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Grande Sonnerie 6301P. Il rispetto senza limiti di Patek Philippe – 1

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In occasione dell’uscita del Grande Sonnerie 6301P di Patek Philippe, Il Giornale degli Orologi fa qualcosa che non è mai stato fatto prima. E pubblica una recensione senza precedenti. Per questioni di correttezza nei confronti non solo della Manifattura ma anche dei propri lettori

Il “rispetto senza limiti” del titolo non si riferisce solo al nostro nei confronti del marchio ginevrino. Ma anche – e forse soprattutto – a quello di Patek Philippe per i propri clienti. Mi spiego.
Qualche tempo fa Patek Philippe convoca un certo numero di giornalisti per una presentazione telematica, un appuntamento online come – oggi – se ne fanno tanti. Ma Patek Philippe non è mai “come se ne fanno tanti”. Patek Philippe è se stessa anche per quanto riguarda la comunicazione.

Jasmina Steele, Communication Director di Patek, organizza un appuntamento magistrale, un vero e proprio esempio di come si possa usare correttamente il web. Lei stessa fa (brevi, brevissimi) interventi per introdurre prima un piccolo discorso di Thierry Stern (Presidente e proprietario di Patek) sul perché abbia deciso di produrre il nuovo Grande Sonnerie 6301P e sulle speranze per il futuro. Avete presente quando qualcuno parla per il giusto tempo? Ecco: nessuna sbavatura né con i tempi né con toni trionfalistici. La comunicazione così come dovrebbe essere.

Una comunicazione impeccabile

E per rendere completo il piacere arriva la presentazione del Grande Sonnerie 6301P fatta da Philip Barat, Direttore del reparto di progettazione presso Patek Philippe. Un piacere davvero totale perché entra in dettagli tecnici (ovviamente con qualche cautela su alcuni argomenti, per via di brevetti ancora in fase di esame) con una semplicità ammirevole. Per chi comprende qualcosa di tecnica orologiera. Personalmente sono rimasto a bocca aperta. Innanzitutto per l’equilibrio del tutto.

Mi occupo di comunicazione da sempre e rarissime volte ho visto una presentazione di qualità simile: Jasmina Steele e Patek Philippe hanno compiuto un capolavoro di stile e chiarezza anche sotto questo punto di vista. E poi per il merito della spiegazione. Vedete, ci sono pochissimi giornalisti in grado di comprendere il discorso di Barat sul Grande Sonnerie 6301P e ancor meno sono quelli in grado di elaborarlo. Mi viene in mente Dody Giussani, che oltre ad aver studiato ingegneria meccanica è stata svezzata nelle fabbriche d’orologi.

Ma la maggior parte degli altri giornalisti specializzati si limita a far propri i discorsi dei tecnici, adattandoli alle vere o presunte necessità dei lettori. In questo caso però la volontà di Patek Philippe è chiarissima: far arrivare ai propri clienti, anche per tramite dei giornalisti, l’informazione più completa e trasparente possibile. E i giornalisti si sono subito attivati. Solo che a farla passare per farina del mio sacco – di fronte all’equilibrio della presentazione di Philip Barat – mi sarei sentito un ladro.

Una scelta etica

È un discorso etico strettamente personale, sia ben chiaro: non vuole essere in alcun modo un giudizio sul lavoro altrui. Quello spetta solo ai lettori. Ma per noi del Giornale degli Orologi il punto è voler dare sempre quanto di meglio sia possibile ai chi ci legge. E il meglio è quel che Philip Barat ha detto. Non quello che potrei dire io. Quindi abbiamo chiesto il permesso a Patek Philippe di riportare pari pari la spiegazione di Barat. C’è voluto un po’ di tempo, ma alla Patek hanno compreso il nostro spirito e il sospirato permesso è arrivato.

Per quanto mi riguarda ho solo tagliato una parte storica (sarà oggetto di un altro articolo) e aggiunto la spiegazione di qualche termine tecnico, cercando di far digerire un argomento eccezionalmente complesso. Questo, di conseguenza, è un articolo non facile, che andrà riletto più volte, se il vostro obiettivo è arricchire la vostra cultura tecnica. Perché stiamo parlando di un orologio d’estrema complessità. Vera arte della micromeccanica.

Per questa ragione divideremo l’articolo in due parti: la prima, questa, essenzialmente descrittiva. La seconda molto più complessa, per chi vuole addentrarsi nelle rigogliose foreste della tecnica Patek Philippe. Arriverà rapidissimamente, prometto. In ogni caso troverete alcuni video di qualità Patek Philippe sul web. Vale la pena cercarli, vale la pena, credetemi.
E ora faccio un passo indietro per lasciar spazio a Philip Barat. (Le testuali parole del Direttore della progettazione sono riportate qui di seguito in corsivo; gli interventi dell’autore invece in tondo, n.d.r.).

Origine del Grande Sonnerie 6301P

Nel 2014, per il 175° anniversario di Patek Philippe, abbiamo presentato il Grand Master Chime, una grande complicazione con 5 diverse indicazioni a suoneria:
*Piccola suoneria (complicazione che suona, al passaggio, le ore. In seguito, sempre al passaggio, suona solo i quarti d’ora).
*Grande suoneria (una suoneria più dettagliata: ad ogni quarto d’ora, suona al passaggio le ore e i quarti d’ora su – in questo caso, perché di solito sono due – tre gong anulari).
*Ripetizione minuti (suoneria precisa al minuto perché suona, a richiesta, ore, quarti d’ora e i minuti eccedenti di quarti d’ora).
*Allarme
*Ripetizione della data
È stato anche il primo orologio da polso con Grande Sonnerie nella storia di Patek Philippe.

Quest’anno ho il piacere di presentarvi la nostra nuova Grande Sonnerie  6301P, realizzata nella sua versione più semplice, senza altre complicazioni se non la piccola suoneria, la grande suoneria e la ripetizione minuti.
Questa nuova Ref. 6301 in platino riprende, per quanto riguarda la cassa, i codici estetici della Ref. 5370. In particolare, i fianchi scavati e satinati della carrure e i cabochon sulle anse. Il calibro che anima questa Ref. 6301 deriva da quello del Grand Master Chime, che ha un quadrante su entrambi i lati. Per la prima volta, quindi, è possibile ammirare questo calibro Grande Sonnerie dal lato ponti.

Descrizione delle funzioni

Al centro del quadrante troviamo le ore e i minuti, a ore 6 i piccoli secondi – con la particolarità che si tratta di secondi saltanti (la lancetta si muove a scatti di un minuto, un po’ come negli orologi al quarzo, anche se farlo su un orologio meccanico è molto più difficile) e che il dispositivo è ripreso da quello della Ref. 5275, Suoneria con Ore Saltanti, anch’esso presentato in occasione del 175° anniversario, nel 2014.

Per conoscere il livello di energia residua del Grande Sonnerie 6301P abbiamo due indicatori di autonomia. Quello del movimento vero e proprio, a ore 9, con un’autonomia complessiva di 72 ore; e quello della Grande Sonnerie a ore 3, con un’autonomia complessiva di 24 ore, nel caso di funzionamento continuo della Grande Sonnerie stessa.

Per gestire le funzioni, abbiamo una corona con due posizioni. Nella posizione 0 (attaccata alla cassa), ruotando in senso orario si ricaricano i bariletti del movimento di base e in senso antiorario quelli della suoneria.
Estraendo la corona in posizione 1 si regola l’impostazione dell’ora, ruotando sia in avanti sia indietro. Come nel Grand Master Chime, il pulsante per azionare la ripetizione minuti è integrato nella corona, coassialmente.

A ore 6, infine, si trova il cursore di selezione delle modalità delle suonerie. Spostandolo verso sinistra si attiva la modalità Petite Sonnerie, al centro la modalità Grande Sonnerie, mentre spostando il cursore a destra attiviamo la modalità silenziosa (nessuna suoneria, ma resta la possibilità di attivare con il pulsante la ripetizione minuti). Abbiamo utilizzato i due meccanismi brevettati del Grand Master Chime che consente, con un solo cursore, di gestire le tre modalità delle suonerie e del “silenzio”, isolando in tal modo le suonerie dal movimento di base. Eliminando in tal modo qualsiasi inutile consumo di energia.

La cassa e i dettagli qualificanti

Questo nuovo movimento – Calibro GS 36‑750 PS IRM, meccanico a carica manuale – è alloggiato in una cassa in platino, con lancette e indici in oro bianco. Come tutte le casse in platino di Patek Philippe, anche questa Ref. 6301P ha un diamante incastonato sulla carrure, a ore 12. La carrure è satinata per creare un contrasto con la cassa lucida. A ore 6 si trova il cursore per la selezione della suoneria con le indicazioni “petite” e “silence” incise a mano. Il quadrante in smalto Grand Feu nero “glacée” è impreziosito da cifre Breguet in oro bianco, applicate. Le lancette a foglia, in oro bianco, sono rivestite di Super-LumiNova.

Sul lato fondello il vetro zaffiro permette di ammirare il calibro nel suo insieme. In special modo, la danza dei tre martelletti delle suonerie e il  volano inerziale che consente di far apprezzare il lavoro di accelerazione e decelerazione utile a regolare la velocità della suoneria (il volano è indispensabile per rendere costante il ritmo delle suonerie).

Un “assaggio” del movimento del Grande Sonnerie 6301P

Il calibro GS36-750-PS IRM montato sulla ref. 6301 (37 mm di diametro x 7,5 mm di spessore), conta 703 componenti.
A sinistra, lato fondello, si vede il grande ponte che ricopre i due doppi bariletti. Due in serie per il movimento, due in serie per la suoneria. In termini di volume, vediamo quindi che la metà del movimento è dedicato all’accumulo di energia per raggiungere 72 ore di autonomia del movimento e 24 ore per la suoneria – in modalità Grande Sonnerie.

Una particolare attenzione è stata dedicata all’estetica dei ponti. Possiamo apprezzare le curve armoniche, un gran numero di angoli rientranti (una scelta che rende più difficile soprattutto la fase di anglage e lucidatura dei profili – ma per fare un orologio del genere devi essere un Maestro) e il ponte passante del bilanciere, così realizzato sia per motivi tecnici sia estetici.
Il ponte, a forma di croce di Calatrava, che solitamente ospita il volano inerziale della ripetizione minuti, qui ospita il fuso della grande suoneria, ovvero il suo “motore”.

Le incisioni e le ruote sono dorate, i ponti sono rodiati con finitura Côtes de Genève. A destra del movimento, lato quadrante, sono visibili i meccanismi della grande suoneria, piccola suoneria e della ripetizione minuti, oltre a quello dei secondi saltanti.

E questo è solo l’assaggio. Nella seconda parte di questo articolo Philip Barat entrerà molto, molto più nelle profondità tecniche del nuovo, straordinario Patek Philippe.