Un eccentrico quanto affascinante salto (indietro) nel tempo e nello stile. Con una selezione di oltre cento orologi, datati fine anni Cinquanta, Sessanta e Settanta – periodi considerati come la golden age dell’orologeria e della sperimentazione d’avanguardia. “Retro Watches” (Thames & Hudson) potrebbe tranquillamente essere accolta come la guida definitiva per collezionisti, amanti dello stile rétro più originale.
Gli esemplari protagonisti della pubblicazione appartengono, infatti, alla collezione privata di Mitch Greenblatt, uno dei maggiori esperti americani (sta a San Francisco) di orologi d’epoca dal gusto esuberante. Insieme all’autore del libro, il giornalista inglese Josh Sims, Greenblatt ha scelto per l’occasione un centinaio di pezzi rari fra gli oltre quattrocento della collezione che ha iniziato a comporre più di vent’anni fa.
Un’attività alla quale si sta infatti dedicando – anima e corpo – dal 1998, dopo avere rinunciato a una carriera di brillante illustratore già avviata. Da allora, ha trasformato l’innata passione per l’orologeria in una professione. Non solo colleziona, commercializza e scrive di orologi su riviste specializzate, ma disegna e produce anche un proprio brand, Xeric. Di cui sono andati letteralmente a ruba, per esempio, i pezzi della collezione ispirata all’Apollo 11 e creata per il 50° anniversario dell’allunaggio di Neil Armstrong e Buzz Aldrin.
“Time to be different” è il credo di Mitch Greenblatt che da sempre si lascia guidare dal gusto per l’inusuale e dalla ricerca per gli esemplari più rari, meno noti e di nicchia. Ecco quindi un Opus 3 di Harry Winston, un Handcuff anni ’60 totalmente di plastica, uno Zenith Futur Time Command del 1976; e ancora un Tenor Dorly con ore saltanti, un cronografo Pari, un Mido Mystery Dial… Sono solo alcuni dei modelli che rappresentano il suo mondo – almeno, per come lo racconta sulla pagina Horolovox che gestisce su Instagram. E sull’omonimo sito, in cui si può reperire anche il nuovo libro, “Retro Watches”.
Nelle pagine di “Retro Watches” si trovano delle vere e proprie chicche. Rarità che, come dichiara lo stesso Greenblatt, ha “selezionato fra marchi ormai defunti e brand fra i più grandi di oggi. Si tratta comunque di pezzi che rappresentano il lato più sperimentale del design”. Così sfogliando il volumetto, che si distingue anche per la preziosità delle immagini, si può approfondire la storia e la meccanica di orologi più o meno noti, comunque insoliti. Come l’Hamilton Electric “Victor” degli anni ’50 o il Jaeger-LeCoultre Disco Volante degli anni ’70; oppure, ancora, un altro LeCoultre HPG Memovox (per il mercato americano), e l’Omega Driver. Ciascuno è corredato da un’esauriente descrizione: con tanto di contestualizzazione storica e stilistica, scheda tecnica con movimento, e valore di mercato.