Attualità

Nuovi Carrera per il 160° anniversario di TAG Heuer

{"autoplay":"false","autoplay_speed":"3000","speed":"300","arrows":"true","dots":"true","loop":"true","nav_slide_column":5}
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image

Carrera in spagnolo significa “corsa”, ma il termine si associa facilmente anche a TAG Heuer. Allargando il discorso, gare d’auto e orologi: due mondi spesso legati da storie comuni, che sembrano non vivere l’uno senza l’altro. Un intreccio di emozioni basato sulla meccanica. Misurare il tempo nel modo più preciso per batterlo; progettare strumenti adeguati per stabilire il miglior risultato; studiare traiettorie e strategie per “limare” millesimi di secondo che possono risultare fondamentali… E, se dovessimo scegliere un comune filo conduttore, la cura del dettaglio, di ogni minimo dettaglio. Necessario per eccellere, per centrare l’obiettivo.

Sin dalle origini, il rapporto di TAG Heuer con le corse è stato speciale. Nel 1962, Jack Heuer (all’epoca Ceo della marca), nelle vesti di cronometrista alla 12 ore di Sebring, ebbe l’idea di un cronografo per il mondo delle gare automobilistiche. Il nome, entrato nella storia, deriva dalla Carrera Panamericana, competizione che si svolgeva in Messico. Selettiva e talmente pericolosa da essere annullata dopo sole cinque edizioni; ma talmente affascinante da garantirsi, ancora oggi, la menzione sui quadranti di una delle collezioni di maggior successo del brand.

I 160 anni di storia di TAG Heuer, festeggiati in questo 2020, meritavano una celebrazione speciale. Si è scelta quindi la collezione Carrera per esprimere l’oggi di un marchio che è cambiato senza stravolgersi. Consapevole che la qualità è imprescindibile anche in un mondo in cui tutto va di fretta, perfino troppo. E che il nuovo pubblico di appassionati è molto attento alla sostanza, al valore contenuto in un orologio meccanico. Lo sa bene Vittorio Colalillo, nominato da poco General Manager di TAG Heuer Italia e Ad di LVMH Watch & Jewelry Italia. Che nella nostra recente intervista ha posto l’attenzione proprio su questo aspetto; e sull’importanza di continuare nella direzione tracciata per dare impulso a un mercato che stava affrontando sfide impegnative già prima che gli ultimi mesi proponessero uno scenario totalmente inaspettato.

Squadra che vince non si cambia: proprio per questo la nuova collezione Carrera si evolve senza rivoluzioni. Sebbene le modifiche siano piuttosto evidenti, oltre che sostanziali, la forte identità che tanti successi ha portato negli anni è lì, intatta, da vedere. Quattro le nuove referenze. La cassa  tonda in acciaio, di 44 millimetri di diametro, è abbinata al bracciale e a tre  colorazioni del quadrante: nero, blu e un inedito quanto intrigante verde. Se si vuole un tocco particolare, però, è possibile scegliere un’elegante versione con cassa in acciaio, oro rosa e carbonio, accostata a un cinturino in pelle di alligatore nero.

Sul quadrante le lancette di ore e minuti condividono il centro con i secondi cronografici; mentre a ore 3, 6, 9 sono rispettivamente collocati il contatore dei 30 minuti, il sotto-quadrante dei piccoli secondi, che accoglie anche la finestrella rettangolare della data, e il contatore delle 12 ore. Si parlava prima di qualità, di sostanza. Se ci si avvicina ai nuovi Carrera, se con occhio allenato si osservano i dettagli, risulta evidente quanto si è lavorato in tale direzione. Nessun compromesso, quindi: superfici lucide e satinate, in alternanza, giocano con la luce; il réhaut “scende” nel quadrante e, assieme ai contatori incassati, fornisce un piacevole effetto tridimensionale; ancora, la spazzolatura circolare del quadrante “se la intende” con i motivi a cerchi concentrici interni ai contatori.

La scelta di valore che premia gli appassionati è chiara. Si può continuare andando a notare la lunetta tachimetrica in ceramica o acciaio; gli indici applicati con trattamento in Super- LumiNova®; i pulsanti cronografici con inserto “a contrasto”. Un orologio “da corsa” non poteva poi che avere un motore eccezionale: il calibro di manifattura Heuer 02, meccanico a carica automatica con autonomia di 80 ore. Tra i 168 componenti troviamo la ruota a colonne con innesto a frizione verticale – se mai ci fosse ancora bisogno di comprendere quanto “contenuto” c’è in questa collezione. Il prezzo? 5.450 euro per le versioni in acciaio, 6.200 se si aggiunge l’oro rosa.