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“180”: le collaborazioni in musica di Audemars Piguet

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«Non esistono note sbagliate». Lo diceva Miles Davis, che con le sue note ha cambiato la storia della musica più di una volta («cinque o sei», ammetteva il trombettista stesso). Perché la musica migliore a volte nasce in modi del tutto inaspettati. Dal perfetto equilibrio fra creatività, talento, tecnica, ma anche fra azzardo, passione, libertà di spirito, sperimentazione. «Non suonare quello che c’è. Suona quello che non c’è», diceva il geniale compositore di Kind of Blue e Bitches Brew. E spingersi oltre la propria comfort zone è proprio la sfida musicale che riunisce i protagonisti di 180.

S’intitola così, 180, la miniserie (in cinque episodi) che Audemars Piguet ha creato per celebrare la creatività nel mondo delle sette note. Ogni episodio è girato da un regista diverso, e ha per protagonisti astri nascenti della musica; la missione è quella di creare una colonna sonora inedita, inclusiva di stili diversi. Diffusa sui social network e sul sito web della maison, la serie 180 è iniziata a novembre scorso, e arriverà online con l’ultima parte a marzo di quest’anno.

I primi due episodi di 180

Uscito proprio a novembre, il primo episodio s’intitola Le langage des âmes ed è della regista francese Anissa Bonnefont, che traspone in chiave musicale la propria sensibilità verso la moda. Ha per protagonisti la modella attivista Cindy Bruna e il compositore di musica elettronica e produttore parigino Tchakø. Insieme i due danno voce alle poesie Le prophète e La musique di Khalil Gibran, da cui il titolo dell’episodio trae ispirazione. E danno luogo a un progetto unico, in cui i confini tra i diversi mondi e stili artistici diventano fluidi e sfocati. «Trovo che sia stato un progetto molto creativo e audace», ha commentato la regista in merito alla collaborazione.

Il secondo episodio della serie 180, Come around, porta invece la firma alla regia di Sixteen Pads. Mette insieme la cantautrice canadese di origini italiane Betta Lemme, appassionata in particolare di musica orchestrale degli anni ’60; e il duo hip hop THe LYONZ, lanciato sulla scena internazionale, nel 2015, con il disco debut Peace beyond pines. Il risultato del connubio artistico è sorprendente, offre un pop cantautorale raffinato e urban. «Ho voluto partecipare a questo progetto perché ho pensato che fosse interessante vedere cosa sarebbe nato dal lavoro in studio fra due artisti così diversi e completamente estranei tra loro», ha dichiarato Betta Lemme.

Audemars Piguet e la musica

L’impegno di Audemars Piguet in campo musicale non è nuovo. Ed è perfettamente in linea con l’instancabile impegno della maison volto a spingere talenti artistici a esprimere creazioni uniche. Una canzone, una performance o un orologio meccanico rifinito a mano non si limitano, infatti, a trasmettere emozioni. Rispecchiano anche il processo creativo, la passione e il saper fare di tante menti che hanno lavorato insieme. La serie 180 contempla quindi le sfide personali e collettive di un processo di creazione comune. Il pubblico così può avvicinarsi alle radici della creatività.

La manifattura orologiera – con sede a Le Brassus dal 1875, nel cuore del Giura svizzero -, nel 2019 è diventata Global Partner del Montreux Jazz Festival, istituzione live che ha ospitato le più grandi leggende del jazz tra cui appunto Miles Davis. Audemars Piguet ha anche partecipato al Montreux Jazz Digital Project, progetto avviato nel 2010 e orchestrato dalla Claude Nobs Foundation, che ha reso possibili la digitalizzazione, il restauro e la conservazione degli interi archivi audio del Festival. Ed è stato riconosciuto parte del programma Memoria del Mondo dell’Unesco.

Non solo. La manifattura coltiva anche relazioni di lungo corso con artisti come Jay-Z (2005) e Quincy Jones (2009). Ma guarda al mondo della musica anche dal proprio punto di vista prettamente meccanico. Nel 2006 infatti si è impegnata in un programma di ricerca di otto anni con la Scuola politecnica federale di Losanna (EPFL), e ha coinvolto anche diversi esperti, musicisti e non. Con l’obiettivo di recuperare la tonalità acustica degli orologi dell’Ottocento.