Attualità

Il Twenty~4 di Patek Philippe e quel segreto senso dell’attualità

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Potrà sembrare una provocazione ma a ben guardarli i nuovi Twenty~4 di Patek Philippe sono un simbolo dell’empowerment femminile e dell’inclusione fra generazioni. Se vi sembrano affermazioni esagerate, forse non avete in mente alcuni dibattiti e soprattutto campagne stampa recenti. Come quella sull’empatia di Valentino o le frasi sulle T-shirt di Dior, in cui femminismo e inclusione sono i nuovi obblighi per chi disegna abiti e accessori. Una voglia etica-sociale che poi è uno stratagemma commerciale per accontentare ogni ceto, etnia e budget. Un modo per vendere facendo leva su nuovi valori.

Un escamotage politicamente corretto

Nel caso della moda femminile, non sono pochi i marchi che cercano di rendere più potente, sicura e realizzata ogni donna attraverso un capo o un accessorio. Anzi, in tempi di pandemia, si giustifica così un acquisto di lusso. Certo, i Patek Philippe sono investimenti a lungo termine, i migliori possibili, ma mai come questa volta rappresentano anche il riflesso di un momento storico. Basta guardare il colore dei quadranti: cioccolato, oro rosa e verde oliva

Un esteta potrebbe dire che queste scelte cromatiche sono ispirate dagli anni ’70, un’epoca in cui i colori caldi della natura erano amati e popolarmente indossati. Ora però gli acquisti sono condizionati da fashioniste sempre più etiche, lobby indubbiamente più radicali oltre che imprevedibili groupies del lusso. E non si può più pensare solo alla superficie, bisogna illudersi di carpirne il significato.

Perché ora nella moda non c’è più un’icona di stile, ma svariate donne che possono interpretare questi oggetti del desiderio. E, seppure dalla sede di Plan-les Ouates non trapeli alcuna comprovata ispirazione, proprio quest’anno Patek Philippe ha lanciato tre quadranti che valorizzano polsi ambrati, scuri e sempre abbronzati. Che siano signore di colore, arabe, latine o indiane, quei riflessi terrosi o mimetici diventano l’ultima tentazione anche per le europee o americane che vogliono essere politically correct.

Il mutato stile del Twenty~4

Mettendo a confronto la versione del Twenty~4 Ref. 4910/1201R-001 al quarzo con quadrante soleil cioccolato e i due Twenty~4 Automatic Ref. 7300/1200R-011 in oro rosa o verde oliva Ref. 7300/1200A-011, sono proprio i quadranti a scardinare i legami stilistici con il predecessore del 1999. Pensato dal visionario gioielliere Roberto Boglietti nel 1997 a Biella (e poi realizzato due anni dopo grazie a Philippe Stern), aveva un bracciale Art Déco, che poteva piacere ai designer degli anni Venti come Gérard Sandoz e Raymond Templier.

Oggi invece il quadrante tondo del Twenty~4 Automatic suggerisce altre citazioni e sogni. Sono femme d’affaires che rubano l’orologio a lui per dimostrare una certa parità decisionale e non più donne da immortalare in cornici futuriste come le disegnava Tamara de Lempicka. Prima, con quel bracciale del 1999 al Twenty~4 al quarzo si potevano abbinare altri sottili braccialetti tennis in diamanti. Con le attuali versioni dorate meglio optare per fili di zaffiri colorati o di diamanti brown.

Si ergono così nuove combinazioni: dalle architetture stondate di Miami o Shanghai si passa a ben più imponenti esempi alla Oscar Niemeyer o alla Roman Vlasov. Chi lo indossa non sogna più di vivere fra le volte e i pannelli in radica di Eltham Palace o del De la Warr Pavillion; ma in un grattacielo a Dubai o New York City da cui poter dominare il mondo.

Le forme del potere

D’altra parte la forma rotonda della cassa potrebbe essere interpretata come un segnale di uguaglianza con l’altro sesso – che per la maggior parte dei casi preferisce esemplari che sono l’evoluzione della più storica “cipolla”. Lo sapeva bene l’ex moglie dell’attuale presidente di Patek Philippe, Sandrine Stern (che di carriera in azienda ne ha fatta, imponendo le sue idee per 24 anni). Lei e il suo team hanno reso più sinuoso che mai quel tondo e in un processo di meiosi hanno dato vita a un nuovo orologio. In cui il bracciale, tanto simile a quello di 22 anni fa, ha millimetriche modifiche per garantire armonia e portabilità.

Uno psicologo della forma potrebbe rincarare la dose notando che il potere raddoppia con le cifre numeriche, non più romane. «Più aggressive», come aveva dichiarato Sandrine Stern. Lei, che aveva lavorato per quattro anni alla creazione del Twenty~4 Automatic, sapeva che la classicità non porta cambiamento e neanche potere. Con grande sapienza però i nuovi font rimandano a un’attitudine sportiva, sono molto leggibili e si impongono con eleganza. La stessa che ogni donna vorrebbe in un consiglio d’amministrazione.