Barshim, suo omologo maschile e re indiscusso della disciplina. Le vittorie, le foto (alcuni selfie su Instagram sembrerebbero adatti al book per un’agenzia di modelle più che per una storia sportiva), e i video motivazionali che accompagnano i suoi allenamenti con le scritte “Do it”, “Go all the way”, non lasciano dubbi sulla testardaggine di Yuliya.

Le sue parole lo confermano: “Mi ci sono voluti 7 anni per raggiungere questo livello. Può sembrare tanto ma tutti mi dicono che il mio percorso è stato estremamente rapido. Molte atlete hanno bisogno di 15 anni e più per riuscire a saltare oltre i 2 metri! Mi piace sentire la tensione delle grandi sfide, controllare lo stress, superare i miei limiti. Credo non ci sia niente di meglio della soddisfazione di aver superato un’altezza mai raggiunta prima”. Oggi alle 17.40 la vedremo saltare per le qualificazioni femminili. Al suo polso l’RM 07-01 Carbon TPT®.

Il secondo uomo più veloce del mondo

È giamaicano. E ha più di 1 milione e 100mila follower su Facebook. Yohan Blake, tripla medaglia a Londra, già nel 2009 si era consacrato come il più giovane atleta che corre i 100 metri in meno di 10 secondi. Nel 2011, ai Mondiali di Daegu, diventa il più giovane campione del mondo sui 100 metri e batte il record della staffetta 4x100m (37’04”). Una finale segnata per la verità dalla squalifica per falsa partenza di Usain Bolt, suo eterno rivale, e dalle assenze per infortunio di Tyson Gay e Asafa Powell.

Nel 2012, durante i trials giamaicani (valevoli come campionati nazionali e come qualificazioni ai Giochi olimpici di Londra 2012), Blake sconfigge il connazionale Usain Bolt per 2 volte di fila – sia nei 100 metri, con un nuovo primato personale di 9’75’’, quarta prestazione mondiale di tutti i tempi, sia nei 200 metri. E diventa il primo uomo in assoluto a riuscire a battere Bolt, dopo che per i primi 100/120 m di gara il suo connazionale era stato sempre in testa. Ma alle Olimpiadi deve accontentarsi di due argenti. Oro conquistato invece con la squadra della staffetta.

Qualche giorno dopo, al meeting di Losanna, realizza un eccellente 9’69’’, terza miglior prestazione di tutti i tempi. Che lo consacra come secondo miglior atleta di sempre sulla distanza insieme a Tyson Gay, dietro soltanto a Usain Bolt. Ai Mondiali di atletica di Doha Yohan Blake correrà con al polso un esemplare ultra-resistente che omaggia la bandiera giamaicana: réhault e corona verdi, indici dei minuti e cinturino in Velcro® gialli.

Un destino segnato dal cognome

“Non hai ancora visto niente”, ripete dopo ogni successo, con inconfondibile accento catalano, Maria Vicente. Tutta ricci e motivación l’ultima arrivata, la più giovane, nella squadra di Richard Mille. Perché non dobbiamo farci abbagliare dal lungo elenco di titoli conquistati: Maria ha solo 18 anni! Eppure è la migliore eptatleta femminile che la Penisola iberica possa ricordare. Con 53 record spagnoli, nel 2017 è stata incoronata campionessa mondiale Under 18; l’anno scorso ha conquistato l’oro agli Europei U-18; quest’anno a Boras, in Svezia, ha vinto i Mondiali Under 20. Una vittoria pirotecnica.

Maria, infatti, non si è limitata a battere un nuovo record. È arrivata al rush finale consapevole dell’ottima performance nel lancio del giavellotto, dove ha battuto di 5 metri il proprio record. Negli 800 metri, sotto la pioggia battente, sapeva che avrebbe dovuto dare il massimo per recuperare diversi decimali e stare nel tempo di 2:24,79. Non solo ha raggiunto la prestazione richiesta, ma l’ha battuta di 6 interi secondi, arrivando a 2:16,2. Ed è diventata la prima donna spagnola a superare i 6.000 punti, aggiudicandosi il podio dell’eptathlon con un punteggio di 6.150 punti.

Non stupisce che, durante una serata di gala a Madrid, il re Felipe in persona l’abbia portata nell’empireo dei “giovani atleti più promettenti di Spagna”. Determinazione e forza d’animo ne ha da vendere. E, a giudicare dal cognome, non le manca nemmeno la giusta dose di fortuna. Ora Maria si sta mettendo alla prova anche con la danza per modellare un corpo alto 1 metro e 80 cm. Ancora una volta “pronta a puntare al meglio oltre ogni limite”, ai Mondiali di atletica di Doha competerà indossando un RM 007 in titanio.

Aggiornamento

Al termine dei Mondiali di atletica di Doha, il palmarès di Richard Mille si amplia di due medaglie. Sono saliti sul podio Mutaz Essa Barshim, che si è aggiudicato l’oro nel salto in alto, scavalcando il muro dei 2,37 metri. E Nafi Thiam, che ha ottenuto l’argento nell’epthatlon. Gli altri si sono comunque piazzati nei primi cinque delle rispettive classifiche. Congratulazioni.