Niente si può contro Kronos. Fermare le lancette del Tempo, il grande tiranno, è una sfida impossibile da vincere. Ci provano però idealmente Eddie Kurayev, Albert Akbashev e Amit Verna – collezionisti d’arte e di orologi antichi – meglio identificati come Berd Vay’e. Il marchio di art project, da loro fondato nel 2014 a New York, è famoso per la creazione di sculture da tavolo che “congelano il tempo”, almeno dal punto di vista simbolico. In modo del tutto originale, diverso da altri. Perché fanno letteralmente a pezzi gli strumenti che lo misurano e ne cristallizzano poi i componenti in un’eterna, irreversibile sospensione.
Le opere di Berd Vay’e sono infatti in Lucite®, nome commerciale per un tipo di polimetilmetacrilato – in poche parole plexiglas. Nel materiale sintetico, che riproduce alla perfezione la trasparenza del vetro, incapsulano, esponendoli così a vista, una miriade di ingranaggi di orologi. L’effetto è di grande suggestione, anche perché ogni opera conta migliaia di microcomponenti: ruote, rubini, leve, bilancieri, viti, rocchetti, molle e spirali… Che sembrano, appunto, sospesi nello spazio e nel tempo.
Ci sono voluti fino a 2.500 pezzi, ad esempio, per creare la più recente installazione di Berd Vay’e, “Gravity”. Per come è fatta, la scultura – praticamente due opere in una: una sfera sospesa all’interno di un cubo cristallino – sembra davvero voler sfidare la fisica. E infatti è un omaggio al matematico inglese Isaac Newton, scopritore della legge di gravitazione universale. Come le altre sculture del brand, anche “Gravity” è stata realizzata in un’edizione limitata di 999 pezzi seguendo un procedimento lungo e complesso, un lavoro artigianale di grande pazienza.
Ogni ingranaggio, camma, platina, ruota di scappamento, pignone, ponte o lancetta, ha una sua storia. Gli esemplari che li contenevano hanno dai 50 ai 100 anni di vita, e provengono da ogni parte del mondo, setacciati dagli esperti del marchio statunitense. La maggioranza comunque è di origine svizzera. Tra i tesori scovati di recente ci sono per esempio orologi da tasca utilizzati dalle ferrovie americane all’inizio del Novecento. Smontati e riparati in ogni singolo elemento, sono poi resi immortali nell’opera; protetti per sempre dagli agenti esterni a sfidare proprio lo scorrere del tempo.
I movimenti sono infatti decostruiti e i loro componenti restaurati e lucidati; quindi meticolosamente collocati uno ad uno nella materia plastica. Ciascuno è stato selezionato, ripulito e codificato secondo un processo rigoroso, simile a quello per la classificazione dei diamanti; e solo alla fine è posizionato con estrema cura ed equilibrio estetico, nei tanti strati di Lucite. Quest’ultima subisce quindi diversi passaggi in forno ad alte pressioni, cotta a una temperatura di 1000° per 8-9 ore, fino a otto volte ciascuna. E poi lasciata raffreddare per tre giorni.
La scultura è infine modellata e levigata a mano fino a ottenere la forma e la lucentezza desiderate. Ogni pezzo così ricavato è quindi unico e irripetibile. Fra le opere cult Berd Vay’e, finite nelle collezioni di appassionati d’arte appartenenti anche al mondo del cinema, vale la pena almeno di citare “Lost in time”. Forse la più originale. Raffigura un teschio perfettamente riprodotto, con il cervello stilizzato da migliaia di ingranaggi a simboleggiare la complessità della mente umana.