Ci siamo. Il gran giorno è giunto. Oggi apre Watches and Wonders Geneva, il salone internazionale dell’orologeria che ha sostituito il Sihh ma include anche parte di Baselworld. Una riunione di 38 marche, fra maison “istituzionali” e artigiani indipendenti (trovate l’elenco qui sotto*), che in questa occasione presenteranno le novità del semestre e oltre. La prima fiera in presenza dal 2019 (finalmente, dicono in molti), ma che prevede anche webcast e webinair per essere seguita da casa, da quanti non possono partecipare fisicamente. Perché – sia chiaro, su modello del “vecchio” SIHH – al Palexpo di Ginevra si accede solo su invito.
Si tratta in pratica del “più grande summit dell’orologeria mai organizzato a Ginevra”, come dichiarano gli organizzatori. Per essere più precisi, una parziale vetrina del segmento alto e medio-alto dell’orologeria, dove si danno appuntamento i principali professionisti del settore, fra rivenditori, giornalisti e qualche Vip d’obbligo. Un luogo in cui si incontreranno due o tre migliaia di persone al giorno (con le opportune misure di sicurezza, ovvio). Che parteciperanno a sessioni di Touch & Feel per visionare i prodotti; assisteranno ai keynote delle aziende e seguiranno i discorsi dei Ceo; daranno vita a meeting e tavole rotonde…
A Watches and Wonders Geneva sono previsti anche due programmi collaterali – The Morning Show e The Late Show, trasmessi in diretta sulla piattaforma watchesandwonders.com e sull’omonimo canale YouTube– che riassumeranno i momenti salienti delle giornate. Uno spazio sarà poi riservato al Lab, un “laboratorio di idee” in cui saranno esposte le innovazioni tecniche e digitali delle marche espositrici, indirizzato anche al tema della sostenibilità (ma non solo). Infine la mostra Time Design, curata da Watches and Culture, dedicata all’evoluzione del design degli orologi da polso nella storia; organizzata in collaborazione con la Scuola d’Arte di Losanna (Ecal), renderà anche omaggio alla figura di Gérald Genta.
Proprio il fatto che Watches and Wonders Geneva sia una fiera imperniata sulla grande orologeria di tradizione, rende protagonista la micro-meccanica. Ci aspettiamo di vedere pezzi notevoli, o comunque la migliore espressione dello stato dell’arte. Qui sotto quindi vi proponiamo una selezione di novità che saranno lanciate tra poco. Nulla di esaustivo, ahinoi, solo un piccolo assaggio di quanto sarà esposto al salone. Ma tranquilli, molto sarà presto pubblicato sui siti e sui social media di tutto il mondo e in poche ore inonderà la Rete. Da parte nostra ci impegneremo a dar spazio ad accurati approfondimenti tecnici nelle prossime settimane, persino nei prossimi mesi. Perché ricordiamoci che questi esemplari non sono del tipo usa e getta: hanno richiesto anni di lavoro e meritano studio e attenzione. Non la gara a chi li posta per primo…
CHANEL J12 Tourbillon Diamant
Lo abbiamo scelto perché: ha una particolare architettura, un gioco di simmetrie, di piani circolari in successione, che evocano rigore ed eleganza. Monta il nuovo movimento di manifattura della Maison, il Calibro 5, il primo tourbillon volante ideato e prodotto “in casa”. Oltretutto impreziosito da un diamante incastonato nella gabbia del tourbillon, che ruota su se stesso al ritmo dei secondi. Davvero ipnotico.
H. MOSER & CIE Pioneer Cylindrical Tourbillon Skeleton
Lo abbiamo scelto perché: la spirale cilindrica realizzata in-house (dalla consorella Precision Engineering) ci ha sempre affascinato. Ma questa versione scheletrata del movimento sembra accentuarne la tridimensionalità, quasi fosse davvero un cuore pulsante… meccanico. Quasi emozionante.
JAEGER-LECOULTRE Master Hybris Artistica Calibre 945 Atomium
Lo abbiamo scelto perché: ha qualcosa di magico. Sarà la riproduzione della volta celeste (come appare nella Vallée de Joux), sarà il cosmotourbillon (che compie una rotazione su tutto il quadrante in un giorno siderale), sarà la ripezione minuti… o tutt’e tre le cose insieme. Ma vederlo in funzione è un vero spettacolo.
PATEK PHILIPPE Calendario Annuale Travel Time Ref. 5626G
Lo abbiamo scelto perché: è la prima volta che la Manifattura concentra queste due amatissime complicazioni nello stesso esemplare. Notevole perché fornito del nuovo calibro automatico 31-260 PS QA LU FUS 24H (otto brevetti). E poi per quel quadrante “vintage”, racchiuso nella cassa Calatrava decorata a Clus de Paris sulla carrure. Una vera libidine.
ULYSSE NARDIN Freak S
Lo abbiamo scelto perché: è sempre stato strano (!) ma ora il Freak sembra diventato una sorta di macchina volante – pronta a decollare e a partire per l’iperspazio, nel profondo del cielo stellato. Sì, perché la costruzione del carrousel con i due (grandi) bilancieri in DiamonSil e il differenziale verticale ha davvero qualcosa di fantascientifico. E il display in avventurina ci mette del suo…
ZENITH Chronomaster Open
Lo abbiamo scelto perché: quando è stata lanciata la prima versione, nel 2003, noi c’eravamo. Ma, al di là dei ricordi, ritrovare il quadrante aperto a mostrare la “velocità” del calibro El Primero diventa ancor più suggestivo per la presenza dei componenti in silicio (ruota di scappamento e ancora).
*Maison espositrici: A. Lange & Soehne – Baume & Mercier – Cartier – Chanel – Chopard – Grand Seiko – Hermès – Hublot – IWC Schaffausen – Jaeger-LeCoultre – Montblanc – Oris – Panerai – Parmigiani Fleurier – Patek Philippe – Piaget – Roger Dubuis – Rolex – TAG Heuer – Tudor – Ulysse Nardin – Vacheron Constantin – Van Cleef & Arpels – Zenith
Carré des Horologers: Angelus – Armin Strom – Arnold & Son – Cyrus Genève – Czapek & Cie – Ferdinand Berthoud – H. Moser & Cie. – Laurent Ferrier – Louis Moinet – Rebellion Timepieces – Ressence – Rudis Sylva – Speake-Marin – Trilobe