Fantasia e realtà. Leggerezza e resistenza. Materiali avveniristici e tecniche antiche. Nell’orologio realizzato da Richard Mille e Pharrell Williams gli opposti coesistono per dar vita a un insieme senza precedenti
strumento dall’ugello piccolo, dal tratto sottile e dall’applicazione delicata, che “dosa” la quantità di colore da erogare. L’ideale per superfici dal formato ridotto.
Ancora, sui due lati del casco dell’astronauta si notano due strutture verticali: i proiettori e le telecamere, d’obbligo nell’equipaggiamento per una passeggiata marziana. Ciascuno è formato da uno zaffiro nero e due diamanti incolore, che ben riproducono le lenti degli obiettivi e la luminosità dei fari. Mentre sotto la tuta si intravvedono il bilanciere e la gabbia del tourbillon, che in questo contesto diventano parte integrante della tuta spaziale. Intendo dire, idealmente il tourbillon sembra perdere la propria funzione primaria per assomigliare piuttosto a qualche strano dispositivo tecnologico, utile alla sopravvivenza dell’astronauta.
Il movimento
A proposito di meccanica, il Calibro RM 52-05 a carica manuale – oltre al tourbillon – presenta una serie di caratteristiche tipiche della maison. Come il bariletto a rotazione rapida, che compie un giro in 6 ore (anziché in 7 e mezza come di consueto) e ne aumenta quindi in maniera sensibile l’efficienza. Oppure il bilanciere a inerzia variabile, dotato di quattro masselotte che permettono di modificarne appunto l’inerzia e ottenere quindi una regolazione più accurata.
O ancora platina e ponti in titanio grado 5, leggero e resistente (come dicevo) ma anche estremamente rigido, quindi in grado di sopportare urti accidentali e di offrire un supporto ottimale a ruotismi e ingranaggi. Un unicum è invece la presenza dell’avventurina, un tipo di vetro che riproduce l’omonima pietra: dalla tonalità blu, screziato da cristalli di rame, è qui usato con fini decorativi, a riprodurre lo spazio interstellare della nostra galassia.
La cassa
Qualche considerazione merita infine la cassa dell’RM 52-05: tripartita, ha la lunetta e il fondello in Cermet, mentre la carrure è in Carbon Tpt. Il termine Cermet deriva dall’inglese – cer(amic) più met(al) – e sta a indicare un metallo ceramico (o, meglio, una famiglia di metalli ceramici). Brevettato nel 1931, all’inizio ebbe scarso successo a causa dell’intrinseca fragilità; ma conobbe ulteriori sviluppi dopo la Seconda guerra mondiale, su richiesta dell’Aeronautica militare americana che cercava materiali resistenti alle alte temperature.
E le università statunitensi riuscirono nell’intento: nel tempo svilupparono diverse composizioni, in grado di offrire un’ottima resistenza all’usura e alla deformazione plastica. In questo caso, il Cermet dell’RM 52-05 ha una matrice metallica di zirconio associata una ceramica in carbonitruro di titanio. La componente ceramica gli conferisce doti di leggerezza e di durezza: lo rende quindi resistente agli urti e ai graffi, oltre a donargli una particolare tonalità color bronzo.
Quindi il Carbon Tpt, un altro materiale high-tech già utilizzato da Richard Mille in diversi esemplari. È formato da circa 800 strati di filamenti di carbonio paralleli e sottilissimi (il diametro massimo di ciascuno è di 30 micron), impregnati con una resina nera, che sono stati sovrapposti da una macchina capace di sfalsare di 45° l’orientamento di ogni strato; il materiale che ne risulta, riscaldato a 120° C e sottoposto a una pressione di 6 atmosfere, è quindi pronto per essere lavorato dalle frese e dalle altre macchine utensili fino a risultare della forma desiderata.
Anche il Carbon Tpt è leggerissimo ed estremamente resistente (anzi, è quasi impossibile romperlo). E insieme agli altri materiali sembra rispondere alla scelta di “alleggerire” il più possibile l’orologio per compensare l’uso dell’oro e dell’avventurina, che invece hanno un peso ben diverso.