Un brano punk-rock celebra una delle più tragiche vicende della storia dell’orologeria. S’intitola Radium Girls il nuovo progetto che il musicista americano Tom Morello, noto come chitarrista dei Rage Against the Machine, ha realizzato in collaborazione con The Bloody Beetroots, alias Bob Cornelius Rifo (a dispetto del nome, l’italianissimo Simone Cogo). Inserito nell’ep The Catastophists, uscito lo scorso giugno, il pezzo ospita fra le interpreti anche Nadya Tolokonnikova, la cantante e attivista delle Pussy Ryot.
Una storia vera
E no, nonostante ci si trovi nel mondo delle sette note, le Radium Girls in questione non sono le “ragazze della radio”, come si sarebbe erroneamente portati a interpretare. Sono invece le “ragazze del radio” (al maschile). Quelle che, attorno agli anni Venti del Novecento, lavoravano alla produzione dei quadranti luminescenti nelle fabbriche della U.S. Radium Corporation, aperte in varie località degli States.
Le giovani operaie applicavano le vernici a base di radio sui numeri, gli indici e le lancette degli orologi. Ed erano esortate a “fare la punta” ai propri pennelli: a inumidirli con le labbra, a metterli in bocca, a leccarli e a succhiarli. Ma in questo modo, a lungo andare, ingerivano grandi quantità di elemento radioattivo. Bastavano quindi pochi anni per far sì che le ragazze – spesso minorenni – iniziassero a mostrare gravi sintomi. Come la perdita dei denti, la disgregazione delle ossa, vari tipi di tumori.
Certo, anche all’epoca la tossicità e la pericolosità del radio sulla salute era già nota. Eppure l’industria non riuscì a resistere alle proprietà luminose del dannoso metallo, che rendeva gli oggetti ben visibili in tutte le condizioni di luce con una (sinistra) luminescenza verdognola. E d’altra parte ci vollero ancora decenni prima che in orologeria si cominciassero a utilizzare materiali fotoluminescenti innocui. (Per saperne di più, potete andare a leggere l’articolo “Fiat Lux” in questo stesso sito).
Tuttavia le donne erano tenute all’oscuro dei gravi pericoli cui li avrebbe esposte questa malsana abitudine; anzi, venivano perfino tranquillizzate sulla sicurezza delle condizioni di lavoro. Non si sa quante ne morirono prima che qualcuna si decidesse finalmente a citare in giudizio l’azienda, e ci vollero anni prima che si arrivasse al processo. Ma il caso fu ampiamente seguito dai media e divenne una pietra miliare nella creazione del movimento dei diritti dei lavoratori.
Radium Girls di Tom Morello & Co.
Negli ultimi anni, la storia delle Radium Girls è tornata alla ribalta e all’attenzione del grande pubblico con un documentario e un libro, fino al recente adattamento cinematografico prodotto da Netflix. Cui si aggiunge ora il brano di Tom Morello & The Bloody Beetroots. Un rock martellante, ripetitivo, quasi ipnotico, a tratti acido e rabbioso, accompagnato da un suggestivo, allucinato video in bianco e nero, diretto dallo stesso Morello. Lo trovate su YouTube: dategli un’occhiata, merita davvero.
Giocato tutto sulla sovrapposizione di diversi piani sequenza, sul veloce susseguirsi di frame toccanti se non perfino inquietanti, è un continuo alternarsi di testimonianze storiche e immagini di oggi. Un pugno nello stomaco, fra realtà e finzione, che fa riflettere. Forse perché c’è molto di personale, dentro. Come racconta in un’intervista rilasciata al magazine britannico NME, Tom Morello si è lasciato ispirare dal ricordo delle vacanze estive che da ragazzino trascorreva in Illinois, dove si trovava una delle fabbriche di orologi. E ogni anno portava dei fiori sul piccolo monumento dedicato alle Radium Girls. “Quiet heroes”, per citare le sue stesse parole. È giusto non dimenticarle.