L’oro rosa incontra i diamanti brown e gli zaffiri nei colori dell’arcobaleno. Un’esplosione di colori pastello ispirata all’alba di un nuovo inizio. Tanto giallo, con la pietra eliodoro, dalle parole greche “elios” (sole) e “doron” (regalo). Un regalo del sole all’umanità, che trasmette quella carica di energia positiva di cui tutti sentiamo il bisogno. Prendendo ispirazione dalla natura e nascondendo le lancette, come a voler stoppare il tempo in un fermo immagine di momenti piacevoli.
Piccolo capolavoro di alta gioielleria, il secret watch della collezione Margherita di Damiani sembra il pezzo giusto al momento giusto. Un inno alla natura, per seguirla in una nuova alba. «Le nostre collezioni sono spesso ispirate alla natura. Margherita, nella sua raffinatezza, si caratterizza per un senso di freschezza e di semplicità, che sono giusti in questi tempi strani che stiamo vivendo», dice Silvia Damiani, Vicepresidente del gruppo di famiglia. Che, oltre alla marca di alta gioielleria, comprende Salvini, Bliss, Calderoni, Rocca e la vetreria artistica Venini (di cui lei è Presidente).
In questi tempi «strani», la maison Damiani ha scelto di presentare su Instagram, durante la Digital Fashion Week di Milano, le nuove creazioni di alta gioielleria che reinterpretano il design Margherita. «Una collezione nata nel 2017 riprendendo un disegno fatto da nonno Enrico, allora garzone di bottega, che omaggiava l’eleganza della prima regina d’Italia. Quando abbiamo riguardato quelle bozze», racconta, «ci siamo accorti di quanto quel disegno semplice, pulito e lineare, conservasse una freschezza e una bellezza senza tempo. La collezione Margherita è stata amata da subito in diversi mercati – dall’Italia all’Asia e alle Americhe – anche perché si può indossare mescolando pezzi in oro giallo, bianco e rosa, a seconda della situazione. Per me il massimo dell’eleganza sarebbe abbinare il secret watch agli orecchini».
Gemmologa e maestra di eleganza, Silvia Damiani lavora in azienda dal 1985. E ne condivide la guida con i fratelli Guido e Giorgio, che con lei rappresentano la terza generazione. Una vita tra i gioielli, a scegliere le gemme più belle, immaginando che aspetto avranno negli accostamenti ideati per le nuove collezioni. «Ricordo ancora il primo gioiello: un cavallino rampante: spilla in platino, diamanti e smeraldi taglio baguette. Non un regalo. Ero una bambina», racconta.
«Passavo il tempo in ufficio da mamma e papà indossando quel pezzo unico finché non fu venduto. Mi sono rimaste soltanto le foto. Pensandoci, per l’oroscopo cinese sono del segno del Cavallo, un animale in cui mi riconosco: è buono e gentile, ha una gran nobiltà d’animo. Ma può imbizzarrirsi, e allora è meglio stargli alla larga; ama la libertà, non bisogna legarlo troppo. Dal segno della Vergine ho invece preso la precisione, la cura per i dettagli, l’esigenza di armonia».
Donna manager, “figlia di”, anche lei ha dovuto superare qualche scoglio. «In pochi casi mi sono sentita in difficoltà in quanto donna», spiega. «Agli inizi della carriera, a poco più di 20 anni, dirigevo un’équipe tutta femminile che si occupava dell’acquisto delle perle. Nel 1987 andammo in Giappone, un Paese non abituato ad avere interlocutori donne. Ho vinto il pregiudizio facendo bene il mio lavoro, guadagnandomi il loro rispetto, conoscendo la loro cultura e integrandomi nel loro modo di pensare. Il Giappone è rimasto uno dei miei Paesi preferiti».
Per papà Damiano tanta riconoscenza. «Essere “figlia di” mi ha aiutata molto: nella gioielleria la tradizione è un plus. Essere gioielliere di terza generazione significa avere alle spalle i migliori insegnanti possibili. Papà mi ha sempre trattata alla pari dei miei fratelli, non mi sono mai sentita sminuita in quanto donna. Anzi, in azienda il mio punto di vista è sempre stato considerato importante. Papà mi ha insegnato a essere sempre me stessa. Diceva che ho molto cuore e rischio di essere più ferita; ma le persone buone mi apprezzeranno ancora di più. Il suo insegnamento più grande, per me e per i miei fratelli, è essere quello che siamo», sottolinea.
Il primo orologio le fu regalato in prima elementare. «Andando a scuola cominciavo ad avere il senso del tempo. Ero una brava studentessa, ma nell’intervallo tra una lezione e un’altra mi perdevo a giocare un po’ troppo. Quell’orologetto servì a ricordami di rientrare in aula», sorride.
Tradizionalmente, una donna elegante non indossava orologi. «Io dico che la vera eleganza è quella che uno si sente dentro», commenta Silvia Damiani.
«L’orologio è sempre molto elegante in una situazione lavorativa diurna», chiarisce. «È invece vero che, secondo il galateo, in occasione di serate speciali non si dovrebbe indossare, perché in quel momento il tempo si ferma. Diventa un lusso poter non guardare l’orologio; una forma di rispetto verso gli ospiti dedicargli tanto tempo da non misurarlo neanche. L’orologio gioiello è il giusto compromesso. Un accessorio elegantissimo che completa l’outfit. Con una doppia funzione: ti permette di essere in orario e di portare un oggetto bello sempre con te».
Tanti i consigli di stile offerti da Silvia Damiani nel suo libro Gioielli. Istruzioni per l’uso (Guide pratiche Mondadori). Chiediamo a lei come e quando indossare un orologio gioiello. «Viene di solito acquistato da chi possiede già molti orologi e molti gioielli. Non deve essere necessariamente super-costoso. Noi ne abbiamo tanti, in diverse collezioni. Ad esempio il Belle Époque, in ceramica, con diamanti e pietre bicolore, può essere anche diurno. Dipende da quello che si indossa. Ancor più facile da abbinare il modello Ego, in maglia milanese con piccole gocce di diamanti, disponibile in oro giallo, bianco o rosa. L’orologio abbinato al colore dei gioielli arricchisce di eleganza chi lo porta».
Quindi suggerisce: «L’orologio più prezioso è ancor più bello se abbinato con due o tre oggetti della stessa collezione. Non mi piace la parure completa di quattro pezzi. Ma l’orologio coordinato all’anello oppure agli orecchini – una sofisticatezza che si nota magari mentre si parla – mi piace molto». Bocciato l’orologio gioiello come regalo di fidanzamento. «Sono per il tradizionale anello. L’orologio gioiello può essere un regalo di compleanno, da parte di chi conosce bene i gusti della festeggiata. Oppure un acquisto fatto direttamente dalla donna, per se stessa».
Perché l’emancipazione femminile, con la crescita del potere d’acquisto femminile, ha portato anche a un’avanzata di donne che comprano orologi e gioielli, scegliendo per se stesse, senza aspettare un regalo maschile. «La donna ha sempre scelto i propri gioielli, solo che doveva farsi capire e non era sempre così semplice. L’emancipazione», conferma la signora, «ha permesso alla donna di poter comprare quello che desidera e sente giusto per sé. Ma conserviamo una parte romantica. È bello poter comprare, ma ci piace sempre ricevere in regalo un gioiello, soprattutto per un’occasione importante».
Il mix di tradizione e innovazione è la ricetta vincente di casa Damiani. «È innegabile che stiamo vivendo un momento di incertezza. Ma per chi ne ha la possibilità, c’è la voglia di coccolarsi con qualcosa che duri. Il Covid non ci ha portato via la voglia di qualità e di bellezza intramontabile. Noi vediamo il futuro roseo», confessa Silvia Damiani, «perché proponiamo il giusto equilibrio tra qualcosa di classico e di innovativo, che può piacere per tanto tempo. Non caso le nostre collezioni vengono arricchite di anno in anno: un oggetto nuovo non sostituisce il vecchio, ma integra quello che hai già, dando un senso di continuità tra le cose belle che ti stanno a cuore».
Silvia Damiani negli anni ha selezionato personalmente, come ambasciatori del brand, grandi celebrità come Isabella Rossellini, Brad Pitt, Chiara Mastroianni, Gwyneth Paltrow e Jennifer Aniston; Sharon Stone, Madalina Ghenea, l’attrice coreana Cho Yeo-Jong. E Sophia Loren, che è anche stata la fonte di ispirazione di una collezione che porta il suo nome. E forse ha dato alla maison le soddisfazioni più grandi. Silvia Damiani ha tatuato nella mente due momenti. «In una serata», racconta, «Sophia indossò un orologio Ego con cinturino rosso e full pavé di diamanti e rubini, perfetto sull’abito rosso Valentino. Mi disse: “Non posso togliermelo più. Lo compro”».
«Per me un personaggio pubblico che decide di indossare un gioiello Damiani sul red carpet, in cui interpreta la versione più glamorous di se stesso, è una soddisfazione», commenta. «Se poi decide di tenere per sé quel gioiello significa che ho fatto bene il mio mestiere, perché ho scelto l’abbinamento perfetto, interpretando il suo gusto». Un’altra conferma arrivò da re Giorgio. «Per la serata inaugurale dopo la ristrutturazione della Scala, nel 2014», ricorda ancora Silvia Damiani, «Sophia si presentò al braccio di Armani con un suo abito e come unico gioiello un nostro pezzo unico, la collana Vulcania, grande e vistosa. Lui le disse: “Sophia sei meravigliosa, hai una corona al collo”. Ricevere un complimento così da Giorgio Armani non è da poco». Indimenticabile.