Approfondimenti

Boy·Friend Squelette X-Ray, lo Chanel effetto see-through

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Cassa in vetro zaffiro, movimento scheletrato: ecco, in estrema sintesi, il concetto di X-Ray. Nuova categoria tecnico-estetica di Chanel Horlogerie, introdotta lo scorso anno con il J12 X-Ray. Cioè quando la maison ha festeggiato le 20 candeline dell’omonima collezione con un’inedita versione interamente trasparente (bracciale compreso). Ed è riapparso di nuovo, in questa seconda edizione digitale di Watches & Wonders che inaugura oggi, con il Boy·Friend Squelette X-Ray.

Una collezione, un mondo (quello di Mademoiselle)

Del Boy·Friend Scheletrato abbiamo diffusamente scritto altrove, in uno dei primi pezzi del Giornale degli Orologi. Qui però vale la pena di ricordare, per sommi capi, l’essenza del Boy·Friend, un esemplare di chiara impronta maschile seppure realizzato per i polsi femminili, lanciato a Baselworld 2015. Erede nelle forme del Première, ne riprende la silhouette ottagonale, ispirata al perimetro di place Vendôme e al tappo del flacone del celeberrimo profumo Chanel N°5, ma la rielabora nelle proporzioni e nella costruzione. Con quella cassa di forma e il movimento rigorosamente meccanico a carica manuale, nelle sue tante declinazioni il Boy·Friend rimanda proprio agli eleganti esemplari da uomo della grande orologeria di tradizione.

E poi c’è il nome, che allude all’idea di partner, fidanzato, compagno nella vita di tutti i giorni; ma (complice l’anomalo puntino che divide la parola) fa riferimento anche a “Boy”, ovvero Arthur Chapel, il grande amore di Mademoiselle Coco.

Un’ultima considerazione, infine, riguarda la moda Chanel. Intesa sia come look personale della grande couturière (i capelli corti tagliati “à la garçonne”, la paglietta in testa, le T-shirt a righe dal gusto marinaro, gli ampi pantaloni, le scarpe piatte); ma anche come stile da lei creato per le altre donne (fatto di tessuti tipici della sartorialità British come il tweed, di giacche tirolesi sublimate nelle little black jackets, di pigiami da uomo trasformati in tenute da spiaggia)… Si tratta comunque di una moda androgina – rivoluzionaria per l’epoca ma tuttora attuale – in cui il Boy·Friend si inserisce con coerenza.

Focus sul Boy·Friend Squelette X-Ray

Chiarito il contesto della collezione, puntiamo l’attenzione sul segno identificativo del Boy·Friend Squelette X-Ray: la cassa di forma in vetro zaffiro. Senza dubbio una sfida dal punto di vista costruttivo. Il profilo composto da otto lati, le linee leggermente arcuate, gli angoli smussati, il susseguirsi di piani sovrapposti devono essere stati un incubo, sia nella realizzazione sia nella finitura. Il vetro zaffiro (corindone sintetico) è infatti un materiale estremamente duro (secondo solo al diamante, con durezza 9 nella scala di Mohs). E deve aver richiesto centinaia, se non migliaia, di ore di lavoro nelle operazioni di taglio, di molatura e di lucidatura finale.

Una difficoltà che richiede una progettazione accurata, macchinari specializzati e massima competenza. E giustifica sia l’edizione limitata di 100 esemplari, sia il prezzo al pubblico: 80mila euro. Dalla sua, però, Chanel Horlogerie ha avuto l’esperienza del J12 X-Ray: un banco di prova che deve aver messo sul piatto tutte le problematiche da affrontare nella produzione degli esemplari in vetro zaffiro. Dalla purezza del materiale alle ridottissime tolleranze, dai rischi di rottura alla sensibilità necessaria all’assemblaggio, i tecnici della casa devono aver vissuto i tanti ostacoli in prima persona. E trovato, per ognuno, una soluzione, fino a ottenere quello che si definisce “savoir-faire”.

Due parole sul movimento

Infine il Calibro 3: che è, appunto, il terzo calibro di manifattura della Maison. E si può riassumere a sua volta in tre punti. 1. Lo hanno ideato i progettisti dello Studio de Création Horlogerie, guidato da Arnaud Chastaing. 2. Ha i componenti prodotti da Romain Gauthier, atelier artigianale di Le Sentier di cui Chanel possiede una quota societaria. E 3. È assemblato in casa nei laboratori di Châtelain Manufactures, a La Chaux-de-Fonds. Creato appositamente per il Boy·Friend, è un movimento scheletrato, studiato per mettere in evidenza le proprie parti funzionali con un’architettura del tutto originale.

Ed è proprio la perfetta integrazione fra interno ed esterno – fra cassa e movimento, concepiti l’una in funzione dell’alto, in una sorta di simbiosi – il punto di forza del Boy·Friend Squelette X-Ray. Perché il Calibro 3 qui è ulteriormente valorizzato dal vetro zaffiro che lo circonda. L’assoluta trasparenza della cassa sembra infatti dare maggior enfasi alla leggerezza e all’essenzialità dei ponti circolari, resi ancora più incisivi dal contrasto del trattamento Adlc nero. Allineati in verticale, in parte concentrici, una volta montati nel “telaio” cristallino sembrano davvero fluttuare nel vuoto. O quasi.