Attualità

Gérald Charles, le forme del Maestro e qualche ricordo

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Charles Gérald Genta. Il più grande disegnatore d’orologi che la Svizzera abbia conosciuto negli ultimi cinquant’anni. E sì che di fantastici disegnatori ce ne sono stati e ce ne sono tanti. Uno meglio dell’altro, ma lui… Lui vive ancora nelle sue opere, alcune delle quali ancor oggi vengono riprese, elaborate e continuano imperterrite ad avere successo. Il Royal Oak di Audemars Piguet è ancora la colonna portante del marchio; il Nautilus di Patek Philippe ricercato dai collezionisti di tutto il mondo; l’IWC Ingénieur continua a stupire…

E l’Octo è uno dei nuovi successi di Bulgari, che acquistò il marchio Gérald Genta nel 2000. Lo acquistò perché una serie di mutamenti del mercato e qualche errore avevano messo in ginocchio il creatore, che nel 1969 aveva trasformato il proprio nome in un marchio leggendario. Ma il Maestro non rimase con le mani in mano: prese il proprio primo nome, lo trasformò in cognome e nel marzo del 2001 riprese l’attività con il nome di Gérald Charles.

Non posso dire d’essere stato suo amico: sarebbe esagerato. Ma ho avuto la sua fiducia. Verso la fine degli anni Novanta ero a Ginevra, all’Hôtel des Bergues: per una delle solite visite, andavo alla boutique Patek Philippe in rue du Rhône, a poche decine di metri di distanza. Bella giornata, esco in anticipo per andare a visitare un fantastico negozio di macchine fotografiche, famoso per i suoi buoni prezzi.

Invece di fare il giro dell’enorme edificio, decido di uscire dalla parte posteriore, passando per il bar. Gérald Genta era lì (di fatto abitava all’Hôtel des Bergues e il bar era il suo salotto) e mi chiama per ringraziarmi di un articolo che avevo da poco scritto su di lui. Chiacchierando comincia a raccontare, con l’aiuto di un taccuino. Disegna il Royal Oak: questo l’ho fatto io. Il Nautilus: questo l’ho fatto io. E così via. Il taccuino delle meraviglie.

Bisogna sapere che a quei tempi i disegnatori, come i grandi tecnici, erano di fatto sconosciuti al pubblico. Si sussurrava di loro, ma sembravano leggende perché il loro nome non lo trovavi mai in alcun libro, in alcuna cartella stampa. Avevano venduto il frutto del proprio ingegno al marchio e il marchio ne diventava l’autore. I creativi scomparivano nella nebbia.

Tornato in redazione ne parliamo a lungo con Renato Giussani, per molti anni mio compagno di avventure orologiere, e decidiamo che non c’è nulla di male nel dire una verità che rende onore a tutti: creativi e marchi. Pubblichiamo un articolo sull’argomento e a dire il vero non troviamo opposizioni. A parte un paio di marchi che ci chiedono se siamo sicuri di quel che diciamo (sì: abbiamo i disegni di Genta), gli altri si affrettano a sdoganare i migliori creativi e a usarli come buon argomento di marketing.

Un creativo ha sempre un punto di riferimento, un oggetto, un mondo o comunque un faro per individuare un porto sicuro. Per la grande trilogia dei subacquei di lusso, ad esempio, Charles Gérald Genta prende come riferimento le attrezzature dei palombari, “traducendone” le caratteristiche nelle dimensioni e nell’estetica di un orologio di lusso. E questo è un fatto ormai ben noto. Molto meno nota, però, è l’ispirazione per le ultime collezioni proprie, quelle uscite con il nome di Gérald Charles.

Nella sua maturità Charles Gérald Genta aveva deciso di cambiar fonte di ispirazione, passando dagli oggetti della tradizione quotidiana alla grande architettura. In particolare era rimasto affascinato dalla genialità di un grandissimo architetto, guarda caso nato anche lui in Svizzera, ma come Genta di origine italiana: Francesco Borromini (1599/1667). Che rivoluzionò il Barocco portandolo a diventare uno stile maturo e proiettato nel futuro.

Ne parleremo ancora prossimamente, ma sta di fatto che per un romano (città che ancor oggi si divide fra i tifosi del Bernini e quelli del Borromini) il richiamo con la pianta da San Carlo alle Quattro Fontane è un legame evidente anche per chi non ha studiato architettura. La cosa divertente è che tutti hanno pensato ad un vezzo celebrativo, scoprendo che il nome della collezione era Maestro. Ma Genta aveva in mente il Maestro dell’architettura: Borromini…

Oggi la collezione Maestro (che di fatto ha continuato la produzione, sia pure in pochi esemplari su richiesta) sorprende con Gérald Charles Maestro Anniversary. Una edizione limitata a 252 esemplari, una edizione che celebra i venti anni dalla fondazione. Un orologio per ogni mese dall’inizio del 2000 alla fine del 2020. Ciascuno dei collezionisti potrà scegliere un mese particolarmente significativo, ovviamente se è ancora disponibile: il che vuol dire non aspettare troppo a prenotare.

L’edizione sorprende per la semplicità dell’impianto estetico (borrominiano, rivisto in chiave attuale), per la grafica chiarissima sulla quale spiccano gli indici (molto ben leggibili) e il datario di grandi dimensioni. Grandi, non grandissime, per via delle limitazioni tecniche imposte dalla particolare forma della cassa.

Sorprende per il cinturino in caucciù (il cui disegno proviene dagli sterminati archivi di Charles Gérald Genta) che prelude all’ultima sorpresa: l’impermeabilità garantita fino a 10 atmosfere. Il che vuol dire: il marchio ha dovuto farsi produrre su misura una guarnizione O-ring specifica. Il vero Maestro si vede anche alla luce di questi dettagli.