Continua il tour attorno al mondo di Stefania Cubello, alla ricerca di giovani artisti appassionati di illustrazione e orologeria.
La sua “prima volta” è stata con un Omega Speedmaster, dopo che la sfidarono a disegnarlo quasi per gioco. Da quel momento, Constance Tournier si è appassionata totalmente al mondo dell’orologeria, tanto da non avere più smesso di disegnarli. L’artista ventiduenne, parigina, pensa di continuare con la carriera di illustratrice anche dopo gli studi. È infatti ancora una studentessa, presso il rinomato istituto di art and craft Ecole Boulle, ma già al lavoro in uno degli studi di interior design più prestigiosi in Francia, Pierre Yves Rochon. Si è raccontata al Giornale degli Orologi in questa intervista che vi proponiamo.
Ogni artista sceglie il proprio soggetto. Tu come ti sei avvicinata agli orologi, al centro dei tuoi lavori?
Constance Tournier: Ho iniziato quasi per gioco, tre anni fa, quando il mio fidanzato, appassionato di orologi, mi chiese di illustrare il suo Omega Speedmaster Professional. Nonostante pensassi che non ci sarei mai riuscita, presi un foglio A4 e mi misi all’opera. Da quel momento non ho più smesso di disegnare orologi. In generale, però, trovo affascinante il fatto che degli oggetti piccoli come questi possano custodire così tanti minuti dettagli. Ma è proprio ciò che mi piace: riuscire a illustrare con precisione ogni singolo componente. È un’attitudine che ho da sempre, cogliere i dettagli in tutte le cose. Trovo infatti difficile realizzare disegni non realistici. Ricordo che il mio insegnante d’arte a scuola mi diceva sempre di sognare di più, di lasciarmi andare alla fantasia.
C’è un artista in particolare al quale ti ispiri?
Constance Tournier: Amo i dipinti di Paul Signac, penso che i colori dei suoi quadri siano qualcosa di magnifico. Ammiro il movimento del Puntinismo, ogni opera richiede molta pazienza e meticolosità. Vediamo nel suo insieme ciò che l’artista ha voluto disegnare, mentre il dipinto è composto solo da punti di colore diverso. Con i miei lavori voglio rendere la passione per gli orologi ancora più reale. Ma voglio anche mostrare che prima di un oggetto, come appunto un orologio, c’è un disegno. E che la pazienza è importante per ottenere un risultato preciso. In genere per disegnare uso dieci tipi diversi di matite in grafite, dalla 3H alla 9B. Per dare luce mi aiuto con una gomma, e poi naturalmente lavoro con compasso, righello e squadra.
Come scegli i soggetti da disegnare?
Constance Tournier: Prima di iniziare un nuovo disegno, cerco di capire qual è l’orologio che il pubblico ama di più. Inoltre, in occasione di eventi speciali, mi piace disegnare i modelli che hanno accompagnato la storia. Come, per esempio, lo Speedmaster 105.012: è stato il primo orologio ad andare sulla Luna. L’ho disegnato lo scorso anno, in occasione del 50esimo anniversario del primo allunaggio.
Tu sei molto giovane, qual è il tuo rapporto con il tempo?
Constance Tournier: È un fatto divertente. Quando disegno orologi, conto il tempo in base a quello che passo sul disegno stesso. E spesso è molto lungo: per ogni disegno ci metto dalle 100 alle 150 ore, dipende dalla difficoltà. Le persone mi dicono che sono matta… Però rispondo che quando si ama tanto fare qualcosa, allora non ci si accorge del tempo che passa, anche se lunghissimo.
Credi che sia un luogo comune, ormai obsoleto, il fatto che gli orologi siano una passione tendenzialmente maschile?
Constance Tournier: Le cose stanno gradualmente cambiando. E io ne sono un esempio. Adoro gli orologi e lavorando in questo ambiente incontro sempre tante donne. Tuttavia, credo che le donne preferiscano anelli e bracciali per ingioiellarsi dita e polsi. Cosa che gli uomini non fanno: il più delle volte l’unico gioiello che indossano è proprio l’orologio. Quindi capisco perché all’orologeria è più associata la figura maschile.
Sei una collezionista di orologi?
Constance Tournier: Non ancora, ma spero di diventarlo presto. Mi piacerebbe collezionare modelli maschili, comunque: adoro infatti vedere un orologio da uomo al polso di una donna. Indosso spesso quello di mio padre, un Rolex 16610 LV. Fra i modelli che ho disegnato ci sono anche Rolex Submariner 5513 e il Rolex Daytona 6263. E poi il Patek Philippe Nautilus 5712, l’Audemars Piguet Royal Oak 5402, e appunto l’Omega Speedmaster 105.012. Mi ha impressionato letteralmente la manifattura di Patek Philippe. Il modello più impegnativo da illustrare, invece, è stato il Royal Oak per il suo quadrante à damier.
Per saperne di più sulle opere di Constance, basta collegarsi al suo sito internet. Oppure, se vi trovate a Parigi, potreste vederle esposte in alcuni negozi: dove, oltre a comprarle, se ne può apprezzare il valore di complemento d’arredo. Anche personalizzabile.