Quando si parla di Zenith e del movimento El Primero mi viene sempre un po’ da ridere. Dal 1969, anno in cui venne immesso sul mercato, è sempre stato oggetto di critiche: “Troppo veloce. È impossibile lubrificarlo correttamente. Con quel diametro e quella velocità è inaffidabile”. Cinquantanove anni dopo è ancora qui. Modificato (un po’), corretto (un po’), migliorato (molto), ma arriverà più arzillo che mai al traguardo dei sessant’anni. E quel “ritorno al futuro” che è il Chronomaster Original lo dimostra con evidenza inequivocabile.
Cos’è e cosa vuol dire lo Zenith Chronomaster Original
Dice Julien Tornare (Ceo di Zenith di evidenti origini italiane) che la collezione vintage era pronta già dallo scorso anno. Però ha pensato di tenerla da parte per la ripresa, quando sarebbe arrivata, perché era certo che avrebbe avuto successo. Zenith – lo racconta lo stesso Tornare – produce circa 20.000 orologi l’anno. Pochi. Perché solo pochissimi movimenti cronografici possono essere costruiti con sistemi automatizzati. Bisognerebbe aumentare la produzione. Perché? Perché il pur discusso Chronomaster Sport, quello con la lunetta nera, ha ricevuto richieste per 10mila esemplari. Impossibile.
«Eppure da quando sono arrivato ho ridotto drasticamente i modelli in catalogo e i concessionari proprio per diminuire la differenza fra richieste e disponibilità», racconta Tornare. E se gli chiedete: «Ma anche in Cina, nel Paese di Bengodi?», ti risponde che in Cina Zenith ha solo 38 punti vendita. È un mercato fantastico, certo, ma non poi così affidabile per un marchio che evidentemente deve crescere evitando alti e bassi. «E glielo dice uno che ha passato un bel po’ di tempo a costruire il mercato cinese per Vacheron Constantin».
Il Chronomaster Original? «È la dimostrazione che possiamo crescere, che abbiamo la capacità, la competenza tecnica, l’organizzazione per costruire orologi di successo. Il Chronomaster Original è la dimostrazione che Zenith è un marchio sul quale si può investire, costruire. Ma costruire richiede tempo e soldi. E sì, spero che Stéphane Bianchi (capo divisione Watches and Jewelry di LVMH, ndr) possa decidere di investire in Zenith per consentirci di aumentare un po’ la produzione. Ma con la necessaria gradualità. Perché contemporaneamente dobbiamo costruire anche un solido mercato più ampio. E sottolineo solido piuttosto che ampio».
Il concetto sembra chiaro: Julien Tornare considera la collezione Chronomaster (Sport e Original) come la base per il rilancio di Zenith.
Si fa presto a dire rilancio…
Devo chiedere scusa a Julien Tornare. Dal 2017 è il Ceo di Zenith e i risultati tardavano ad arrivare. Ora mi rendo conto che, fra la strategia del “chi va piano va sano e va lontano” e la pandemia, essere più veloci avrebbe voluto dire lavorare non altrettanto bene. Avrebbe costretto alla banalità (sia pure spesso efficace) dei quadranti colorati («Non abbiamo intenzione di intasare i negozi con troppe varianti di colori») e ad altre scorciatoie che hanno effetti nel breve termine.
Ma qui l’intenzione è diversa, appunto. È quella di costruire solide fondamenta per una crescita. La domanda allora è: davvero si può costruire una nuova Zenith su questi orologi? La risposta è probabilmente sì. A patto però che il gruppo LVMH, di cui Zenith fa parte, ci creda e si impegni. Julien Tornare il suo dovere lo ha fatto, e anche di più.
Zenith Chronomaster Original: solidità
Nessun effetto speciale, se vogliamo, nessun fuoco artificiale. E però toccando questo Chronomaster Original ti accorgi che Zenith ha fatto un solido salto di qualità. Osservi i dettagli e ti rendi conto che un orologio d’altri tempi è tornato d’attualità: per le finiture di qualità superiore (anche nel movimento), per il vetro zaffiro “box”, che riprende la forma dei vecchi vetri in materiale sintetico, per la quasi impercettibile ma sostanziale revisione estetica, per la sensazione morbida restituita dai pulsanti crono, per la possibilità di leggere facilmente il centesimo di secondo grazie alla lancetta centrale che compie un giro in dieci secondi…
Vale la pena andare ad osservarlo. Vale la pena anche perché il prezzo è molto competitivo sia per le versioni in acciaio (8.800 euro con bracciale, 8.300 per quella con cinturino in cuoio), sia per quella in oro: 18.600 euro per una cassa in oro e un movimento cronografico di manifattura costituiscono un prezzo molto aggressivo.
Non sarà però facile mettersene uno al polso, e non per una questione di prezzo. Al contrario. «Abbiamo migliorato la qualità generale, le finiture e il movimento”, ricorda Julien Tornare, «ma questo richiede tempi di produzione più lunghi”. E tempi relativamente lunghi richiederà anche creare nuove linee di produzione per aumentare la quantità, il numero di orologi.
Una sfida interessante che, almeno una volta, dovrebbe vedere l’Italia come uno dei mercati meglio riforniti – ricordando però che sempre di 20mila orologi l’anno stiamo parlando. Perché l’Italia è sempre stata, soprattutto dal dopoguerra, una piazza molto forte per Zenith. E Paolo Cappiello, responsabile di Zenith per il Sud Europa e il nostro Paese, ha già da anni – da prima della pandemia – ristrutturato il mercato per favorire la Grande Provincia Italiana. Ma se il mondo ha già chiesto 10mila Chronomaster Sport, con l’Original si rischia capiti la stessa cosa. Meglio sbrigarsi, se questo cronografo vi piace…