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J12 Paradoxe: l’inedito Chanel con la cassa “tagliata”

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Osare. Sfidare le convenzioni. Inventare di continuo soluzioni originali. Credo siano i tratti salienti dell’orologeria Chanel, o perlomeno quelli che mi sembrano costanti nel tempo. Probabile retaggio della natura ribelle di Mademoiselle Coco, sempre pronta ad andare contro l’opinione comune, a fare scelte audaci e inaspettate, a intraprendere strade inesplorate. Per questo il J12 Paradoxe, pur nel suo essere del tutto nuovo, perfino sorprendente, risulta così tipicamente Chanel da non stupire affatto. Un paradosso, appunto.

Presentato di recente e in arrivo a giugno nei negozi, l’ultimo erede della famosa collezione di orologi è qualcosa di mai visto prima. E sì che, nei 20 anni festeggiati in questo 2020, il J12 ha conosciuto moltissime versioni. Piccolo, grande, esclusivo, per tutti, maschile o femminile, essenziale o full pavé, perfino con dettagli colorati a spezzare il rigore della monocromia. Ma è sempre stato o bianco o nero. Ora invece il J12 Paradoxe è bianco e nero insieme.

No, non metà bianco e metà nero, come sarebbe stato ovvio. Chanel non fa mai niente di scontato. La cassa del J12 Paradoxe è per tre/quarti bianca e solo per un quarto nera. Con un limite ben definito fra le due parti, una linea di demarcazione precisissima – quasi fosse realizzato con un taglio netto. E in effetti è così davvero. La cassa bicolore nasce dall’unione di due pezzi di cassa differenti, per colore e dimensioni, che sono state opportunamente tagliate e poi ri-assemblate.

Il che potrebbe anche non sembrare chissà che, se non fosse che la cassa in questione è fatta di ceramica ad alta resistenza. Un materiale estremamente duro, quindi difficile da lavorare e ancor più da tagliare. Per ottenere nella ceramica un taglio perfetto al micron, senza scheggiarla né rovinarne la superficie in alcun modo, bisogna usare frese ad alta velocità; applicate però alla giusta pressione, con grande attenzione al calore e alle vibrazioni, per evitare micro-fratture, deformazioni plastiche o usura da intaglio. Si tratta insomma di un’ulteriore dimostrazione di quanto i tecnici di G&F Châtelain siano in grado di padroneggiare la ceramica.

Una volta tagliate, le due parti di colore diverso sono quindi montate insieme in un supporto metallico, in cui verrà poi inserito anche il fondello in vetro zaffiro. Si passa poi agli altri componenti della cassa: il quadrante, i numeri arabi e l’inserto della lunetta – anch’essi bicolori. Mentre i numeri arabi sono realizzati in ceramica nera, ad eccezione del 3 che è bianco, il quadrante e la lunetta sono dipinti con stampa a tampone. In particolare, il quadrante è colorato interamente di bianco, quindi ridipinto di nero nella sezione di destra.

L’anello della lunetta è invece colorato prima di nero e poi ridipinto di bianco, con la parte nera ridotta in modo da creare un perfetto allineamento con l’ansa nera e il bracciale bianco. Di conseguenza, la lunetta del J12 Paradoxe è fissa, anziché unidirezionale girevole come di consueto per gli altri J12. E del resto diversa è anche l’impermeabilità dell’orologio: che ora è garantita fino a 3 atmosfere, mentre di solito raggiunge le 20 atmosfere.

Immutato rimane invece il movimento, il Calibro 12.1 a carica automatica, di manifattura. Ne abbiamo già abbondantemente parlato altrove, quindi qui mi limito a riassumerne le caratteristiche essenziali: 191 componenti montati su 28 rubini; un singolo bariletto in grado di assicurare un’autonomia di 70 ore; bilanciere a inerzia variabile con sistema anti-urto; massa oscillante in tungsteno; ponti con finitura satinata e angoli lucidati al diamante. Certificato cronometro dal Cosc.

Ciò che conta sottolineare, comunque, è che per ottenere una cassa in realtà se ne devono realizzare due. Il che significa avere uno scarto pari al 50 per cento di quanto prodotto. Sia chiaro, il materiale non utilizzato presumibilmente non verrà gettato via, ma rientrerà nel ciclo di lavorazione con un recupero pressoché totale. Ma l’intero processo ha costi di produzione tali da andare a influire sul prezzo finale. Il J12 Paradoxe costa infatti 7.900 euro, contro i 6.100 di un J12 monocolore.