Poco nota ma molto attiva, la storica organizzazione della Manifattura di Le Brassus è impegnata a preservare le foreste in tutto il mondo. E influisce anche sulla politica ambientale dell’azienda
La sostenibilità per alcune aziende (serie) è un progetto importante, non una semplice voce del budget di marketing. Audemars Piguet ci crede da tempo. Tant’è che nel 1992 (ormai 27 anni fa, quando il tema non era ancora “di moda”) ha istituito una propria fondazione, volta a preservare le foreste di tutto il mondo. Come? Attraverso progetti tailor made studiati in base alle specifiche necessità del luogo, con l’obiettivo di proteggere l’ambiente e sensibilizzare le giovani generazioni.
Creata da Jacques-Louis Audemars per i 20 anni del Royal Oak, la Fondazione Audemas Piguet oggi è diretta personalmente dalla figlia, Jasmine Audemars, Presidente del Consiglio di amministrazione di Audemars Piguet. Fin dall’inizio è sempre stata un ente indipendente, senza scopo di lucro (né, sia chiaro, intenti di promozione del Brand); ed è finanziata direttamente con parte dei proventi della vendita di ciascun orologio prodotto dalla Manifattura.
La sede si trova a Le Brassus, nella Vallée de Joux, ma l’impegno dimostrato nel tempo l’ha portata a conquistarsi grande credibilità oltre la Svizzera. Collabora quindi con numerose associazioni, per poter agire in modo concreto sul territorio a livello locale; consapevole però che i problemi attuali trascendono i confini nazionali e rendono necessaria un’azione globale. Gode per esempio dell’appoggio dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), un’organizzazione che include quasi 1.000 membri governativi e non. In pratica, una grande rete che si preoccupa di armonizzare tutela dell’ambiente con crescita economica e progresso sociale.
In più, la Fondazione Audemars Piguet condiziona (e supervisiona) la politica ambientale della Maison e ne promuove lo sviluppo sostenibile. Tra l’altro è riuscita a far costruire la Manufacture des Forges, inaugurata a Le Brassus nel 2009, con criteri ecologici; quindi usando materiali d’avanguardia (anche riciclati) e cercando di ridurre al massimo l’impatto ambientale. Lo stabilimento di produzione è stato così il primo edificio industriale svizzero a ricevere il marchio Minergie-Eco®, che definisce la qualità degli standard costruttivi più attuali.
Ma entriamo nel vivo delle sue attività. Finora la Fondazione Audemars Piguet ha sovvenzionato 125 progetti in 52 Paesi nel mondo. Davvero molti, uno più interessante dell’altro. Qui ne abbiamo selezionati alcuni tra i più attuali.
Brasile: agricoltura familiare
Nel Cerrado, vasta savana che ha subito un vero e proprio scempio a causa dell’industria mineraria, degli incendi dolosi e della monocoltura, la Fondazione Audemars Piguet sta finanziando la creazione di vivai per nuclei familiari. Organizza anche un ciclo di formazione per giovani agricoltori, con l’obiettivo di aiutare le famiglie a ricreare la biodiversità dei loro territori e sfuggire alla povertà.
Namibia: alberi per gli orfani
In una regione in cui la desertificazione sta avanzando, il primo asse del progetto è stato creare macchie isolate di vegetazione per il rimboschimento del suolo. Duemila alberi sono stati donati a cinquecento orfani. Quasi duecento volontari, formati da circa quaranta responsabili del progetto, hanno seguito questi bambini e hanno condotto diversi laboratori: cura degli alberi, naturalmente, ma anche informazione circa Aids, salute e nutrizione.
Perù: il Selva Viva naviga per gli Indios
Finanziato dalla Fondazione Audemars Piguet, il Selva Viva naviga lungo il Rio delle Amazzoni, in Perù, al servizio degli Indios che vivono lungo le sue sponde. La Ong francese Arutam ne ha affidato la costruzione ai disoccupati di Iquitos, che l’hanno realizzata ricorrendo a tecniche tradizionali. Il battello svolge missioni scientifiche di censimento delle piante utilizzate per la medicina tradizionale; permette lo scambio di merci e cultura fra i villaggi degli Indios e, per diversi mesi all’anno, accoglie viaggi di turismo solidale che servono a finanziarne l’attività.
Operazioni molto diverse tra loro ma legate da un forte senso civico. Perché oggi fare impresa significa anche costruire e preservare “lo spazio” dove domani ci saranno nuove opportunità. La sostenibilità è anche questo. E la Fondazione Audemars Piguet lo sa.