D’epoca, vintage, secondo polso o, più prosaicamente, usato: questi i nomi più diffusi per individuare un fiorente mercato relativo agli orologi. Ma se non siete del ramo come potete comperare sicuri di non prendere una mezza fregatura o una fregatura totale?
Due sono le risposte: affidarsi a un venditore onesto e sempre “reperibile” in caso di problemi; comperare ciò che piace e pensarci due volte prima di farsi rapire dalla possibilità di un buon investimento. A meno che, in questo caso, non vi facciate assistere da un vero esperto, tenendo ben presente che quello che oggi è richiestissimo domani potrebbe non esserlo più.
Il venditore sincero è indispensabile. Perché, solo per fare un esempio, se un quadrante è stato ristampato difficilmente ve ne accorgerete: bisogna che ve lo dicano (il valore dell’oggetto in questo caso diminuisce). Molto meglio, nel caso di un orologio anzianotto, preferire un modello dal quadrante un po’ sbiadito, o comunque “vissuto”, a un modello dal quadrante sospetto perché perfetto come se fosse appena uscito dalla fabbrica.
Sempre il quadrante, invece, deve essere proprio perfetto se si tratta di un esemplare recente (alcuni orologi di secondo polso e di grande richiesta sono stati prodotti anche due/tre anni prima). Quanto ai quadranti in smalto o ceramica di molti pezzi antichi da tasca, è bene sapere che – se presentano crepe o scrostature – non vi è in genere possibilità di ripararli.
E la stessa attenzione vale per il movimento: che ne sapete voi se il calibro è stato revisionato professionalmente, oppure rabberciato alla bell’e meglio? Se presenta parti non originali o ha qualche magagna destinata a rivelarsi a breve? Sappiate che vi sono dei falsi così ben fatti da ingannare anche gli esperti più esperti.
Come tutti ormai sanno la scatola e la garanzia di un secondo polso sono sempre necessarie. Però in mancanza di esse è valido anche un certificato rilasciato dalla Casa produttrice (lo si può richiedere; oppure accompagna una riparazione effettuata in precedenza dalla Casa stessa tramite un rivenditore autorizzato).
Insomma, sono diverse le problematiche che deve affrontare chi acquista un orologio di secondo polso. Ecco perché il venditore deve essere onesto. E soprattutto deve rilasciarvi anche una sorta di sua garanzia. E magari – i più onesti lo fanno – anche assumersi l’impegno a riprendersi l’oggetto proponendovi un cambio (o restituendovi il denaro speso, ma ovviamente ci perderete qualcosa), qualora l’orologio non fosse conforme a quanto dichiarato.
Dunque, originalità, prima di tutto, e rarità in seconda battuta sono i due principi chiave per l’acquisto di un secondo polso. Mentre un altro elemento importante come le condizioni d’uso potrete verificarlo di persona; e scoprire, magari con l’aiuto di una lente, graffi o ammaccature sulla cassa, sulla lunetta o sul fondello. Inutile dire che ogni imperfezione influisce sul prezzo.
Anche il bracciale di un secondo polso merita molta attenzione: deve essere sì morbido ma non troppo; deve dare, toccandolo con mano, un’idea di compattezza e non presentare maglie allentate. La quotazione, per esempio, dei Patek Philippe Nautilus e di alcuni modelli Rolex e Audemars Piguet dipende proprio dallo stato del bracciale.
Nel caso, invece, di un cinturino di pelle, il massimo sarebbe avere quello che equipaggiava in origine l’orologio. Ma comunque va sempre controllata la fibbia: se appartiene a un modello in oro deve essere anch’essa in oro e riportare, in genere, l’emblema della marca. Si dà infatti il caso che molte fibbie, durante gli interventi effettuati nel tempo sull’orologio, siano finite, come si suol dire, in cavalleria (l’oro costa). E sostituite con modelli semplicemente placcati o non originali.
Quanto ai prezzi del vostro agognato secondo polso, il consiglio appartiene sempre alla sfera del buonsenso. Bisogna controllare le quotazioni delle aste: oltre a quelle internazionali, infatti, ormai sono numerose anche nel nostro Paese le vendite all’incanto. Basta solo sfogliare i giornali.