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Alla 24 Ore di Le Mans, le donne pilota scendono in pista. Anzi, al monitor

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Non esiste rivale nel cuore degli appassionati: la 24 Ore di Le Mans è la Gara endurance per eccellenza. È nell’empireo del mito automobilistico con la 500 miglia di Indianapolis, il Nürburgring, Monaco e Monza. Un appuntamento imprescindibile per chi, come l’imprenditore dell’orologeria Richard Mille, ama le grandi sfide. Per “dominare” il tempo, per sorpassare gli avversari, per superare i propri limiti. Dopo un passato nel marketing e nel management di diverse marche del lusso, a 50 anni (nel 2001) Mille ha sfidato se stesso e ha fondato, con Dominique Guenat, l’azienda che porta il suo nome. L’obiettivo era quello di realizzare orologi “a prova di atleta”. Di giungere là dove il mito diventa passione, il brivido leggenda.

Ovvero accompagnare grandi piloti come Alain Prost, Fernando Alonso e Charles Leclerc; campioni di sci e snowboard del calibro di Ester Ledecká; golfisti come Cristie Kerr o Bubba Watson; o ancora atleti come Yohan Blake o Mutaz Essa Barshim nelle imprese che rimarranno nella storia dello sport. E la gara di Le Mans è questo: uno spettacolo leggendario che si rinnova ogni anno. Anche se nel 2020 per ovvie ragioni si compete in maniera virtuale, Richard Mille e i suoi orologi scenderanno in pista. Nota bene, con una vettura dalla livrea rossa cardinale e un team interamente femminile (caso unico in questa competizione). Il 13 e il 14 giugno 2020, esattamente nelle date previste per la 24 Ore di Le Mans, la sfida si sposterà dalla pista ai monitor del computer.

The show must go on

La voglia di non soccombere a un nemico mortale e invisibile, quella forza che nei giorni più bui ci ha spinto sui balconi, con bandiere e strumenti musicali, è la stessa che ha portato gli organizzatori della 24 Ore a dire: «The show must go on, la gara si fa». La competizione riprenderà il formato abituale della 24 Ore di Le Mans con prove libere e qualificazioni (da oggi, 10 giugno, fino al 12 giugno) e poi la partenza il 13 giugno alle 15. La differenza è nel format che vedrà affrontarsi 50 equipaggi misti – composti da piloti rinomati e SimRacer, i campioni professionisti delle corse automobilistiche simulate.

Questi atleti si accomoderanno in un simulatore che ricostruisce le caratteristiche tecniche del percorso, quello delle vetture e delle condizioni di una competizione (compresi guasti, incidenti, pit stop e variabilità meteo). I quattro piloti si alterneranno alla guida e attraverso una telecamera saranno costantemente in collegamento con la centrale operativa (per evitare brogli) e con il team di ingegneri che hanno provveduto a preparare la vettura digitalmente. Il programma completo e la diretta è sul sito ufficiale della corsa.  

Grandi protagonisti

A bordo grandi nomi come Charles Leclerc, Max Verstappen, Felipe Massa e l’italianissimo Giancarlo Fisichella. In pista grandi marche: Ferrari, Corvette, Porsche, Toyota e Aston Martin. E tra loro anche il team Richard Mille Racing con un equipaggio al 100 per cento femminile. Composto da tre piloti titolari e da una SimRacer: Katherine Legge, Tatiana Calderon, Sophia Floersch e l’australiana Emily Jones, considerata la miglior pilota in simulazione del pianeta. Per le prime tre si tratterà di un test in previsione del debutto, con la Richard Mille Racing, nell’European Le Mans Series, che si terrà a porte chiuse il 9 luglio sul circuito Paul Ricard. In questa occasione invece saranno a bordo di una monoposto digitale a ruote coperte, totalmente identica alla vettura reale.

Le quattro campionesse

Per diritto di “gerarchia” si parte da Katherine Legge, 39 anni, il capitano del team. L’inglese vanta oltre 20 anni di esperienza, dalla F1 – ha fatto un test anche per la faentina Minardi prima del suo passaggio in Red Bull – fino alla 500 miglia di Indianapolis. Non c’è un’auto su cui non si sia seduta al volante. Gli appassionati italiani forse conosceranno meglio la colombiana Tatiana Calderón, 27 anni, attuale collaudatore per l’Alfa Romeo Sauber, soprattutto con tanto lavoro sul simulatore. Ha iniziato la sua carriera dai kart e step by step è giunta fino al top delle competizioni nel mondo della Formula 1.

La giovane tedesca Sophia Floersch, 19 anni, ha fatto il suo debutto in Formula 3 e per molti è il futuro delle corse in chiave femminile. Il mondo intero ha trattenuto il respiro a seguito del terribile incidente in gara a Macao. Infine lei, la 26enne professionista SimRacer, Emily Jones che guida per Trans tasman racing nella V8 Supercar online premier series e nelle Gfinity supercars Eseries con Workplace law racing. Nomi sconosciuti ai più, ma importanti per chi segue il settore. A questo punto resta solo un dubbio: quale Richard Mille avranno al polso le ragazze del Racing Team?