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Carrera Date 39 e 29 mm, i femminili di TAG Heuer

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Già lo so. Qualcuno, leggendo il titolo, avrà subito arricciato il naso: «Cosa scrivono ’sti qui? 39 mm un femminile?…». E posso anche capirlo: un orologio con un diametro di 39 mm di solito non è considerato propriamente “da donna” – tuttalpiù “unisex”. Ma il Carrera Date 39 mm ben si adatta ai polsi delle signore, proprio come suo omologo da 29 mm. Tant’è che la stessa TAG Heuer, nel servizio fotografico di lancio della collezione, lo fa indossare proprio a una modella.

E poi, scusatemi, dove sta scritto che le donne non possano o non debbano indossare orologi di dimensioni relativamente grandi, in rapporto al proprio polso? La consuetudine ha sdoganato l’uso al femminile dei 39/40 mm ormai da anni, se non da decenni. È solo questione di gusti, al di là dell’oggettiva fisicità che può limitare le proporzioni di ciò che si desidera indossare. E TAG Heuer lo sa bene, visto che ha realizzato gli stessi modelli in due formati differenti.

Blu e bianco (argenté) i colori dedicati

Fra le 13 referenze della nuova collezione di TAG Heuer, ci sono quattro Carrera Date 39 mm. Che si distinguono per il colore del quadrante: due neri (uno con lancette e indici placcati oro rosa), un altro argenté soleil e uno blu soleil. E sono quattro anche i Carrera Date 29 mm, giocati non a caso sulle stesse tonalità di quadrante: due blu soleil e due bianchi, realizzati però in madreperla. Diversi tra loro per la presenza di indici rodiati e sfaccettati oppure incastonati con 11 diamanti.

Ma è proprio la continuità cromatica del blu e del bianco a mettere in evidenza la versatilità no-gender del Carrera Date 39 mm. Non che una signora non possa optare per un’altra versione con quadrante scuro, ci mancherebbe. Metti che a qualcuna piacciano di più gli orologi dal look “androgino”, non ci sarebbe niente da dire. I gusti sono personali e non si discutono. Ma il punto è che l’intera collezione è talmente organica da offrire una totale uniformità nei diversi esemplari.

Intendo dire che lo stile eclettico e minimale si riscontra sia nei 39 sia nei 29 mm, che presentano identiche funzioni (secondi centrali e datario al 6) e montano sempre movimenti a carica automatica. Un applauso a TAG Heuer per la scelta meccanica, che colloca i Carrera in un format ideale ben definito. Della leggibilità, dell’affidabilità, dell’attenzione ai dettagli e del prezzo interessante abbiamo già detto altrove – quando Augusto Veroni ha fatto la recensione del Carrera Day Date 41 mm – ed evito quindi di soffermarmici ancora.

Le differenze fra il Carrera Date 39 mm e il 29 mm

Detto questo, a ben vedere, qualche differenza fra gli esemplari delle due taglie la si può trovare – com’è giusto che sia. La prima riguarda proprio la meccanica. Il Carrera Date 39 mm monta il Calibro 5, sviluppato da TAG Heuer a partire dall’Eta 2824-2 o dal Sellita SW 200-1 (26 mm di diametro, 25 o 26 rubini a seconda della versione, 38 ore di autonomia); mentre il 29 mm monta il Calibro 9, basato sul più piccolo Sellita SW1000-1 (20,6 mm, 18 rubini, 40 ore di autonomia). E non poteva essere altrimenti, viste le dimensioni ridotte della cassa.

Un’altra minima differenza si coglie poi sul quadrante: il 39 mm riporta lungo il perimetro la scala dei secondi, del tutto assente nel 29 mm – che nel complesso risulta quindi più elegante. E ovviamente è diverso il prezzo: il modello più basico del 29 mm costa 2.200 euro, il 39 mm 2.550. Ma davvero si tratta di dettagli di poco conto. Quello che vorrei piuttosto sottolineare è proprio l’essenzialità sport-chic che si ritrova in tutti gli esemplari. E che rende il Carrera Date adatto a diversi outfit, risolutivo in ogni occasione o situazione. Un autentico passepartout.